“…La verità è che non è proprio della scienza il regolare la nostra vita, ma della saggezza; e che l’opera suprema della civiltà non è nell’ordine dell’attività transitiva, ma dell’attività immanente: per mettere realmente la macchina, l’industria e la tecnica al servizio dell’uomo occorre metterle a servizio di un’etica della persona, dell’amore e della libertà. Sarebbe un grave errore ripudiare la macchina, l’industria e la tecnica, che sono buone in se stesse, e che occorre al contrario utilizzare per un’economia d’abbondanza. Ma l’illusione razionalistica è propria nel non capire che è necessario scegliere tra l’idea d’una civiltà essenzialmente industriale e quella d’una civiltà essenzialmente umana, per la quale l’industria è realmente solo uno strumento: è dunque sottoposta a leggi che non sono le sue. La nozione di piano muta allora di senso. Essa sussiste, dal momento che l’economia deve essere organizzata e razionalizzata; ma questa organizzazione e questa razionalizzazione devono essere l’opera di una saggezza politica ed economica che è prima di tutto una scienza della libertà, procedendo secondo il dinamismo dei mezzi al fine, e in continuità colla natura dell’essere umano, e non già una sedicente previsione matematica universale; d’una saggezza che si applichi a regolare l’industria non secondo le sole leggi dell’industria stessa, ma secondo le leggi sovra ordinate; e inizialmente a regolare sempre il movimento della produzione su quello dei bisogni reali e delle capacità reali del consumo”.
Il pensiero di Jacques Maritain è straordinariamente umano e cristiano contemporaneamente, è dentro la storia dell’uomo e in quella del mondo nel quale l’uomo vive e opera, è come se ci ricordasse che nulla dell’intelligenza positiva deve essere aprioristicamente rifiutato, ma che non basta fruire: occorre un’etica della fruizione, una consapevolezza che si rafforzi nell’identità cristiana, dove tutto si riconduce all’Intelligenza primaria, che sovrintende l’umanità con le sue ricchezze e le sue fragilità. Il pensiero di Maritain, oltre che essere profondamente cristiano e profondamente umano, è giustamente razionale, di un razionalismo umano che conosce i propri limiti e che è consapevole della sua subordinazione temporale. L’uomo al centro della storia, l’uomo con la sua libertà, l’uomo con le sue consapevolezze, le sue responsabilità, con la sua eticità, attivo e operativo, dinamico e intraprendente, capace di migliorare la condizione della collettività perché cosciente della propria missione, dalla quale non disgiunge mai il proprio umano operare. È l’uomo che mette a frutto la forza delle sue doti, guidato da una radicata e profonda consapevolezza del servizio.
Affermava in questa direzione Papa Montini, rivolgendosi al mondo industriale: “Chi fa della tecnica ed è occupato come voi a costruire degli stupendi strumenti; chi, come voi, è riuscito a scoprire forze segrete fino a pochi anni fa, e strapparle dal regno della natura, imprigionandole e domandole, spesso non può trattenersi dal dire: “Obbedisci natura a me: sono io che comando! Io uomo, io primo scopritore, io scienziato, io ingegnere, io tecnico, io operaio! Ho potuto capire le tue forze silenziose e vaganti, le ho estratte dal tuo seno, le ho poste al mio servizio, me ne servo e sono diventato il padrone del mondo”. Questa padronanza, questa vostra stupenda abilità nel mettere le forze naturali a servizio dell’uomo può farvi credere di essere molto bravi; ma bravi al punto da dimenticare che le forze e le leggi di cui vi siete impadroniti non le avete create voi. Voi le avete trovate; voi avete saputo leggere dentro il regno della natura. Lo avete creato? Lo avete inventato voi? Da chi è stato creato? È una fantasia? È una poesia? È una cosa che germina nel vostro spirito? No! È una realtà a cui dovete obbedire per comandarla!”.
Un monito auspicabile e verificabile, soprattutto oggi, un tempo dominato dalla profonda crisi di un sistema che si è illuso di costruire la propria fortuna sull’economia, come se si trattasse di un corpo staccato dall’umanesimo della persona. Quella odierna è una storia che tende a sopprimere l’aspetto antropologico, per sostituirlo con uno di natura illuministica, dove il diritto non lascia spazio a forma alcuna di dinamismo pensante. Maritain, come Montini e Montini come Maritain colgono la forza evolutiva dell’intelligenza, ma anche i limiti di un materialismo che l’uomo molto spesso subisce. È contro questo tipo di sudditanza che il filosofo francese e il papa italiano collocano la loro posizione religiosa, mentale, culturale e spirituale, posizione che riflette l’essenza cristiana della storia.
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