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Attualità

VARESE SEMPRE IN RITARDO

OVIDIO CAZZOLA - 04/05/2012

Il documento di VAS (Valutazione ambientale strategica) per il Piano di Governo del Territorio presente nel sito ufficiale del Comune di Varese ha avuto una prima stesura nel 2008. Sono passati ormai quattro anni e solo in questi giorni viene ripreso in esame e presentato pubblicamente.

Credo che la scarsa attenzione che viene riservata dalla città a questa ripresa di iniziativa da parte dell’Amministrazione, sia dovuta alla scarsa consapevolezza del ruolo della VAS nella definizione delle linee portanti di un PGT.

Il PGT è costituito da tre parti: il Documento di piano, il Piano dei servizi, il Piano delle regole. Il Documento di piano è il vero documento politico (la sua durata è limitata a cinque anni ed è sempre modificabile). I suoi contenuti costituiscono il progetto, la prospettiva della città.

La VAS gli trasmette le linee strategiche che dovrà rispettare, che definiranno una sostenibilità ambientale, da intendere in tutta la sua ampiezza di significato, e uno sviluppo ipotizzabile socio-economico non limitato al solo territorio comunale ma esteso al contesto territoriale di appartenenza nel quale si verificano gli avvenimenti più significativi e incidenti per le nostre comunità.

Anche per questa ragione non si spiega l’inerzia delle amministrazioni comunali e provinciale per la promozione di iniziative di intelligente e necessario coordinamento dei singoli Piani comunali. Che non si possono limitare a semplici attenzioni nei punti di contatto lungo i confini amministrativi, ma che dovrebbero investire prospettive strategiche, volontà condivise, ambizioni creative comuni.

Siamo in una condizione drammatica di cattiva gestione di questo nostro meraviglioso territorio. Così l’avevamo ereditato dal passato. Con le numerose edificazioni liberty del primo Novecento per il godimento di questa bellezza e gli ammirati grandi alberghi. Con misurate realizzazioni di regime del ventennio.

Il dopoguerra ha avviato una edificazione che ha prodotto esiti inaccettabili, incredibilmente nel quadro di un piano regolatore fondato sulla nuova legge nazionale urbanistica del 1942, ma rivolto a favorire l’edificazione più intensiva che nuove tendenze parevano favorire.

I piani regolatori successivi, in variante, hanno contenuto quegli eccessi ma non sono riusciti, salvo che parzialmente nell’ultima stesura del 1995, a definire nuove regole in grado di ridare dignità a questa città.

La VAS ha il compito preliminare di affrontare questa sfida non impossibile anche se soltanto parzialmente riparatoria. La difesa dell’ambiente deve affrontare innanzitutto il contenimento dell’espansione edificatoria sui terreni liberi. Questo obiettivo va realizzato anche con la collaborazione dei Comuni della cintura. Deve affrontare finalmente il tema della mobilità veicolare avviando un confronto ravvicinato e concreto con le società ferroviarie per ridare al sistema su rotaia il ruolo decisivo di contenimento della veicolarità privata, che assicuri spazi qualificati alla vita di relazione urbana, con la pedonalità e la ciclabilità garantite e difese. È necessario prevedere e realizzare fermate ferroviarie esterne al nucleo urbano, dotate di ampi parcheggi. Bloccare ogni ulteriore iniziativa di autosilo nel centro urbano. Ridisegnare, riordinare l’edificazione lungo le nostre strade, rilanciando il piacere e la bellezza dei viali del passato, rinunciando agli ecomostri ricchi solo di metri cubi che ancora stanno sorgendo o si propongono di sorgere. Non vi è nessun compenso per la città, per maggiori entrate nelle casse comunali, che meriti lo sfregio definitivo del nostro paesaggio. Che va letto e goduto da tutti i punti di vista dove fortunatamente si è salvato… Che va ricostruito per quanto ancora possibile.

L’immagine di questa città, di questo nostro territorio varesino può essere ancora salvaguardata, ricostruita almeno in parte, se cultura adeguata e amore vincono la volgarità e superano il disimpegno… Su queste prove attendiamo i prossimi atti dell’Amministrazione.

Con qualche pessimismo.

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