Widgetized Section

Go to Admin » Appearance » Widgets » and move Gabfire Widget: Social into that MastheadOverlay zone

Attualità

OMICRÒNIA

MARIO CARLETTI - 03/12/2021

??????????Capisco che non sia facile orientarsi in questa storia/giallo infinita (purtroppo, ovviamente) della pandemia Covid. Tanto più complicato lo è naturalmente per coloro che non hanno quotidianamente a che fare con questo tema e questo vocabolario.

La lotta però a questa pandemia è fondata sulla collaborazione del singolo individuo ed è pertanto fondamentale che le persone chiamate a delle scelte siano educate il più possibile e comprendano il problema anche a partire dalle parole usate per descriverlo.

Il tema di questi giorni è quello delle varianti e della ricaduta che esse potrebbero avere sulla popolazione in termini di contagio, gravità ed esiti.

La variante di un virus si genera nel momento in cui, moltiplicandosi all’interno dell’organismo che lo ospita, il suo patrimonio genetico subisce delle mutazioni.

I virus non possono vivere da soli non essendo dotati degli organi cellulari necessari alla sopravvivenza e devono quindi infettare un altro essere per poter poi duplicare il loro DNA o RNA (nel caso del Covid 19).

È stato scoperto che la sequenza di RNA del Covid 19 consta di circa 30 mila basi azotate ed è quindi semplice capire quanto possa essere facile nel momento della duplicazione che vi possano essere degli errori. Queste modifiche portano varianti del virus e naturalmente noi non siamo in grado di dire a priori quanto e cosa possa cambiare sull’attività/patogenicità del virus oggetto della mutazione.

Questa impossibilità di capire quanto più o meno aggressivo e pericoloso diventi un virus quando muta, spinge la comunità scientifica ad alzare l’attenzione ogniqualvolta compaia una variazione riconosciuta ed isolata.

Nella maggior parte dei casi queste mutazioni non determinano sostanziali modifiche della struttura e delle caratteristiche del virus originario, ma entrano a far parte della normale evoluzione del virus come per altro accade anche per l’uomo.

Non si può d’altronde escludere che queste mutazioni determinino ad esempio una maggior capacità del virus di diffondersi e quindi di propagare l’infezione.

Questo accade ad esempio quando la mutazione porta ad una variazione dell’involucro esterno del virus alterando quindi la capacità di essere riconosciuto dal nostro sistema immunitario e rendendo anche meno efficaci le vaccinazioni.

Il caso del virus dell’influenza è abbastanza esemplificativo: noi possiamo contrarre una influenza più volte nella vita perché questo virus muta rapidamente e le vaccinazioni rincorrono le ultime mutazioni ma non possono prevenirle.

Il 26 del mese di novembre gli esperti indipendenti dell’OMS hanno segnalato la diffusione di una variante denominata Omicron, rilevata in Botswana, Sud Africa (maggior numero di casi 59), Hong Kong ed Israele. È stato segnalato un caso in Belgio e, mentre scriviamo, anche uno Italia in un soggetto rientrante dal Mozambico.

L’allarme è scattato perché è una delle varianti peggiori insorte da quando c’è la pandemia: ha ben 32 mutazioni della proteina spike (il doppio della precedente variante Delta) cioè quella sulla quale sono state costruite le vaccinazioni.

La nuova variante si sarebbe dovuta chiamare N o Xi visto che vengono utilizzate le lettere dell’alfabeto greco per denominarle ma N può essere letta Ni o Nu (in diverse nazioni) e si confonde anche con l’inglese New, Xi è invece un cognome cinese assai comune (sarebbe stato come chiamarla Bianchi o Colombo).

L’ultima comunicazione ufficiale del nostro Ministero della Salute invita ad atteggiamenti di precauzione come attenzionare chi viaggia in Paesi a rischio e segnalare focolai con rapido ed anomalo incremento dei casi.

Si ricorda però che fino ad oggi non ci sono prove di modificazione di trasmissibilità, gravità e soprattutto potenziale evasione della risposta immunitaria.

 

Facebooktwittergoogle_plusredditpinterestlinkedinmail

You must be logged in to post a comment Login