Quest’anno saremo guidati da alcuni passi della ‘Lettera dei Vescovi italiani ai parroci’, di qualche anno fa, sul “volto missionario” della comunità cristiana.
“Le trasformazioni in atto in questi anni nella nostra società costringono la parrocchia a ripensarsi, a trovare occasioni, stile, linguaggio idonei ad esprimere il suo sforzo di venire incontro alle attese dell’ora presente. C’è un segreto dal quale può sprigionarsi questo impegno della parrocchia, e anzitutto di chi ne porta la prima responsabilità: è la passione di favorire il cammino delle persone, così che il sentimento religioso e il bisogno di vicinanza prendano la forma di una relazione personale viva e forte con Gesù e di una autentica esperienza di comunione fraterna”.
In questa stagione si ripete nei campi anzitutto l’aratura, che come una profonda e vasta operazione chirurgica lascia la terra squarciata; da parte sua il sole continua la sua opera di illuminazione e riscaldamento, che favorisce infiniti e misteriosi processi chimici; con questa preparazione, la terra è pronta a ricevere la seminagione per poi, a tempo debito, dare i suoi frutti.
Natura vuole che si pensi per tempo al lavoro del nuovo anno. Per questo siamo tutti invitati a “preparare il terreno” dell’anima per accogliere i doni di Dio: ci vogliono riflessione e ascolto, preghiera e penitenza, verifica e progettazione, che sono operazioni vitali per la vita spirituale.
Sarà necessario accettare una buona e profonda aratura, che squarci e apra il terreno dell’anima alla luce e al calore del Sole: riconosciamo le nostre durezze e lasciamo che tante nostre occupazioni siano illuminate dalla luce di Dio. E poi accettiamo il rullo compressore della realtà quotidiana, che appiana, livella e quindi riequilibra i nostri umori nascosti. Bisognerà accettare con pazienza le graffiature sgarbate dell’erpice, che toglie le erbe e le radici nocive: se vogliamo raccogliere frutti buoni è indispensabile, prima, riconoscere sbagli e difetti, ed impegnarci a strapparli via. Così pure dovremo deciderci a gettare nei solchi il concime, cioè le nostre miserie: per misteriosi processi noti solo alla Provvidenza, tutto ciò si tramuterà in maggior fertilità per il terreno.
Fuor di metafora: è urgente che ciascuno predisponga lo spirito ad ogni buon inizio. È. una regola di vita, valida in ogni campo, la legge della fatica e del dolore. Stiamo volentieri davanti al sole caldo dell’amore di Dio, che è fulgore di luce beatificante, vita che corrobora e tutto rinnova!
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