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Artemixia

LILIBET LO SA

LUISA NEGRI - 14/01/2022

 

Lilibet festeggerà nel 2022 il suo Giubileo di platino con la Corona, previsto dal 2 al 5 giugno.

La vedremo probabilmente in panni solenni, anziché in uno dei suoi coloratissimi abiti accompagnato dal cappellino eccentrico e fiorito ben in vista.

Mancherà Filippo al suo fianco. L’assenza di lui la farà sentire sola, le sarebbe piaciuto averlo vicino in un anniversario che appartiene a entrambi.

Si erano scelti da giovani, lei lo aveva prediletto e voluto testardamente da subito quel giovane simpatico, nobile e squattrinato. E la loro strada è stata per sempre insieme.

Ma, anche questa volta, non ci saranno lacrime, solo sorrisi.

L’hanno cresciuta così, l’emozione si lascia in camera da letto: in pubblico si deve essere rasserenanti. Una vita da regina ti tiene pronta a tutto. E lei non ha mai deluso nessuno. Nessuno cui aveva giurato solennemente di mettersi a diposizione per l’intera vita.

Elisabetta, Her Majesty, ha avuto la vita che aveva abbracciato: per senso del dovere, per obbedienza a una famiglia e a una dinastia che ha saputo onorare. Può piacere o non piacere questa scelta femminile di una vita tutta legata al dovere – in generale poco di moda oggi anche nelle esistenze più normali. Ma lei l’ha onorata dall’inizio fino ad ora, con la massima obbedienza e dignità che una sovrana possa dimostrare.

Elisabetta è stata ed è un’ottima regnante: ha svolto bene il suo mestiere di regina. La storia glielo ha già riconosciuto e gliene darà sempre atto.

E Lilibet lo sa. Ha tenuto saldamente in mano il volante della sua vita, come le avevano insegnato in tempo di guerra. Quando, inserita per sua insistita richiesta nel “Servizio territoriale Ausiliario”, ramo femminile dell’esercito britannico, aveva imparato a pilotare i camion e a ripararli, in caso di necessità. Non solo pianoforte e equitazione, come nella sua prima educazione da giovane principessa. Perché la guerra aveva scombinato le carte felici del prima. E suo padre George si era ritrovato a sua volta a guidare la Patria e la resistenza alleata.

È però certo che Lilibet ha avuto la vita che ha voluto. Anche se può apparire contrastato questo giudizio, lei ha davvero sempre scelto: innanzitutto di non tirarsi indietro, a ventisei anni, in quel 6 febbraio del 1952. Come aveva invece fatto lo zio, Edoardo VIII, innamorato perso di Wallys Simpson, che nel lasciare il trono aveva forse accorciato la futura vita di Giorgio VI, suo fratello e padre di Elizabeth.

“Appartengo al mio popolo. Ma non come intendeva Elisabetta I. Non ho scelto io di essere regina. So ciò che si attendono da me. Manterrò i miei impegni” aveva dichiarato. E lo ha sempre fatto. È rimasta al proprio posto in qualunque momento, affrontando le ondate amare di una vita coinvolta nel destino di altre vite, anche quelle più care della famiglia che lei aveva costruito. Altre presenze femminili hanno influenzato ben diversamente nel corso della storia le sorti della sua monarchia. La presenza intrigante e distruttiva della poco empatica Camilla e le insofferenze di Diana, devastata da un matrimonio infelice, gli scandali di Sarah e, ancor prima, gli amori impossibili di Margaret, negati dalla ragion di Stato. Da ultimo le bordate di Megan e Harry: un’altra tempesta familiare che ha turbato la tranquillità e la serenità saggia e pacificante portata nella Royal Family dalla famiglia di William e Katherine.

Siamo certi che, fosse nata in altra situazione familiare, più normale, Elisabetta avrebbe comunque seguito la strada dell’impegno, della coerenza e del rispetto degli accordi presi.

Regine si nasce o si diventa ? Per Elisabetta, la Lilibet di papà Giorgio, la risposta vale in entrambi i casi.

Elizabeth Alexandra Mary, nata a Londra il 21 aprile del 1926, 40esimo monarca d’Inghilterra a partire da Guglielmo il Conquistatore, è tra i più longevi monarchi in carica.

“E- ha tenuto a sottolineare con la consueta ironia- sono la prima regina capace di guidare”.

Ne abbiamo le foto, e le prove.

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