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Apologie Paradossali

PAREGGIO

COSTANTE PORTATADINO - 18/02/2022

Il percorso del gasdotto Nord Stream 2, dalla Russia all’Europa

Il percorso del gasdotto Nord Stream 2, dalla Russia all’Europa

(O) Non ci credo che Russia e USA, ossia Putin e Biden, vogliano rischiare una guerra, sia pure localizzata; non capisco proprio a che gioco stiano giocando.

(S) Putin vuole riaffermare e ha nei fatti riaffermato, la sua sfera d’influenza. È intollerabile per la Russia, qualsiasi forma di governo abbia, di qualsivoglia orientamento politico, ideologico o religioso, che un’altra grande potenza abbia un peso maggiore del suo, oltre i Carpazi, la Vistola o il Caucaso. A tutti i russi rimane anche un po’ di nostalgia per quando comandavano anche fino all’Elba e ai Balcani. E l’Ucraina per la maggior parte dei russi non è qualcosa di diverso dalla Russia. Se sul fronte interno mantenere un simulacro di democrazia costa un po’ di fatica e fialette di veleno (mica bombette puzzolenti sparse ad arte) il resto dell’area ex URSS l’Ucraina e Georgia in particolare, non possono a nessun costo essere lasciate libere dall’influenza di Mosca.

(C) La politica estera Russa è determinata ed espansiva, come quella della Cina. Entrambe le grandi potenze ex-comuniste (non posso chiamare comunismo il capitalismo degli oligarchi protetti dal partito) hanno chiari disegni di influenza nel mondo globalizzato e lo fanno con ogni mezzo, non escluso quello militare. Al contrario, gli USA sono entrati in una fase di confusione fin dalla prima guerra del golfo, acuita dai velleitari interventi di esportazione della democrazia nel mondo musulmano, voluti da Obama, dagli strappi incomprensibili di Trump nei confronti degli stessi alleati, dalla debolezza di Biden.

(S) Ciò rivela una insipienza europea grave e italiana gravissima. L’Europa cosiddetta occidentale si è legata economicamente alla Russia per le risorse energetiche, tanto da poter apparire una costellazione di stati satelliti.

(O) Noi siamo liberi, non abbiamo un governo che risponde a Mosca, né l’armata rossa alle porte.

(C) Fino al 1989 ho frequentato, in Polonia e Cecoslovacchia, sia gli ambienti del dissenso, sia quelli ufficiali. Quando si era creato un legame di fiducia con i nostri interlocutori, essi ti confidavano che una forte ragione della dipendenza dall’Urss erano le risorse energetiche, petrolio, gas, carbone, elargite a condizioni di favore. Oggi tutta l’Europa dipende pesantemente dalle risorse energetiche russe. L’Ucraina sta molto peggio, perché dipende totalmente dalla Russia.

(S) Ciò non giustifica nulla, tanto meno l’attacco ai territori ucraini del Donbass nel 2014, l’annessione della Crimea e tante altre manifestazioni di forza che, se compiute dagli USA sarebbero chiamate imperialismo e scatenerebbero proteste ovunque. Se gli Usa seminano paura e l’Europa non fa nulla, che cosa dovrebbe fare l’Italia?

(C) Non ci resta che pregare, pregare davvero con il Papa, che la guerra non ci sia, che non ci siano ulteriori problemi con il gas, che non ci siano sanzioni e controsanzioni che penalizzerebbero le popolazioni delle due parti e l’economia italiana e forse rafforzerebbero persino il governo russo, grazie al controllo che mantiene su gran parte dell’opinione pubblica interna. Putin ha già vinto sul piano politico perché ha mostrato tutte le divisioni all’interno della Nato e dell’UE, ma questo non può ‘venderlo’ ai Russi, perciò temo voglia cercare anche una ‘vittoria’ di valore propagandistico. Anche i dittatori hanno bisogno di consenso. Quindi pretenderà il riconoscimento formale dell’annessione della Crimea e di una forma di autonomia delle repubbliche autoproclamate del Donbass, nell’attesa di poterle annettere.

Se gli USA potranno accontentarsi di una specie di pareggio, vantando di aver evitato l’invasione e dimostrando agli europei che la Nato senza di loro non esiste (quindi tocca agli Europei pagarne i costi in maggior misura), l’UE deve decidersi ad avere una politica estera comune, sostenuta da un’adeguata capacità di difesa. Dovrebbe esistere un leader capace di guidarla, ma siccome l’Europa, a differenza degli USA, non può permettersi nessuna forma d’isolazionismo, altrettanto grave è la mancanza di una politica comune delle risorse esterne, in primo luogo di quelle energetiche, ma pure di quelle agroalimentari e di quelle umane, cioè di una politica migratoria intraeuropea e ovviamente extracomunitaria. L’Italia, particolarmente priva di risorse naturali, dovrebbe fare di tutto per promuovere queste politiche comuni.

(O) Onirio Desti (S) Sebastiano Conformi (C) Costante

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