Luis Scola lo aveva anticipato lo scorso 22 settembre, quando, nella incantevole cornice di Villa Calmia a Galliate Lombardo, in occasione della sua presentazione nella nuova veste di amministratore delegato della Pallacanestro Varese, aveva annunciato: <Si può studiare e replicare ciò che c’è nella NBA, una realtà a cui tutto il mondo del basket dovrebbe guardare>.
E ancora: <Abbiamo una prima squadra già fatta, costruita da Andrea Conti, con un nuovo allenatore e una società che funziona. Nel primo anno non faremo particolari interventi, poi vedremo via via che cosa ritoccare e cambiare>.
È chiaro che gli eventi hanno costretto Luis Scola a intervenire con più rapidità di quanto aveva ipotizzato. Squadra e allenatore, lo dicono i numeri, tanto oggettivi quanto impietosi, hanno fallito e hanno reso assolutamente indispensabile una serie di correttivi.
E nell’anticipare i tempi, il plenipotenziario della Openjobmetis ha confermato le intenzioni di quattro mesi addietro, chiamando accanto a sé, nel ruolo che era del dimissionario Andrea Conti, un dirigente con un ventennale background nella NBA, l’italoamericano (più americano che italo…) Michael Arcieri. E anche la scelta del nuovo allenatore, che ha preso il posto del “dimissionato” Adriano Vertemati, è caduta su un tecnico che qualche contatto ha avuto con la NBA, seppur alla lontanissima: l’olandese Johan Roijakkers.
Ora, molto semplicemente e molto prosaicamente, si tratta di salvare la pelle, cioè di evitare una retrocessione in serie A2 che, se il campionato si concludesse oggi, sarebbe invece certificata da un impietoso ultimo posto in classifica, in coabitazione con Cremona.
L’impresa di battere, sabato della scorsa settimana, la ben più quotata Venezia grazie a un impensabile colpo di reni nell’ultimo quarto è stata almeno in parte vanificata dai risultati della domenica, che hanno visto vittoriose squadre come Pesaro e Bologna (sponda Fortitudo), teoricamente avversarie dirette di Varese nella lotta per la salvezza.
Partite da giocare ce ne sono ancora parecchie, esattamente 16, quindi con 32 punti in palio, delle quali 8 in trasferta (a cominciare da quella del prossimo 22 gennaio a Reggio Emilia subito seguìta dal recupero di Trento del 28 gennaio) e altrettante a Masnago (la prima di queste, in un calendario stravolto dalla pandemia, il 30 gennaio ancora con Trento).
Gli ultimi campionati non ci aiutano nel definire una ipotetica quota salvezza. Lo scorso anno Cantù retrocesse conquistando 18 punti, con Varese, Pesaro e Fortitudo Bologna salve a quota 20; ma la Virtus Roma venne esclusa dal campionato e i suoi risultati azzerati, dunque sarebbe impossibile stabilire oggi a quota 20 punti una ipotetica salvezza.
Né ci aiuta il campionato 2019-20, in cui Pesaro (2 punti, una sola vittoria in 20 gare) e Trieste (12) chiusero la classifica; ma alla fine, complice la pandemia, la situazione venne congelata e vi fu successivamente la rinuncia di Pistoia (14 punti dopo la prima fase ma in sole 21 gare).
Procedendo ancora a ritroso, nella stagione 2018-19 la retrocessione colpì Torino (10 punti ma con 8 di penalizzazione) e Pistoia (12), con Pesaro salva a quota 14 punti.
Concludendo con i ricordi, o con i riferimenti (questa volta possibili), nel campionato 2017-18 Cremona (18 punti) e Pesaro (20) terminarono la stagione regolare agli ultimi due posti della graduatoria, anche se poi a “morire” fu solo Caserta, esclusa dal campionato successivo per non avere ottemperato a tutti gli obblighi previsti.
Impossibile dunque stabilire adesso, a priori, quella che potrà rivelarsi la quota salvezza. Con 8 punti attualmente al suo attivo e altri 32 potenzialmente a disposizione, la Openjobmetis deve e può credere nella possibilità di salvarsi. Battere in casa, nell’ordine, Trento, Cremona, Pesaro, Treviso, Trieste, Fortitudo Bologna e Sassari (l’altra squadra ospite a Masnago sarà la Virtus Bologna che giudichiamo però fuori portata) e mettere a segno anche un solo “colpo” esterno a Napoli, piuttosto che a Tortona o a Brescia (ma perché non in questo weekend a Reggio Emilia?), non dovrebbe essere impossibile. A patto che il nuovo coach olandese sia all’altezza della situazione e che i nuovi giocatori, arrivati e in arrivo, si rivelino di qualità superiore a quella dei partenti.
You must be logged in to post a comment Login