Non pensavo sinceramente di dover ripensare un TE DEUM paradossale per il secondo anno, tanto più che la minaccia della variante OMICRON sembra far presagire un terzo anno di pandemia peggiore del secondo. Ricordo i ringraziamenti paradossali degli amici interpellati l’anno scorso: “Grazie per questo anno difficile che ci ha rese più forti ed unite. Per averci fatto scoprire capacità e risorse nascoste, per l’inventiva e la buona volontà, per il tempo nuovo che ci è stato regalato”. “? C’è sempre un’altra possibilità, basta coglierla, è’ sempre davanti a noi, basta saperla vedere”. “Questo tempo drammatico può diventare un momento propizio, anche se in lockdown. Che questa “particolare” circostanza che stiamo vivendo sia per tutti una occasione e non una obiezione!” “Se in questo periodo non avessimo avuto qualche spiraglio di bellezza, vivremmo oggi una povertà ancora più sostanziale di quella che percepiamo”.
Ci sentiremmo di sottoscriverli a cuor leggero, anche per quest’anno? Forse no. Eppure…
No certamente, perché la speranza di unità nell’umanità che la consapevolezza del destino comune faceva sorgere nel mezzo del lockdown si annacqua nelle stupide polemiche sul green pass e sul diritto a non farsi vaccinare, creando divisioni che neppure l’insorgere dell’ondata Omicron riesce a sanare. No perché le crisi internazionali, Ucraina, Taiwan, Africa sub-sahariana, Venezuela, Haiti, Siria, Afghanistan, Libano, Libia e qualche altra pronta per esplodere fanno pensare che le vecchie paure possono risorgere e diventare ancora più pressanti di quelle della pandemia. No, perché non si vede una reale condivisione dei vaccini con i paesi meno fortunati. No, perché si vede aumentare la povertà nel mondo. No, perché la politica italiana (anche quella varesina) sembra dimenticare perfino le ragioni dell’emergenza e volersi incamminare verso conflitti pregiudiziali malamente mascherati da confronti democratici.
Eppure non mi sento di smentire quei giudizi e quelle persone, alcune messe alla prova ancor più duramente da questo maligno 2021. Tuttavia non hanno cambiato e non cambiano idea. Che cosa le sorregge? Che cosa conferma un giudizio e un approccio positivo a questa tormentata realtà? Proprio la certezza che il destino non dipende da noi, dal nostro fare, dalle nostre mani, deboli, sporche, talvolta insanguinate, ma da un Dio venuto nella carne. Non irraggiungibile, perché ci ha raggiunto. Non incapace di dominare la nostra arroganza, perché ha saputo usarla per salvarci. Non ignoto o totalmente altro, perché capace di sorprenderci all’interno della più intima vita quotidiana. È il tempo della persona, ci ripete insistente papa Francesco. La persona, non l’individuo. La persona in relazione, non il formalismo dell’istituzione e le sue regole. La persona che prendendosi cura di altre persone riformula le regole e vivifica le istituzioni.
Nulla è impossibile a Dio (LC, 1,37). Quale può essere una garanzia, o almeno una speranza? Solo l’esperienza di aver ricevuto una grande grazia. Alla mia famiglia è capitato proprio qualche giorno fa di potersi riunire, in maniera imprevista e gratuita col figlio che lavora in Africa e con i suoi due ragazzi, adottati laggiù e imprevedibilmente già riconosciuti anche dallo Stato italiano. Per me è stato un grande segno, lo sia anche per voi. Te Deum laudamus.
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