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Garibalderie

FOSCOLO CENTRAVANTI

ROBERTO GERVASINI - 07/01/2022

mazzini-1Accade di fare domande dando per certa una facile risposta perché il quesito, troppo facile, non dovrebbe neppure esser posto. È così che, con una bimba che frequenta la scuola primaria di primo grado in Varese, la scuola Ugo Foscolo, la domanda esce dall’anima:

«Tu sai chi è Ugo Foscolo?!». La bimba, sorridente come se stessi chiedendo di quale gusto preferisce il gelato, risponde divertita: «Ma io non lo so!». La voglia di giocare col grottesco è sempre grande: «Come! Non sai che Ugo Foscolo è stato un grande centravanti del Milan a metà del secolo scorso?». «No, non lo sapevo. Grazie!».

Anni addietro, più seriamente, garibaldini desiderosi di onorare la memoria di Francesco Daverio, varesino, ingegnere, caduto a Roma nel 1849 nella difesa della gloriosa Repubblica Romana di Mazzini, posero la domanda ad alunni ed anche agli insegnanti della scuola che porta il suo nome: «Chi è Francesco Daverio?». Solamente un alunno tra la dozzina di interpellati dette una risposta accettabile. Non miglior risultato ottennero gli insegnanti. Daverio era diventato economista; giurista; uomo politico. Un busto dello stesso, calco di quell’erma che sta con altre 83 sul colle del Gianicolo, staziona giusto nell’ingresso dell’istituto a Varese, con la sua bella barba ed il vistoso cappello “all’Ernani” o “alla calabrese” che i patrioti del Risorgimento portavano nella Milano del 1848. Centinaia di persone passano quotidianamente sotto il busto, tantissimi per cinque anni; nessuno è curioso; non ce ne sono.

E così, dopo i garibaldini, anche i mazziniani di Varese hanno voluto celebrare i 100 anni della Scuola primaria Giuseppe Mazzini di Via Como. L’unica domanda è stata posta alla professoressa Luisa Oprandi: «Quando possiamo arrivare con un libricino per i ragazzi e celebrare con loro?». Il centenario sarebbe caduto nel 2020 e non è stato possibile provvedere allora. I bimbi son troppo piccoli ma anche se fossero più grandicelli non saprebbero chi fu Giuseppe Mazzini perché da quando Giovanni Berlinguer assurse alla cattedra di ministro della Repubblica italiana, sezione Pubblica Distruzione, noi italiani siamo gli unici al mondo che non devono studiare quel centinaio di anni che portò all’unificazione del nostro Paese, la nazione italiana.

mazzini-2Sono cento anni di vuoto assoluto, dalla caduta di Napoleone e del Regno Italico fino al 1918, periodo che viene denominato RISORGIMENTO. I Savoia, gli anticlericali Cavour e Garibaldi, il democratico e rivoluzionario Mazzini, non sono mai piaciuti a comunisti e cattolici, ai papisti, fin dalle scomuniche plurime ai tempi di Pio IX. I nostri sono stati sepolti e perfino denigrati, oggi da neoborbonici; secessionisti; da tanti ignorantissimi che imperversano sui “social” avendo orecchiato molto e letto poco.

Ci siamo presentati quindi alla Scuola Mazzini. Grazie al grande lavoro di tutte le insegnanti, la cerimonia è stata molto coinvolgente, davvero. I ragazzi delle classi quinte hanno iniziato a cantare l’inno di Mameli con la mano sul cuore per poi sorprenderci continuando a cantare accompagnando le parole con la Lingua dei Segni Italiana, acronimo LIS. Sono stati fantastici. Il presidente di A.M.I. Varese, la mazziniana, prof. Leonardo Tomassoni, ha rivolto parole di lode alle ragazze ed ai ragazzi e ringraziato le maestre per il grande lavoro portato a buon fine. Un libricino fatto stampare dalla mazziniana per illustrare in breve la vita e le opere di Mazzini è stato distribuito a tutti. Son seguite letture di poesie e testi e a nostra richiesta è stato cantato di nuovo l’inno di Mameli; con mani sul cuore e lingua dei segni italiana.

mazzini-3Alunni hanno poi deposto una corona d’alloro con nastri tricolori ai piedi del busto di Mazzini. La grande sorpresa finale sta nel dono fatto alla mazziniana, veramente gradito, di un fascicolo dove sono stati raccolti decine di disegni, ritratti, di Giuseppe Mazzini e per ciascuno di essi ragazze e ragazzi hanno scelto, scritto in calce, una frase, un motto, mazziniani. Molto bello, fatto con cura; il fascicolo è reperto prezioso per il nostro archivio mazziniano. Sento il dovere di scrivere i nomi delle insegnanti che hanno organizzato un lavoro notevole e riuscito benissimo (canti, composizioni, scritti, LIS): dalla dottoressa Siracusa che ha coordinato a Monica Macchi; Anna Perciante; Marianna Tiralongo; Giuseppina Musotto; Maria Neve Arena; Paola Santoro; Daniela Montesano; Sara Adami; Gabriella Chiozza.

Resistere. Si cerca di resistere. Una cosa per noi è certa: per queste nostre ragazze e ragazzi Giuseppe Mazzini non sarà mai il centravanti dell’Inter. Sicuro.

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