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Fisica/Mente

BUGIARDI E BUGIARDINI

MARIO CARLETTI - 22/10/2021

fogliettoSecondo dati ufficiali e statistiche sarebbero la maggior parte degli utilizzatori finali a leggere i bugiardini. I numeri non sono discutibili in questo caso, ma la mia personale esperienza va controcorrente. La stragrande maggioranza dei pazienti delega al medico di fiducia questa responsabilità: vuole giustamente capire, farsi spiegare ciò che eventualmente non comprende, ma poi non si mette a spulciare questo leggero pezzo di carta obbligatoriamente abbinato alle confezioni medicinali.

Situazioni estremamente particolari come la pandemia di Covid 19 hanno ovviamente acceso lo specifico interesse, perché dal punto di vista comunicativo si è scatenata una battaglia dura, spesso politica, poco scientifica che ha indotto la massa a focalizzare l’attenzione su quando scritto dalle case farmaceutiche per presentare i propri prodotti.

Mi resta il dubbio che lo stesso interesse abbiano riscosso i bugiardini di aspirina, tachipirina e Voltaren (i tre farmaci più venduti in Italia).

Inciso introduttivo a parte, in queste righe vorrei far capire a cosa serve e cosa sia il bugiardino.

Già è affascinante il nome: come definire bugiardo qualcosa che invece proprio perché inerente alla salute dovrebbe assolutamente corrispondere alla verità? Ci viene in aiuto l’Accademia della Crusca, che ci spiega come non vada confuso l’utilizzo della parola come aggettivo quando invece si stratta di un sostantivo. La parola bugiardo, aggiunta a uomo, qualifica lo stesso per comportamento, mentre il sostantivo indica un oggetto e nella fattispecie una locandina (di origine toscane) che veniva esposta fuori dalle edicole per indicare i contenuti di giornali e riviste.

Sempre l’Accademia ricorda come ai tempi del Fascismo vi fosse un giornale, il Telegrafo, definito il “bugiardello” in quando considerato fazioso, perché si diceva fosse edito dalla famiglia Ciano.

Al diminutivo “ino” il compito di aggiungere una vena di ironia alla parola bugiardo o forse quello di ricordare le piccole dimensioni ed il peso minimo del foglietto di carta allegato alle confezioni farmaceutiche.

L’Agenzia europea del Farmaco (EMEA) ha introdotto l’obbligo di condurre test sui pazienti per capire quando il bugiardino sia leggibile, di facile impiego, chiaro in tutte le informazioni.

Rispetto ai primi bugiardini che probabilmente se non piccole bugie certamente omettevano alcuni dati reali, quelli attuali sono notevolmente migliorati, anche se ancora (critica in assoluto più diffusa) spesso incomprensibili per consumatori non specialisti. E troppo tecnici nei contenuti, a loro volta espressi in spazi ridotti e scritti in caratteri difficili da leggere anche per dimensioni.

Il bugiardino nella realtà servirebbe quindi ad informare il lettore di alcune delle caratteristiche del prodotto, ma spesso è utilizzato anche per proteggere le aziende da possibili eventi avversi legati al suo utilizzo.

Dovrebbe, dal punto di vista tecnico, contenere sei paragrafi: che cosa sia la sostanza X e a cosa serva (categoria del farmaco, trattamento di quale patologia), cosa sia meglio sapere prime di assumerla (ad esempio allergie specifiche, utilizzo in gravidanza, allattamento, controindicazioni alla guida etc), come prenderla (dosaggi, orari, via di utilizzo, durata della terapia, cosa succeda se si salta una somministrazione etc), possibili effetti indesiderati (disturbi associati ad organi, reazioni allergiche etc), come conservarla (fuori dalla portata dei bambini, condizioni particolari di conservazione, scadenza, etc), contenuto della confezione (compresse, gel orale etc), ed altre eventuali informazioni (colore, eventuale sapore etc).

È in ogni caso un documento ufficiale approvato dall’AIFA (Agenzia Italiana del Farmaco) che deve essere allegato alla confezione del medicinale ed è necessario per richiedere la registrazione e l’autorizzazione al commercio dei prodotti farmaceutici.

L’appellativo bugiardino viene applicato anche ad altri testi illustrativi come dépliant di alberghi/strutture o quarte di copertine, il che fa pensare (anche se velatamente) a qualche possibile informazione di parte, se non a veri e propri inganni.

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