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Apologie Paradossali

OCCASIONE CENTRISTA

COSTANTE PORTATADINO - 08/10/2021

??????????(S) Viltà? Non trovate un po’ sorprendente ed eccessivo il giudizio del nostro direttore nei confronti della massa di astenuti prevista e realizzatasi alle elezioni amministrative? Ricordo i tre motivi, anche seri, che gli parevano motivare, la settimana scorsa, la fuga dalle urne: “1) la pandemia non è finita e resiste il timore d’infilarsi in un seggio elettorale dove transitano centinaia/migliaia di persone. 2) i politici sono giudicati tutti uguali, e siccome tizio non si dimostrerebbe migliore di caio o sempronio, appare inutile distinguere e votare. 3) i candidati a sindaco e consigliere comunale fanno prevalere chiacchiere vaghe su proposte concrete e dunque, incapace chicchessia d’esser persuasivo, vadano tutti all’inferno”. Se fosse stato per me, ma nel mio comune fortunatamente non si votava, avrei fatto fatica a decidere, mancandomi il mio tradizionale punto di riferimento, divorato da questo feroce bipolarismo. Quindi una motivazione politica e istituzionale della mia eventuale astensione, non sanitaria, né moralistica.

(O) Ho trovato in un saggio del prof. Abruzzese una diversa ed interessante spiegazione di questo non voto, in questo momento: “lo vede come l’esito di una percezione di ingovernabilità del mondo (che) confina la partecipazione elettorale, specialmente quando riguarda le sole dinamiche amministrative, ad un ruolo comunque secondario rispetto alle emergenze percepite e costantemente rilanciate. La reiterazione costante di quest’ultime finisce così con il porre le premesse per una crescente disaffezione all’impegno elettorale, soprattutto quando concerne la governabilità di un mondo ordinario, percepito, oggi più che mai, come assolutamente secondario”. Tradotto in termini volgari: non perdo tempo ad una riunione di condominio, dove non conto nulla ed ho scarsi interessi da difendere.

(C) Alle quattro motivazioni, tutte valide, aggiungerei un parere personale: la drastica scissione tra attori della politica e attori del cambiamento sociale, con i primi ridotti a rincorrere i secondi, almeno fino a quando vi scorgono una mammella di voti, ovviamente di opinione e non di convinzione profonda. Va ridotta a questa dimensione anche la contrapposizione tra sovranisti ed europeisti. Ma insisto: la rottura è più profonda.

(O) Vero. Si dice che i politici devono ascoltare i cittadini, ma non in questo modo: ascoltino le domande, non cerchino d’indovinare le risposte, come se fossero ad uno di quei quiz dove ti propongono domande astruse e soluzioni trabocchetto. Piegarsi ai sondaggi e ai like dei social è peggio di un rischio, è il tradimento della vera democrazia. Così come infarcire i programmi di promesse parziali, che vanno bene a tutti.

(S) Desiderio nobile e generoso, ma non aiuterà la riforma della politica. In molte situazioni la prevalenza della destra o della sinistra è stata netta, mentre in un terzo caso, come Varese, si è manifestato un sostanziale equilibrio. Evidente l’importanza dell’aver conquistato lo spazio politico del centro.

(C) Nella lotta per la conquista del centro, la continuità di governo ha chiaramente giovato ai sindaci uscenti, a quelli di Busto e di Gallarate soprattutto, ma parzialmente anche a Galimberti, che parte del centro lo aveva già conquistato al ballottaggio la volta scorsa e lo ha mantenuto senza sforzo. Più difficile è stata questa impresa per Bianchi, che doveva rimontare l’eccesso di populismo della Lega e le incomprensibili derive no vax di tutta la destra.

Il confronto ancora aperto a Varese offre paradossalmente all’elettorato di centro, in particolare a quello d’ispirazione cattolica, astensionisti compresi, una imprevista e consistente opportunità, quella di mettere alla prova la reale disponibilità di ciascuno dei due candidati a dare risposte concrete sui temi importanti, quali l’educazione, la sussidiarietà, il lavoro, l’accoglienza, i servizi sociali e sanitari.

(S) Stavolta non saranno ammesse risposte generiche. Ma credo che dovranno cimentarsi anche con una idea di città e con la dimostrazione di voler collaborare per il bene comune. Questo confronto in un primo momento potrà rimarcare maggiori differenze di prima tra i due contendenti, se vorranno far ritornare al voto non solo i propri elettori, ma richiamare parte degli astenuti. Ciascuno, però, dovrà anche dichiarare (ma poi mantenere la parola) di voler essere il sindaco di tutti.

(C) Qui si condensa il mio messaggio apologetico nei confronti degli astenuti a Varese: se non vogliono meritarsi il rimprovero del direttore ed essere mandati a far compagnia agli ignavi danteschi, si facciano vivi adesso, scelgano in scienza e coscienza, ma assumano il rischio di una scelta. Sono convinto che non si pentirebbero del voto espresso, quale che sia.

(S) Sebastiano Conformi (O) Onirio Desti (C) Costante

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