Il regno dei Cieli è dei perseguitati così come è dei poveri in spirito.
La povertà in spirito, il pianto, la mitezza, la sete di santità, la misericordia, la purificazione del cuore e le opere di pace possono condurre alla persecuzione a causa di Cristo, ma questa alla fine è causa di gioia e di grande ricompensa.
Le “strutture di peccato” non possono che rifiutare la povertà o la mitezza o la purezza e dichiarare la vita secondo il Vangelo come un errore.
Se il mondo vive in funzione del denaro, chi mostra che la vita è fatta per donare diventa un fastidio per il sistema dell’avidità.
La sola testimonianza cristiana, che fa bene a tanta gente perché la segue, infastidisce coloro che hanno una mentalità mondana.
Ma questo mostra che il dramma della persecuzione è anche il luogo della liberazione dalla sudditanza al successo, alla vanagloria e ai compromessi del mondo.
Chi è rifiutato dal mondo per Cristo si rallegra di aver trovato qualcosa che vale più del mondo intero.
Molti cristiani patiscono persecuzioni in varie zone del mondo: sono le membra doloranti del corpo di Cristo che è la Chiesa.
Ma non non c’è solo un’interpretazione in chiave vittimistica: non sempre il disprezzo degli uomini è sinonimo di persecuzione, perché è anche colpa nostra, quando perdiamo il sapore di Cristo e del Vangelo.
Seguendo il sentiero umile delle beatitudini siamo di Cristo e non del mondo.
L’esclusione e la persecuzione, se Dio ce ne accorda la grazia, ci fanno somigliare a Cristo crocifisso e manifestano la vita nuova.
Accogliere il suo Spirito ci può portare ad avere tanto amore nel cuore da offrire la vita per il mondo senza fare compromessi con i suoi inganni e accettandone il rifiuto.
Rifiutare i compromessi e andare per la strada di Gesù è la vita del Regno dei cieli, la più grande gioia, la vera letizia.
E poi, nelle persecuzioni c’è sempre la presenza di Gesù che ci accompagna, ci consola, ci dà la forza dello Spirito e ci aiuta ad andare avanti. (Papa Francesco)
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