In Confidenza

L’OCCASIONE

Don ERMINIO VILLA - 19/11/2021

Uno strano oggetto di beatitudine, la povertà. Chi sono qui i “poveri”? Matteo parla di «poveri in spirito».

Lo spirito, per la Bibbia, è il soffio della vita comunicato da Dio ad Adamo; è la nostra dimensione più intima, spirituale, che ci fa umani.

Costoro sono e si sentono poveri, nell’intimo del loro essere. Gesù li proclama beati, perché loro è il Regno dei cieli.

Quante volte ci è stato detto il contrario: ‘bisogna farsi avanti nella vita‘

Da questo nasce la solitudine e l’infelicità: se io devo essere “qualcuno”, sono in competizione con gli altri, preoccupato ossessivamente di me.

Se non accetto di essere povero, odio ciò che mi ricorda la mia fragilità.

La fragilità mi impedisce di diventare ricco di fama e di tutto. Ma come si vive male se si rifiutano i propri limiti!

Cristo ci dice: essere poveri è un’occasione di grazia; e ci mostra la via d’uscita da questa fatica: è la via del Regno di Dio.

In realtà poveri in spirito lo siamo già: infatti abbiamo bisogno di tutto. Siamo dei mendicanti. È la nostra condizione umana.

Ci sono quelli che hanno i regni di questo mondo: i beni, le comodità; ma prima o poi questi regni finiscono… anche i grandi imperi passano.

Invece regna chi sa amare il vero bene più di sé stesso. E questo è il potere di Dio.

In che cosa Cristo si è mostrato potente? Perché ha saputo fare quel che i re della terra non fanno: dare la vita per gli uomini.

Questo è il vero potere della fratellanza, della carità, dell’amore, dell’umiltà. In questo sta la vera libertà:

chi ha questo potere dell’umiltà, del servizio, della fratellanza è davvero libero.

A servizio di questa libertà sta la povertà elogiata dalle Beatitudini. Perché c’è una povertà che dobbiamo accettare, quella del nostro essere, ed un’altra da cercare, quella concreta, dalle cose di questo mondo, per essere liberi e poter amare.

Sempre dobbiamo cercare la libertà del cuore, quella che ha le radici nella povertà di noi stessi. (Papa Francesco)