“La guerra è distruzione, è un controsenso della creazione, è pazzia”. Lo ha detto papa Francesco in tv da Fabio Fazio prima che la crisi ucraina raggiungesse l’apice nei giorni scorsi, ma l’appello alla pace e alla fratellanza sono da sempre cardini del suo pensiero. Basti ricordare le parole pronunciate dal pontefice nell’incontro ad Abu Dhabi del 2019 con l’imam Ahmed Al-Tayyeb e ribadite nel videomessaggio inviato all’inizio di febbraio per la Giornata della fratellanza a Dubai: “O siamo fratelli o crolla tutto, lo vediamo nelle piccole guerre, in questa terza guerra mondiale a pezzetti in cui si distruggono i popoli. La pace è l’ancora di salvezza dell’umanità”.
Mentre Biden e Putin mostrano i muscoli, mentre accumulano soldati e armi ai confini e la parola guerra entra di prepotenza nei discorsi delle famiglie europee, il pontefice ribadisce che “la ricerca di un mondo migliore passa per lo spirito di tolleranza, di fraternità, di solidarietà e collaborazione”. Un concetto espresso già subito dopo l’elezione affacciandosi alla loggia delle benedizioni il 13 marzo 2013 (“Preghiamo perché ci sia una grande fratellanza”) e rinnovato nell’enciclica Fratelli Tutti che poggia sul principio francescano della fraternità, un concetto da applicare ai rapporti internazionali in un mondo sempre sull’orlo del baratro.
Nell’intervista concessa alla Rai e criticata da molti perché non avrebbe toccato i veri problemi della Chiesa, le sue parole hanno assunto un valore quasi profetico: “La guerra è al primo posto nel mondo di oggi dominato dalla cultura dell’indifferenza – ha detto – solo dopo vengono i bambini che muoiono di freddo, i migranti che annegano nel mar Mediterraneo come il piccolo siriano Aylan esanime sulla spiaggia, i poveri che non hanno da mangiare. Sono guerre ideologiche, di potere, commerciali e ci sono tante fabbriche di armi. È duro da dire, ma è la verità. Con quello che si spende in un anno per le armi si potrebbero sfamare interi popoli del mondo”.
Parole che rischiano di perdersi nel vento. E non è una novità. Sperando che la crisi ucraina trovi una soluzione pacifica, non si possono dimenticare le parole che nel 1914 Benedetto XV pronunciò contro la prima guerra mondiale e “il furioso scatenarsi dei popoli contro i popoli, il precipitare dei rapporti umani, la cupidigia dei beni materiali e le ingiustificate aspirazioni a dominare l’Europa”. Come un profeta inerme, Benedetto parlò alle grandi
potenze che credevano ormai solo alla legge delle armi e rimase inascoltato. Né ebbero miglior sorte gli appelli di Pio XII che non riuscirono nel 1939 a scongiurare la seconda guerra mondiale.
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