C’è qualcosa di nuovo sotto il sole. Dopo le nuvole e le difficoltà degli ultimi anni sul fronte dell’aeroporto della Malpensa, la più grande impresa della provincia di Varese, sembrano potersi aprire prospettive di crescita a supporto di tutto il territorio.
“Malpensa sarà valorizzata come merita” ha affermato perentoriamente il ministro per lo sviluppo economico Giancarlo Giorgetti, facendo eco alle richieste pressanti del presidente degli industriali varesini, Roberto Grassi: “Non ci stancheremo mai di affermare quanto Malpensa sia centrale per la crescita economica e sociale della nostra provincia. Non ci faremo mai una ragione sulle posizioni che vogliono ostacolarne lo sviluppo, nel pieno rispetto della conciliazione tra sostenibilità e aumento dell’operatività aeroportuale”.
In effetti Malpensa è potenzialmente una grande risorsa, un aeroporto intercontinentale al centro dell’area più ricca e più dinamica del paese. Potenzialmente perché negli ultimi anni non sono mancate ostilità e politiche fallimentari. Innanzitutto dalla defunta compagnia di bandiera: Alitalia non ha mai creduto in Malpensa trascinata dalle logiche politiche a privilegiare l’aeroporto di Roma. E poi, paradossalmente, l’aeroporto é osteggiato anche dalle comunità locali in pratica disinteressate del fatto che un grande centro può creare migliaia di posti di lavoro a beneficio innanzitutto dell’occupazione locale. E così continua ad esserci opposizione all’ampliamento dell’area cargo che negli ultimi anni ha visto una crescita molto forte sull’onda del buon andamento delle esportazioni italiane. Così come comuni e associazioni ambientaliste si oppongono al collegamento ferroviario tra Gallarate e l’aeroporto, un collegamento fondamentale per avvicinare il pubblico della vicina Svizzera e per completare gli intrecci con il territorio.
Una speranza di rilancio potrà venire anche dalle politiche di Ita, la compagnia sorta sulle ceneri di Alitalia e che sta dimostrando di poter seguire logiche di efficienza meno legate al favore della politica. Sono così annunciati i collegamenti con New York, Boston e Miami, ma soprattutto è in pista di lancio l’ingresso di Ita nel potente network della Lufthansa che potrà essere lo sponsor tecnico di Msc, il grande gruppo di trasporto, per ora soprattutto marittimo, che ha già fatto un’offerta per acquisire la compagnia.
Non si può dimenticare negli ultimi giorni anche l’accordo tra Sea (che gestisce gli aeroporti di Linate e Malpensa) e Airbus per la realizzazione delle nuove “stazioni di servizio” per il rifornimento con l’idrogeno dei nuovi aerei che saranno sviluppati nei prossimi anni. Ci vorrà del tempo, si parla del 2035, per veder volare i primi aerei passeggeri con propulsione ad idrogeno, ma per trovarsi pronti per quella data sono necessari studi di fattibilità e investimenti operativi che necessitano di tempi lunghi.
Ci sono quindi le condizioni perché Malpensa possa diventare il primo aeroporto italiano. Nessuno spirito anti romano, in fondo anche in Germania il più importante aeroporto non è quello della capitale, ma quello di Francoforte. E così avviene in Svizzera per Zurigo e negli Stati Uniti con New York.
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