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Cultura

LECTIO BONELLIS

RENATA BALLERIO - 24/09/2021

bonelliNotiziola settembrina riportata da alcuni giornali. Su Il fatto quotidiano -ad esempio- si legge: “nel bizzarro mondo dei libri, in questo mese, è successo un fatto piuttosto inaspettato. In cima alle classifiche di vendita per la prima volta si è piazzato un manga, ossia un fumetto giapponese”. La notiziola curiosa, che sicuramente ha fatto felici gli appassionati di fumetti, dovrebbe far riflettere sui cambiamenti nei gusti del pubblico, sempre più bisognoso di evasione, e del mercato. Sembrano davvero lontani i tempi in cui Umberto Eco con temerarietà intellettuale dichiarava il suo interesse per i fumetti spesso banditi da una certa diffidenza culturale. Da attento lettore dei tempi capì lo specialissimo linguaggio dei fumetti nella comunicazione di massa e affermava di poter leggere la Bibbia, Omero o Dylan Dog per giorni senza annoiarsi. Si può ben dire che l’indagatore dell’incubo, con la sua giacca nera e camicia rossa, ex alcolista, vegetariano con molte fobie, compie meritatamente i suoi primi trentacinque anni. Per la precisione il 26 settembre del 1986 usciva il primo numero con lui protagonista.

Purtroppo il 26 settembre ci ricorda anche la morte, a Monza, del suo editore, Sergio Bonelli. Il giornalista Vincenzo Mollica in occasione della scomparsa di Bonelli, uomo colto e amante dei viaggi, lo definì grande autore e grande editore. Parole giuste. Anzi si potrebbe parlare di lui, usando il titolo di una raccolta pubblicata con successo dal 1976 al 1980: un uomo, una avventura. In quella raffinata e fortunata raccolta si raccontavano imprese e storie tra la fine Ottocento e inizio Novecento, come la rivolta delle Filippine del 1902.

Altrettanto interessante è raccontare l’avventura umana e professionale dell’editore di tanti fumetti, dall’intramontabile Tex a Mister no, antieroe, ideato proprio da Bonelli, alias Guido Nolitta, alla più recente Julia, criminologa, donna e insegnante, investigatrice dell’anima. Sono storie che abitano l’immaginario collettivo. Anche per questo è utile leggere la biografia del loro intelligente e geniale editore, come presentata in un libretto della collana “Lezioni di fumetto” dal titolo emblematico: Guido Nolitta. Sergio Bonelli sono io. Scelse quello pseudonimo per distinguersi coraggiosamente dal padre, pioniere dei fumetti in Italia e fondatore della casa editrice nel 1948, in continuazione dell’Audace. Bella storia umana di ricerca di identità nella continuità. Bella storia di coraggio e di lungimiranza imprenditoriale. E come tutti i bravi imprenditori seppe scegliere ottimi collaboratori. L’elenco sarebbe lunghissimo ma – a titolo esemplificativo – un giusto riconoscimento va a Tiziano Sclavi, ideatore di Dylan Dog, che donò nel 2002 oltre seimila volumi alla biblioteca di Venegono Superiore e al fumettista Giuseppe Candida, nato a Cittiglio, collaboratore per Tex e Zagor.

A dieci anni dalla scomparsa di Bonelli riescono ancora a commuoverci alcune sue parole. È una dichiarazione preziosa nella sua semplicità: “quando, da perfetto sconosciuto quale sono, grazie al cielo, al di fuori del piccolo mondo fumettistico italiano, mi presento a qualche manifestazione dedicata ai comics (a New York come a Buenos Aires, Barcellona come ad Angoulême), mi basta una semplice dichiarazione per suscitare l’interesse e la stima dei miei interlocutori: Mi chiamo Sergio Bonelli, pubblico fumetti in Italia e sono l’editore di Sergio Toppi”. Appassionati o meno di fumetti dobbiamo essere grati a Bonelli per i personaggi da lui inventati, spesso paladini di giustizia, in un mondo fantastico ma plausibile. E se anche non siamo abituati a cavalcare con Dinamite, il prodigioso cavallo di Tex, possiamo fare nostre le parole pubblicate sulla Treccani. “ Il genere western di Bonelli ebbe un enorme successo anche per la grande libertà linguistica del testo, ormai svincolato dalla censura e più vicino all’oralità: frasi incomplete, pause, interruzioni servivano a riprodurre la dimensione del parlato quotidiano”. Anche questa è cultura.

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