(O) Rinunci anche questa volta a discutere della ‘OPERAZIONE SPECIALE’ della Russia in Ucraina?
(C) Sì, senza rimpianti. So che finirei per scontentare tutti, perché le parti contrapposte stanno ascoltando più i propri pregiudizi che i fatti. Credono di vedere quello che pensano e non credono a quello che vedono.
(S) Ma quest’ultimo atteggiamento è comunque largamente diffuso anche in Italia, soprattutto tra gli intellettuali, stranamente mescolando nostalgici dell’ex-URSS e neo-sovran-nazionalisti. Perché dovresti spaventarti? Non saresti solo.
(C) Appunto, doppiamente in pessima compagnia. Ribadito invece che l’intervento russo in Ucraina è non solo ingiustificato, ma infame, soprattutto per la sproporzione tra l’eventuale “provocazione” e la sanguinaria “decisione della questione”, constato che ha come precedente recente solo la spartizione della Polonia tra la Germania hitleriana e la Russia staliniana.
Detto questo mi sento libero di entrare nel merito di questa Apologia, decisamente paradossale: una personale dichiarazione d’amore per la Russia, la Russia millenaria, ovviamente, non quella di Putin. Vi prego, Onirio e Sebastiano, non interrompetemi.
Questo mio strano amore è forse iniziato da adolescente, vedendo il film “Guerra e Pace”, colossal che mi fece scoprire la deliziosa Audrey Hepburn e mi spinse a quindici anni alla lettura integrale del romanzo di Tolstoi; proseguì con la scoperta di Dostoevskij e di Pasternak, mescolando lettura dei romanzi e sceneggiature televisive, per sboccare all’università nel tentativo di studiare la lingua russa, presto abbandonato per il sopraggiungere di nuovi impegni molto assorbenti. Tuttavia il mese trascorso con i padri di ‘Russia Cristiana’ mi fece conoscere molto di quel ricchissimo universo culturale: mi introdusse alla comprensione, direi persino alla contemplazione di un’anima, diversa ma non alternativa a quella dell’Europa occidentale, forse più profonda. Paradossalmente la colpa principale del regime comunista mi si rivelò non come soppressione della proprietà privata e della libertà individuale, bensì come pretesa e illusione di cambiare il cuore dell’uomo con l’indottrinamento al marxismo ‘scientifico’, echeggiante più un modo di pensare occidentale che il profondo sentimento umanistico di tutta la cultura russa.
La rivoluzione comunista aveva trovato milioni di “anime morte”, i poveri servi della gleba di Gogol (un ucraino che scriveva in russo, per farsi meglio capire) ma non le aveva “risuscitate”: la nuova Russia garantiva la sopravvivenza a tutti (dopo la morte per fame di milioni di ‘bianchi’ e di Ucraini) ma al prezzo di far diventare tutti “anime morte”, non persone libere ma sudditi del regime, costretti a pensare e ad agire secondo il pensiero e il comando del partito.
L’ideale di ‘Russia Cristiana’ era quello di mantenere viva la ricchezza spirituale della cultura russa per il giorno in cui sarebbe stato possibile rievangelizzare la Russia. Quarant’anni dopo questo generoso e ambizioso programma non è stato realizzato. Il profondo dell’anima russa non è stato cancellato, hanno avuto Pasternak, Bulgakov, Achmatova, Solgenitsin, Sinijavski, Grossman, e tanti altri, ma nella massa non è stato nemmeno riportato alla luce: l’incontro con l’occidente non ha significato più libertà, più responsabilità individuale, più cultura, più democrazia sostanziale. Le “anime morte” sono rimaste tali, in modo diverso, senza vera libertà. Da occidente hanno ricevuto coca-cola, jeans, ikea, bigburger, rock’nroll, cose che le hanno staccate ancor di più dal loro fondamento culturale.
Questo è il motivo per cui il nuovo regime russo non mi ha mai entusiasmato, neppure ai tempi di Eltsin, tanto meno in quello di Putin e dei cosiddetti oligarchi, miliardari spuntati come funghi dal terriccio del comunismo di stato. Oggi temo fortemente che l’esito dell’Operazione Speciale, se anche fosse fermata sull’orlo della catastrofe, sarà un tale allontanamento delle due parti dell’Europa da farne due monconi culturali e spirituali, non solo geopolitici ed economici. Spero invece che dalla tregua si passi alla pace, si arrivi poi alla ricostruzione dell’Ucraina e si prosegua con una collaborazione sia politica e culturale, sia economica.
(O) Ricordiamo la profezia di san Giovanni Paolo II: l’Europa deve respirare a due polmoni. La pace dopo la guerra dovrà porsi obiettivi veramente grandi. Forse dovresti tornare a studiare la lingua, la storia e la spiritualità russa.
(C) Ormai è troppo tardi per me, è un buon suggerimento per un ventenne. O per l’intera Europa.
(O) Onirio Desti (C) Costante (S) Sebastiano Conformi
You must be logged in to post a comment Login