È davvero un canovaccio imprevedibile quello che la Pallacanestro Openjobmetis sta recitando in questa stagione e per questo è quasi un dovere occuparcene di nuovo.
Per cominciare, il club del presidente Vettorelli ha deciso di stabilire un primato che riteniamo davvero ineguagliabile nella non breve storia del basket italiano: nel breve volgere di tre mesi, ha sostituito il general manager (Andrea Conti ha visto accettate le sue dimissioni lo scorso 26 ottobre) e l’allenatore (Adriano Vertemati è stato esonerato l’11 gennaio) e, dopo il divorzio da Alessandro Gentile, sancito il 27 gennaio, ha avvicendato l’intero quintetto base (via Wilson, Kell, Jones ed Egbunu, oltre a Gentile). Una serie di eventi che, ne siamo più che certi, non si era mai verificata in nessuna società italiana di vertice e difficilmente si potrà di nuovo verificare.
Questi accadimenti, per fortuna, hanno prodotto, anche in maniera inattesa, dei risultati concreti: dopo il cambio di allenatore, infatti, la Openjobmetis ha conquistato tre vittorie in fila che l’hanno rilanciata e, soprattutto, le hanno consentito di migliorare una classifica deficitaria che l’aveva vista anche solitaria all’ultimo posto.
Più che di vittorie, dovremmo parlare di miracoli. Già, perchéé contro la Umana Venezia i varesini si sono presentati privi dei sostituti di Egbunu e Kell, cioè due travi portanti del quintetto pensato nella scorsa estate; e anche nelle due sfide con la Dolomiti Energia Trento (la modifica del calendario causa Covid ha fatto sì che il recupero della gara di andata in trasferta e la sfida di ritorno a Masnago si disputassero a sole 48 ore di distanza) la squadra nel frattempo affidata all’olandese Johan Roijakkers scendesse in campo priva di un centro ancora da reperire sul mercato.
E qualche miracolo questo gruppo lo ha davvero compiuto anche in campo, non solo affrontando e vincendo queste sfide in palese inferiorità di organico ma, almeno in due di queste partite, anche ponendo rimedio a situazioni al limite del disperato. Contro Venezia, ricordiamo, la Openjobmetis ha saputo risalire da un gap di meno 15 punti, mentre contro Trento ha ribaltato una situazione che la vedeva soccombere 71-83 al 36′ grazie a un poderoso break di 19-6 in poco più di 4 minuti.
Alla base di questi successi, assolutamente decisivi per mantenere viva la speranza di una salvezza che pareva pura utopia solo un mese fa, c’è sicuramente una squadra nuova con un nuovo spirito di gruppo.
Roijakkers ha stupito tutti facendo ampio ricorso anche ai giovanissimi della panchina che in precedenza non avevamo mai messo piede in campo allo scopo di allungare le rotazioni. Così Matteo Librizzi, classe 2002, nell’ultima partita contro Trento si è ritagliato addirittura 16’40”, un tempo di impiego che sarebbe stato anche più ampio se il playmakerino non fosse stato costretto ad abbandonare anzitempo il campo per raggiunto limite di falli (alla fine è arrivato per lui il meritatissimo riconoscimento di MVP della gara assegnatogli dal pubblico di Masnago). E anche Nicolò Virginio, classe 2003, è rimasto sul parquet per 9’04”. Alla fine, questi quasi 26 minuti disputati dai due babies hanno fatto sì che altri titolari si presentassero più freschi nel finale al cardiopalmo di una gara che potrebbe anche avere assegnato ai biancorossi i due punti salvezza (il tempo ce lo dirà).
Adesso la Openjobmetis è attesa da due sfide nelle quali non le sarà facile salvare la pelle. Il 6 febbraio ospiterà i campioni d’Italia della Virtus Bologna che, poi sarà la volta della trasferta a Venezia. Anche in vista di queste missioni al limite dell’impossibile diventano straordinariamente importanti i tre successi in fila colti contro Venezia e Trento.
Ma, come s’è detto, queste partite e queste vittorie hanno soprattutto riconsegnato ai tifosi biancorossi una squadra capace di suscitare entusiasmo e per la quale vale la pena soffrire.
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