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Pensare il Futuro

BAGLIORI FATUI

MARIO AGOSTINELLI - 22/10/2021

??????????Basta un bagliore di radioattività per far ricomparire sugli schermi televisivi e sulle colonne dei giornali Chicco Testa, discutibile parte in causa quando si deve riflettere sul dramma del clima e sulle difficili soluzioni energetiche da adottare nell’attuale emergenza. Ma per la stampa e i talk show non c’è di meglio e di più tranquillizzante, in tempi di allarme degli scienziati e di moniti severi come quelli del recente Nobel Giorgio Parisi.

Gli Italiani hanno votato “no” al nucleare nel referendum popolare del 2011, il cui risultato ha bloccato per la seconda volta – dopo quello del 1987 – il tentativo di costruire centrali nucleari in Italia per produrre elettricità. Non abbiamo infatti dimenticato né il disastro di Three Miles Island, né di Chernobyl, né di Fukushima per la salute delle persone e per l’ambiente: per questo chiediamo al Governo Draghi di respingere con nettezza in sede europea il tentativo di 10 paesi guidati dalla Francia di fare passare – nella tassonomia europea – il nucleare come energia verde e rinnovabile. Sappiamo che il nucleare con le sue scorie micidiali è per sempre!

Le energie rinnovabili, invece, non sconvolgono i cicli naturali, non modificano la struttura della materia e hanno effetti controllabili in tempi biologici. Si limitano ad usare forze naturali come sole, vento, calore naturale della terra, forza delle acque per produrre energia elettrica.

Questa è l’unica strada per affrontare in tempo lo stravolgimento in atto del clima a causa dell’uso dei combustibili fossili che producono CO2 e delle emissioni di metano che da decenni vengono disperse nell’atmosfera.

L’allarme sullo stravolgimento climatico (da ultimo il rapporto Ipcc dell’Onu) è sacrosanto e le iniziative per rimediare debbono essere forti e tempestive per bloccare l’innalzamento della temperatura della terra entro un grado e mezzo, mentre il rischio è che si arrivi al doppio.

Dieci paesi europei, capofila la Francia, invece propongono in sede europea un trucco linguistico per parificare il nucleare alle energie rinnovabili, per evitare di prendere impegni per ridurre effettivamente al loro interno l’uso dei combustibili fossili, per rispettare gli impegni dell’Accordo di Parigi. Il tempo stringe e nel poco tempo che ci resta il nucleare oggi possibile è quello della generazione “III+”, che l’Italia ha evitato con il referendum, e che ha accumulato ritardi ultra decennali, sia in Francia (Flamanville) che in Finlandia (Olkiluoto) con una quintuplicazione dei costi. E che comunque non potrebbe contribuire a raggiungere entro il 2030 il risultato di ridurre almeno del 55% le emissioni clima-alteranti. Per di più nessuno scenario UE attuale contempla nuove installazioni nucleari e di metano finalizzate all’obiettivo del 55% di emissioni in meno, assolutamente invalicabile se si vuole evitare effetti catastrofici entro pochi lustri. Di cosa parla allora il nostro “redivivo”?

Verniciare il nucleare di verde è pura propaganda ed è contro gli impegni di Parigi per il clima. Se l’Unione Europea dovesse accettare la pretesa della Francia e degli altri Paesi, l’unico risultato sarebbe consentire l’uso dei fondi del Next Generation EU per finanziare l’industria di Stato francese (Areva); per prolungare oltre i 40 anni la vita dei vecchi reattori russi (VVER) siti in R. Ceca, Slovacchia, Ungheria, Bulgaria; per finanziare l’installazione in Polonia di una centrale EPR francese e ABWR americana; per le enormi spese per lo smantellamento del sovra dimensionato nucleare civile francese che, altrimenti, ricadrebbero sui contribuenti nazionali.

Sono noti i rischi del nucleare non solo in caso di catastrofe globale – già prevista dalla IAEA, che fu costretta ad introdurre questo tipo di rischio nella scala INES prima di Fukushima – ma per incidenti gravi e per la diffusione della contaminazione radioattiva a causa del normale funzionamento delle centrali e allo smaltimento delle scorie radioattive.

Per alcuni Paesi il nucleare civile è base necessaria per un armamento atomico, come la “force de frappe” della Francia. Occorre impedire che parte dei finanziamenti europei per le energie rinnovabili finisca per sostenere una scelta strategico-militare al di fuori delle scelte europee e ancora di più degli obiettivi del Next Generation EU.

Per questo chiediamo al Governo italiano di bloccare il tentativo in sede europea di equiparare il nucleare alle energie rinnovabili, se necessario ricorrendo al veto dell’Italia.

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