Dal parrucchiere. Seduto su una poltrona, leggo il mio quotidiano, attendendo il mio turno, mentre altri clienti polemizzano tra partiti, politici, canaglie, farabutti e corruzione in politica. “Quello là – dice uno – è un arrogante e ladro”. “Sì – gli ribatte un altro – ladro con i guanti perché i piccoli ladri rubano poco e finiscono in prigione, mentre i grandi ladri rubano molto e finiscono in Parlamento” “Adesso non lavorano più con le mani come i borseggiatori – incalza il terzo – ma con i sistemi telematici, lavorano con la testa giocando in borsa e il risultato della loro refurtiva la chiamano cresta, tangente, profitto lobbistico e, quando va male, bancarotta…”
Sono un po’ infastidito da questa tracotante conversazione che mi distoglie dalla mia lettura. Piero, il parrucchiere che mi conosce da anni, si rivolge a me: “E lei, prof, che cosa ne dice?”. Non esito a rispondergli: “Gli amministratori e i legislatori a cui ho dato il mio voto, e sono stati eletti, non sono né ladri né furfanti. Prima di dare a loro la mia fiducia mi informo su tre punti della loro vita: che mestiere o professione esercitano e di quale considerazione godono, a quale età e come sono giunti alla vita politica, a quali attività socio-culturali-educative si sono dedicati gratuitamente al servizio della comunità, prima di dedicarsi alla politica”. Cala il silenzio e dopo poco si continuerà a parlare di calcio.
Lungo il tragitto verso casa, mi scervello su quanto ho udito: “Ma quei politici li abbiamo eletti noi…È vero che ogni paese ha i governanti che si merita…Perché si continua a dire che la politica è una cosa sporca? Perché questa ondata di qualunquismo che rende i politici tutti uguali? Eppure io conosco amministratori e politici che sono onesti, rigorosi, preparati, seri: non è per caso che queste buone qualità non si affermino tra coloro che li votano?”. Cerco di capire le ragioni di questa antipolitica che rischia di minare la nostra democrazia.
Con la fine delle ideologie, sono terminate anche le idee. La politica è divenuta prassi senza essere illuminata da orizzonti che danno un senso alle scelte, da un’etica che guida a validi fini. Riducendo la politica a scelte casuali, il fine diventa il successo. Il machiavellismo di ieri (“il fine giustifica i mezzi”) è divenuto “i mezzi (il voto, la scelta politica, i bonus, le tasse…) sono il fine” per la cura della polis. Ma questo “agire” staccato dal “pensare” – ammoniva il giovane Aldo Moro – è destinata al fallimento. Chi riduce la politica a pura pratica corrompe il progetto morale a cui tende e finisce di accontentarsi di abbrancare qualche voto, ma non di costruire un progetto per il comune o per l’intero Paese.
Con la fine del pensiero politico sono entrati in crisi i partiti e i loro leaders. La nostra Costituzione assegna ai partiti una funzione difficile da sostituire: essi costituiscono il sostegno della democrazia. A causa delle liste elettorali bloccate, il voto degli eletti finisce per diventare impermeabile al controllo e alla critica dei cittadini. Da qui nasce il disinteresse, se non l’acredine, verso i politici corrotti. Quando ero giovane seguivo con ammirazione un leader perché era saggio e onesto, oggi è considerato saggio e onesto, bravo, forte il politico che è “capo” perché eccita le folle come un imbonitore e trasforma le preoccupazioni (l’epidemia, la disoccupazione, la povertà, le tasse…) in passioni travolgenti e in diritti insensati, senza essere capace di indicare soluzioni, ma limitandosi a vendere solo fumo. È il politico che distrugge gli avversari con menzogne, che sfida l’avversario non con il ragionamento, ma con la rozzezza della parola, che polverizza i disgraziati avviando così la politica verso una catena di contumelie.
Non tutti i politici sono disonesti. Ci sono persone competenti non solo professionalmente, ma versati a servire gli altri, senza essere servili verso i potenti. Sono disinteressati al proprio vantaggio e distaccati dal potente di turno. Praticano la giustizia coniugandola con la compassione. Danno un senso alla loro vita spendendosi per gli altri. Si mettono al servizio degli altri valorizzando le loro capacità senza apparire sugli schermi televisivi: sono costoro di cui abbiamo bisogno.
I cristiani e gli uomini retti di cuore siano vigili nello smascherare le nuove forme di mal-politica, anche se alcune volte ne sono stati complici.
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