Parole

SAPETE DOVE TROVARMI

MARGHERITA GIROMINI - 07/01/2022

Il prof. Pietro Carmina

Mi ha colpito e commosso la vicenda umana del professore di storia e filosofia Pietro Carmina, intrecciata strettamente alla sua vita professionale.

Il suo commiato dalla scuola, contenuto in una lettera agli studenti, è stato ripreso dal Presidente della Repubblica nel suo discorso di fine anno.

La lettera di Carmina è una lezione di pedagogia, sia teorica sia pratica, uno spaccato di realtà scolastica tra le più convincenti: propone un modello di relazione studente-professore chiaro e potente nella sua esemplarità.

Qualcuno (me inclusa) ha pensato che non sarebbe stato tanto difficile scrivere pensieri simili, perché le idee di Carmina i docenti più sensibili le condividono da tempo e le mettono già in atto.

Ma è ben diverso impegnarsi come ha fatto lui che ha le ha trasposte in uno scritto che potrà accompagnare gli studenti, tantissimi nei suoi 43 anni di carriera, in qualunque momento della vita in cui capiterà loro di ritrovare e rileggere le sue parole.

Credo che qualche genitore, sentendolo elogiare con tanta considerazione da Mattarella, avrà fatto qualche confronto con la scuola di oggi immaginando quanto sarebbe bello se i professori dei figli gli assomigliassero un po’.

Quella sera davanti alla TV qualcuno avrà lasciato correre il pensiero a quel tale professore o a quel tal maestro che tanto peso ha avuto nei lontani anni della prima formazione.

Perché sarà capitato anche ad altri di custodire il vivido ricordo di un professore che, come Carmina, aveva saputo determinare i suoi miglioramenti, lo aveva aiutato a superare le difficoltà e spinto a ricercare un senso più profondo allo studio, e quindi anche alla vita.

Quasi sempre si trattava di professori severi ed esigenti ma ricchi di umano sapere che molto pretendevano da noi ma altrettanto offrivano, persone capaci di trasmettere l’amore per una certa materia e di andare “oltre” le pagine di un libro e oltre i programmi di studio, riconoscendo e valorizzando l’unicità di ciascuno studente.

Il presidente Mattarella, citando lungamente questo professore, ha messo in luce l’importanza della scuola e il dono prezioso degli incontri che in essa possono realizzarsi, incontri sovente decisivi per la maturazione personale.

Finché ci sono, e ce ne sono, professori come Pietro Carmina, un mondo migliore è possibile: la scuola è pietra miliare nella vita di ognuno e insieme laboratorio della società futura.

Ripensando al professore Pietro Carmina mi si affaccia una breve riflessione etimologica: persone come lui dovrebbero essere definite insegnanti anziché professori, maestri anziché docenti.

Infatti chi “insegna” è colui che lascia un segno in coloro che apprendono, incidendo qualcosa di duraturo nella loro esperienza. E il maestro, il latino magister, è colui che è “maggiore” per conoscenza, esperienza e cultura e pertanto può essere esempio e modello per i giovani.

Pietro Carmina, insegnante e maestro, è diventato famoso in tutto il paese a partire dalla sera del 31 dicembre: i giornali hanno parlato lungamente della lettera ai suoi studenti e della sorte avversa che lo ha condotto alla morte nel tragico crollo della palazzina di Ravanusa di un mese fa.

Potrebbe sembrare un assurdo scherzo del destino la chiusa della sua lettera nella quale, con parole amichevoli, si proponeva agli studenti di ieri e a quelli di oggi con la consueta disponibilità: “Per questo, anche ora che siete grandi, per un consiglio, per una delusione, o semplicemente per una risata, un ricordo o un saluto, io ci sono e ci sarò. Sapete dove trovarmi”.

Ora i suoi ragazzi sanno dove trovarlo nella sua veste più autentica: nelle righe della sua lettera di commiato dalla scuola al momento del pensionamento dove è esplicitato il suo testamento di educatore a tutto tondo.