È veramente difficile difendersi dalle storie che ci buttano addosso, storie diffuse con molta malignità. Spesso questo “sparlare” viene giustificato dicendoci che fa parte dell’opinione pubblica, ma è un concetto che sa di marcio.
C’è un’unica voce importante contro questa mania, definiamola pure così: è quella di Papa Francesco, che nel suo dire spesso condanna le “malelingue”, il “chiacchiericcio”. Da come ne parla, sembra riferirsi al “passa parola”, ma ai nostri giorni le possibilità di ampliare il fenomeno si appoggiano ai così detti “social”, diffusi su internet.
Sarò persona poco attenta, distratta, ma mi sembra che solo Lui nella Chiesa condanni questo con franchezza, come se mettere in giro notizie false non faccia danno, non sia nocivo al prossimo! Il comandamento dice “Non fare falsa testimonianza”; l’espressione ufficiale addolcisce la “bugietta”, che posso quindi buttare in mezzo a tante altre notizie vere, graffiando l’opinione dei semplici. È realtà molto grave perché distorce la buona fede dei singoli e della collettività creando smarrimenti, come per esempio è successo nei comportamenti durante la recente pandemia. Anche nel mondo laico si sottovaluta la situazione e ci si gioca.
Internet è una grande cosa ma è mortificata dall’abuso che se ne fa nell’economia, nella politica, talvolta (ed è particolarmente grave) in campo scientifico, nella sanità, nei conflitti delle guerre: questo è proprio scardinare le finalità per cui era stato progettato.
Giudizi esagerati? Temo di no. Troppo importante la necessità di avere la verità. Già nel passato, per esempio, durante la disastrosa ultima guerra mondiale, siamo stati coinvolti direttamente: per avere notizie vere si rischiava cercando, con le nostre grosse radio a valvola, stazioni clandestine, lontane e disturbate. Se venivi scoperto erano dolori. Non siamo a questo punto, ma il problema permane. Quante “balle” diffondono i politici nelle loro dichiarazioni?
Ora nei giorni precedenti l’invasione dell’Ucraina, persone originarie di quei luoghi da noi residenti bocciavano le immagini delle nostre TV, dichiarando che loro parenti, ancora in Ucraina, negavano carri armati in movimento: secondo loro erano tutte fake news degli americani per aumentare le tensioni politiche.
Che la diplomazia americana sia molto criticabile non c’è dubbio, ma anche quella russa, ascoltata e capita dai nostri ucraini, è sullo stesso livello, per cui è lecito il dubbio che entrambe non ci dicano la verità. Purtroppo molti questi dubbi non li sanno avere. La disciplina della scienza della comunicazione, se malamente usata, sa diffondere ciò che si vuole e ciò è presente nella pacifica pubblicità, nel lancio di mode e altro. Figuriamoci in altri campi… E infatti assistiamo al fenomeno di abilissimi hacker, che criminalmente mettono fuori uso interi apparati elettronici (recentemente furono bloccati i dati della sanità nel Lazio). Per loro, ad esempio, è un gioco creare vere aggressioni informatiche in occasione di elezioni in certe nazioni. Personalmente resto stupito e ammirato dalle loro capacità, ma nel contempo molto impaurito.
Molti anni fa l’accusa di diffondere notizie false era diretta ai giornali e giravano ironiche barzellette a tal proposito. Ma la notizia stampata è lì scritta per cui diventa facile incriminare gli autori, (quante condanne!) mentre nel fluido di internet è più difficile il controllo e più facile occultarsi.
Come detto, si è affascinati dalla tecnologia attuale ma si resta male quando i nostri entusiasmi vengono tarpati dalla “cattiveria” di quelli che amano rovinare tutto il positivo delle cose.
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