“Non siamo mai soli. Gesù sulla croce ha pregato per ciascuno di noi. Siamo stati ‘pregati’ ”. Con questo neologismo che si aggiunge ai tanti coniati da Bergoglio, Papa Francesco ha concluso mercoledì scorso il suo ciclo di udienze dedicate alla preghiera: oltre un anno di appuntamenti, trentotto, iniziati il 6 maggio 2020 quando ancora non si intravedeva una via d’uscita alla pandemia di Covid.
“Più forte di qualsiasi argomentazione contraria, nel cuore dell’uomo c’è una voce che invoca” osservava Papa Francesco all’inizio di questo cammino. “La abbiamo tutti: una voce che esce spontanea, senza che nessuno la comandi, che s’interroga sul senso del nostro cammino quaggiù, soprattutto quando ci troviamo nel buio… perché l’uomo è un ‘mendicante di Dio’. Bella questa definizione dell’uomo: ‘mendicante di Dio !” (6/5/2020)
La preghiera del cristiano è un dialogo, non la ripetizione di formule: “Si può pregare come i pappagalli, bla, bla, bla -commenta ironico Bergoglio- ma questa non è preghiera” (12/5/2021). Al centro resta sempre una relazione, un “incontro tra l’io e il Tu” che la Chiesa rende esperienza presente.
Durante questo ciclo di catechesi Papa Francesco non ha avuto paura di toccare temi scomodi come per esempio l’esperienza di una preghiera per la guarigione o per la fine di una guerra che apparentemente non viene esaudita : “Quando Tu Dio mio sembri fare di tutto perché io smetta di pregare” (19/5/2021). “A tutti noi ” dice Il Papa “è capitato questo. Abbiamo pregato per la malattia di un amico, di un padre, di una mamma, di un figlio e poi se ne sono andati. Dio non ci ha esauditi. Il Catechismo ci offre una buona sintesi della questione (n.2734). Ci mette in guardia dal rischio di trasformare la relazione con Dio in qualcosa di magico. La preghiera non è una bacchetta magica: è un dialogo… Il ‘Padre Nostro’, che Cristo ci ha insegnato, è una preghiera di sole domande ma le prime che pronunciamo sono tutte dalla parte di Dio. Meglio lasciar fare a lui: sia santificato il Tuo nome, venga il Tuo regno, sia fatta la Tua volontà” (26/5/2021).
La preghiera diventa così un ‘combattimento’ con Dio (termine molto amato da Bergoglio) tanto da dedicare al tema una specifica udienza il 12/5/2021 in cui ricorda la figura di un suo parrocchiano, quando era vescovo a Buenos Aires, che trascorse la notte in preghiera davanti ai cancelli chiusi del Santuario di Lujan, per chiedere la guarigione di una figlia.
Molti sono i nemici della orazione: la distrazione, l’aridità, l’accidia, il cuore grigio (19/5/ 2020). Il Catechismo della Chiesa Cattolica al numero 2728 ne fornisce un elenco puntiglioso. Sono i risultati di una “vita che ci costringe a correre in continuazione” (5/5/2021). “Ogni volta che vogliamo pregare ci vengono in mente subito tante altre attività che in quel momento appaiono più importanti e più urgenti. Questo succede anche a me e quasi sempre, dopo aver rimandato la preghiera, ci accorgiamo che quelle cose non erano affatto essenziali e che magari abbiamo sprecato tempo. Il Nemico ci inganna così” (12/5 /2021).
“Nessuno di noi” ammonisce Bergoglio “nasce Santo e quando questi sentimenti cattivi bussano alla porta del nostro cuore bisogna essere capaci di disinnescarli” (21 /4 /2021).
Con quali armi ? Papa Francesco ricorda che la preghiera vocale è la più sicura ed è sempre possibile esercitarla. I sentimenti vanno e vengono, la preghiera delle labbra che si bisbiglia o si recita in coro è invece sempre disponibile.
“Tutti dovremmo avere l’umiltà di certi anziani che in Chiesa, forse perché ormai il loro udito non è più fine, recitano a mezza voce le preghiere che hanno imparato da bambini….sono querce che di anno in anno allargano le fronde per offrire ombra al maggior numero di persone” (21/4/2021). Papa Francesco ha una predilezione particolare per la preghiera del Pellegrino russo: “Gesù’ Cristo figlio di Dio abbi pietà di me peccatore”. Cita la giaculatoria in diverse udienze: ”È bella la storia del pellegrino russo -sottolinea- è un libro alla portata di tutti. Vi consiglio di leggerlo”.
La preghiera diventa così un rigo musicale dove si colloca la melodia della vita. Non c’è contrapposizione tra realtà quotidiana e spirito, tra contemplazione e azione: “Una divisione frutto dell’influsso di qualche filosofo neoplatonico” (5/5/2021). E aggiunge: “Nell’essere umano tutto è binario: il nostro corpo è simmetrico, abbiamo due braccia, due occhi, due mani. Così anche il lavoro e la preghiera sono complementari… le mani giunte del monaco portano i calli di chi impugna badili e zappe”.
Con queste catechesi, che messe insieme costituiscono quasi una enciclica, Papa Francesco ha voluto richiamare la Chiesa all’importanza della preghiera in un momento storico così sfidante. C’e’ in giro tanta organizzazione ma, ripetendo la domanda di Gesù nel Vangelo di Luca 18,8, Bergoglio si chiede: “Quando il Figlio dell’uomo tornerà sulla terra, troverà fede?”
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