Il parcheggio interrato all’interno del parco storico tutelato di Villa Augusta si farà. Il destino di un’area tutelata, sottoposta a vincolo di legge nazionale, pare dunque essere segnato. Il Consiglio Comunale con una votazione blindata e scontata ha approvato le varianti urbanistiche al progetto.
Si è così concluso tra feroci contestazioni e animi accesi l’iter di un’opera pubblica fortemente contrastata dai varesini, dalle associazioni ambientaliste e dalle opposizioni politiche. Amen dunque per un parco, è andato in scena l’ultimo atto di una tristissima vicenda che lascia comunque un forse e una speranza: è bene ricordare che sull’intera vicenda sta indagando la magistratura varesina e poi dove mai si andranno a trovare i quattrini per l’autosilo se il sindaco di recente ha dichiarato che a luglio non ci saranno neppure i soldi per pagare gli stipendi ai mille dipendenti comunali?
Di sicuro gran parte dei varesini è a conoscenza dei danni che questo posteggio porterà; i mezzi di informazione locali hanno dato ampio spazio e rilievo alla vicenda. In pochi mesi un comitato apartitico, sorto spontaneamente per l’occasione, raccolse oltre duemila firme di varesini contrari al progetto; queste firme sono rimaste voci inascoltate, carta straccia. Tutte le associazioni ambientaliste, anche quelle vicine alla maggioranza comunale, si sono espresse contro il parcheggio. Parole al vento! Il parere negativo espresso dalla Commissione del Paesaggio, deputata proprio ad esprimersi su progetti a potenziale effetto impattante sull’ambiente, è stato ignorato.
Lo stesso Assessore all’Urbanistica Fabio Binelli ebbe a dichiarare di non essere certo contento di andare ad intaccare – distruggere direi io,da tecnico- un parco storico, ma l’opera costituiva il “male minore”. Molti hanno – anche a causa del vento di antipolitica che tira a livello nazionale – a più riprese ventilato che dietro questa ostinata volontà politica di andare avanti contro tutti e tutto si celino in realtà interessi privati. Nel caso specifico penso invece che vi sia miopia politica, arroganza del potere e in alcuni casi una certa dose di ignoranza e ristrettezza culturale.
Miopia -ovverossia assenza di precisa strategia e lungimiranza- perché non si comprende che lo scavare nei nostri parchi storici e tutelati è un colpo mortale dato all’immagine di Varese come “Città Giardino”. Un appellativo ormai ridotto a semplice slogan propagandistico, di fatto svuotato di ogni contenuto e corrispondenza con la realtà. Una corretta ed adeguata pianificazione urbanistica della città dovrebbe rispettare la vera vocazione di Varese che è quella di avere parchi e giardini con frammezzo infrastrutture e abitazioni e non viceversa. Tutto dovrebbe adeguarsi a questa visione di Varese “piccola Versailles”, il verde andrebbe tutelato e salvaguardato in ogni sua espressione. Sembra invece prevalere, e la costruzione di questo autosilo ne è l’ulteriore e rozza conferma, la logica del mattone, dello sfruttamento di ogni singolo metro quadro di superficie edificabile. Il verde, i parchi, l’ambiente sono visti come elementi marginali e non fondamentali nelle scelte edilizie e pianificatrici del territorio.
Chi affollava il Salone Estense a testimoniare la propria avversità al progetto è rimasto profondamente deluso. Le testimonianze in tal senso del pubblico presente hanno intasato il web e la carta stampata per giorni interi. Erano cittadini qualunque, molti residenti a Giubiano, presenti senza simboli partitici o politici, delusi certo dal vedere assessori e consiglieri comunali della Lega ululanti; delusi dal comportamento di un sindaco che è rimasto fuori dall’aula per tutto il tempo del dibattito, dando segno di poco rispetto per i presenti, tra cui sicuramente anche qualche suo pentito elettore. Ma soprattutto delusi nell’ascoltare la pochezza delle argomentazioni addotte a supporto del progetto dell’autosilo da parte dei consiglieri di maggioranza. Ho ascoltato il nulla a favore del progetto. Discorsi campati per aria, giustificazioni inesistenti, nessun dato tecnico a supporto dell’autosilo. Il capogruppo della Lega Nord, Giulio Moroni, nella dichiarazione di voto favorevole del suo gruppo, è arrivato – ahimè – a portare come giustificazione dell’intervento la considerazione che i cittadini sfruttano i parchi solo sopra; perché dunque si protesta se ci scava sotto? Argomentazioni da bar di paese, che giustamente hanno sollevato l’ilarità di molti e lo sdegno di qualcuno; forse Moroni pensa che gli alberi siano fissati al terreno con l’attack? Ignora che gli alberi hanno anche le radici? Le motivazioni addotte dal PDL sono state altrettanto “profonde”: il parcheggio s’ha da fare perché l’Ospedale del Sorriso, voluto lì principalmente da loro, ne abbisogna. E quale altro posto migliore di un bel parco storico per farlo? “Come potrebbero risalire le mamme col pancione verso l’ospedale dall’area attigua alla stazione, proposta come alternativa a Villa Augusta?”: questa è la motivazione addotta al voto favorevole!
Banalità, arrampicate sui vetri, pochezze a giustificare un’opera che, al di là dell’effetto sconvolgente e distruttivo che avrà su di un parco storico, rappresenta un esempio di come alcuni politici e amministratori nostrani navighino a vista, senza un disegno preciso di cosa sia il destino urbanistico della loro città. Politici che esigono, come è stato poi dichiarato alla stampa, che le commissioni tecniche comunali non possono remare contro le loro decisioni politiche. Controbatto: la Commissione del Paesaggio, che presiedo, deve remare contro quando, in tutta coscienza ed onestà professionale, rileva in un progetto qualcosa che non va; si è al servizio della cittadinanza, non delle volontà di qualcuno!
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