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Attualità

EBBENE SÌ

ANNA MARIA BOTTELLI - 01/10/2021

??????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????Il medico pediatra in questo momento storico riceve ricorrentemente domande – da parte dei genitori – sull’opportunità o meno di far vaccinare i propri figli adolescenti. Se per la fascia di età 12-15 anni le ragazze e i ragazzi dipendono ancora molto dall’opinione dei genitori, nel triennio successivo tendono ad avere le idee più chiare e autonome, tanto da scegliere loro stessi di farsi vaccinare. Pur facendo domande per chiarire alcuni passaggi, sono consapevoli che la vaccinazione è una pratica utile e indispensabile per il loro benessere, quello della loro famiglia e dell’intera società.

A me capita spesso di mostrare loro un decalogo diffuso dalla Federazione Italiana Medici Pediatri, che i ragazzi leggono attentamente quasi sempre condividendolo. Nel documento viene sottolineata l’importanza del vaccino per evitare una malattia potenzialmente pericolosa per sé e per gli altri, ma anche i pur rari casi di decessi o i ricoveri per complicazioni e/o la conseguenza a distanza (il cosiddetto Long Covid). Sottolineo che il vaccino evita di interrompere la frequenza scolastica (il periodo in DAD ha creato qualche malcontento) o le varie attività comunitarie, sportive, aggregative, con il rischio di un nuovo isolamento sociale. Colpisce positivamente i giovani il fatto che il vaccino per sé evita di contagiare parenti anziani o fragili, compagni di scuola o amici con analoghi problemi e che magari non hanno risposto adeguatamente alla vaccinazione. Se ben spiegato, si sentono orgogliosi anche di contribuire al controllo della pandemia contenendo la circolazione del SARS-CoV-2 e riducendo il rischio di nuove varianti.

Ho constatato che se i genitori e i nonni, spesso già vaccinati, trasmettono – convincendoli – quel senso di fiducia e di tranquillità tipico del rapporto affettivo, gli adolescenti accettano di farsi vaccinare con maggior serenità e consapevolezza. Alcuni hanno il classico timore della “puntura” o del dolore successivo in sede iniettiva: sufficiente tranquillizzarli proprio come si fa con i bambini piccoli attraverso semplici accorgimenti, anche perché la paura dell’ago è legata a una forte emotività poco contrastabile con la razionalità. Continuando con gli incontri esplicativi, genitori di ragazzi affetti da asma allergico controllato, da allergie, da celiachia o altre malattie di tipo cronico, si informano sui rischi. La risposta è “sì” al vaccino per tutti, anche per chi ha avuto reazioni anafilattiche in passato. Oltre a doverlo riferire in sede anamnestica, in questi ultimi casi viene consigliata la pratica vaccinale in ambiente protetto, in modo da intervenire tempestivamente.

Non è vero che – come afferma la Società italiana di Pediatria – si possa collegare il vaccino Covid 19 a problemi di infertilità femminile o maschile, così come non è stato segnalato un aumento significativo di casi di trombosi associato alla pratica vaccinale. Anche chi ha avuto problemi relativi alla coagulazione può essere vaccinato. In alcuni paesi tra cui USA e Israele sono stati segnalati – sempre secondo la SIP – casi di miocardite post vaccino Covid 19. Tuttavia sono casi di modesta entità che si sono risolti con le cure mirate, senza lasciare reliquati. Ritengo poi giusto informare dettagliatamente i ragazzi e le ragazze anche sui più frequenti effetti collaterali indesiderati del vaccino: dolore ed edema nel sito di iniezione, stanchezza, cefalea, dolori artro muscolari, brividi e febbre. Ciò al fine di evitare importanti impegni sportivi o viaggi per quei pochi giorni subito dopo la vaccinazione in cui si consiglia un tranquillo relax. Eventuale unica terapia il paracetamolo o l’ibuprofene per gestire gli effetti di cui ho parlato. In sintesi trattasi di un vaccino sicuro ed efficace i cui benefici sono superiori ai rischi. È quindi consigliato a tutta la fascia adolescenziale e forse – ma non si hanno ancora certezze – per bambine e bambini che frequentano la scuola primaria. Ma di questo ne riparleremo.

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