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Sport

NORMAL ONE

CLAUDIO PIOVANELLI - 03/12/2021

Stefano Pertile con moglie e figlia

Stefano Pertile con moglie e figlia

Davvero una bella storia quella di Stefano Pertile, la storia di una persona “normale” che riesce a compiere un’azione eccezionale, straordinaria. Per “normale” intendiamo una persona che ha un lavoro dipendente “normale” e che ha (supponiamo) un conto in banca “normale”. Ma che da tifoso, con trascorsi ventennali da ultras, diventa presidente di una squadra di calcio.

La storia di Stefano Pertile si intreccia con quella recente del calcio di vertice varesino, destinato a una amarissima scomparsa dopo i disastri della stagione 2018-19 ma salvato miracolosamente grazie alla nascita della nuova società denominata Città di Varese che, ripartita dalla III Categoria, è poi approdata nel giro di pochi mesi alla serie D grazie alla fusione con il Busto 91.

“Era l’estate 2019 – ricorda Pertile – e mi sentivo quotidianamente con l’avvocato Stefano Amirante. Non ci davamo pace per come erano andate le cose al Varese. Stefano un giorno mi dice: “Ripartiamo dalla III Categoria, se tu ci sei, ci sono anch’io; se tu non ci sei, non se ne fa nulla”. Ero timoroso, pensavo fosse un impegno troppo grande per me. E poi temevo le chiacchiere dei tifosi se le cose non avessero funzionato. Ho interpellato gli amici della Curva che mi hanno incoraggiato, così ho detto di sì ad Amirante e a noi si è unito anche Cesare Bonazzi che però, poco più tardi, si è dovuto arrendere a una malattia”.

Il campionato di III categoria è stato un’avventura alla quale ha posto fine la pandemia, quando il Città di Varese era solo in vetta alla classifica con 9 punti di vantaggio. “Eravamo partiti da zero – ricorda Pertile – senza giocatori, senza tecnico, senza supporto economico. Alla fine abbiamo allestito una bella squadra, tutti hanno giocato, allenato e aiutato gratuitamente e ce la siamo cavata con un budget di 15.000 euro. Bravo l’allenatore Stefano Iori, bravo Matteo Ponti, giocatore di altra categoria, che ha segnato 25 gol in una quindicina di partite. Abbiamo giocato alle Bustecche ma rimarrà sempre nella mia memoria una partita disputata prima di Natale al “Franco Ossola” a cui hanno assistito circa 700 tifosi che con una colletta ci hanno aiutato a chiudere la stagione”.

Clamoroso il salto in serie D, grazie alla fusione con il Busto ’91, nell’estate 2020. “Ci ha dato una mano il Covid 19 – scherza Pertile – perché grazie alla pandemia sono mutati alcuni parametri temporali necessari per consentire queste fusioni. Sapevamo che dall’altra parte c’era Antonio Rosati insieme con suoi finanziatori. Abbiamo detto sì a condizione che venisse creato un centro sportivo che al Varese in passato era sempre mancato. E infatti alle Bustecche stiamo creando qualcosa di davvero notevole. Abbiamo già speso 400.000 euro per un campo in sintetico e altri lavori per abbellire e rendere funzionale l’impianto. Io però ho chiesto di non essere più presidente, un impegno troppo gravoso che si è assunto Stefano Amirante, mentre io sono vicepresidente”.

La scorsa stagione, in serie D, è stata condizionata dal Covid, che ha imposto due periodi di quarantena alla squadra, protagonista di un campionato sofferto. “Però – puntualizza Pertile – si è creata quella giusta alchimia e ci siamo salvati creando i presupposti per una felice ripartenza. Proprio questo aspetto mi gratifica moltissimo: il contatto con giocatori, tecnici, membri dello staff, alla ricerca di un equilibrio, di uno stare bene insieme che è alla base di ogni successo”.

Quest’anno le cose vanno decisamente meglio, con una dirigenza tecnica rinnovata e una squadra che, guidata dall’esperto Ezio Rossi, si è posizionata nelle zone alte della classifica, dopo un filotto di vittorie nelle ultime tre partite. “Penso che saranno proprio le prossime tre gare – dice ancora Pertile – a segnare una possibile svolta nella nostra stagione. Il Novara capolista dista sei punti ma nella gara che abbiamo perso in Piemonte per 2-1 abbiamo giocato alla pari, restando in vantaggio sino a dieci minuti dalla fine”.

Stefano Pertile ha un sogno: “Ho vissuto da tifoso la scalata del Varese passato dall’Eccellenza a un passo dalla serie A: ecco, mi piacerebbe ripetere quell’esperienza dall’interno della società. Se cinque anni fa mi avessero detto che avrei fatto il presidente della squadra di calcio della mia città che ho tifato sin da bambino, avrei sorriso; invece è accaduto. Perciò…”.

Da ultimo, un pensiero alla famiglia: “Il Città di Varese assorbe praticamente tutto il mio tempo nei weekend, devo dire grazie a mia moglie e a mia figlia che comprendono quanto sia importante per me questa avventura. Ma per fortuna anche loro sono tifose…”.

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