Alla Pinacoteca cantonale Giovanni Züst di Rancate (Mendrisio) è aperta fino al 3 ottobre 2021 la mostra Le donne, l’arte e il Grand Tour.
L’esposizione propone una selezione curata da Silvia Mazzoleni e Matteo Bianchi di lavori di artigianato artistico provenienti da collezioni private svizzere, aventi come filo conduttore la narrazione ed il ricordo del Grand Tour, il viaggio che per due secoli a partire dal Settecento, rappresentò il momento culminante dell’educazione sentimentale dei rampolli aristocratici e della nascente borghesia europea.
Si tratta in primo luogo di gioielli montati con la rappresentazione di motivi neoclassici, decorazioni pompeiane, rovine o architetture della Roma classica e barocca, realizzate con un micromosaico di frammenti di vetro. Queste opere divennero di moda a partire dall’800 come souvenir per coloro che desideravano ripercorrere le orme di Goethe e Stendhal.
Oggi i ricordi di viaggio sono affidati a fotografie video ‘selfie’ e souvenir per amici e parenti; allora analogo compito era affidato al ritratto del turista eseguito da un pittore locale o alla tela col paesaggio del luogo visitato; per i più facoltosi come cadeau c’erano i ‘sentimental jewels’ le opere di gioielleria destinate alle dame rimaste a casa.
Intorno a questi ultimi preziosi oggetti-ricordo fiorì un’ampia produzione di artisti ed artigiani che creavano i monili da portare in patria: sorsero lungo i percorsi turistici, botteghe che avevano nel retro dei laboratori in cui si producevano gli oggetti ricordo, anche su ‘ordinazione’.
“Le donne sono al centro – spiegano i curatori – per l’essere i micromosaici prevalentemente gioielli destinati a un pubblico femminile, e poi i dipinti-ricamo in cui il ruolo cambia perché la donna ne è autrice”.
Accanto a questi oggetti, l’esposizione propone anche una scelta di tableau brodé, figurazioni ricamate su seta o dipinte ad acquarello, ispirati dalla filosofia di Jean Jacques Rousseau e dalla sua visione protoromantica della natura umana.
Traspare in questi lavori l’esaltazione della vita vissuta in mezzo a quella natura che, secondo il filosofo ginevrino, è lo stato ideale purtroppo abbandonato, con danno, da uomini in cerca di effimeri appagamenti originati dal progresso tecnico; c’è accuratezza e precisione dei dettagli nell’utilizzo dell’acquarello per tratteggiare delicate figure cui fanno da sfondo i paesaggi elvetici e la vegetazione lussureggiante, e il filo da ricamo è usato con grande maestria. Tali lavori divennero di gran moda, erano diffusissimi e ambiti dai turisti che li acquistavano come souvenir di viaggio da mostrare una volta tornati a casa per illustrare visivamente la bellezza dei paesaggi: questo spiega anche le dimensioni contenute dei quadri.
Le donne, l’arte e il Grand Tour
Pinacoteca cantonale Giovanni Zürst fino al 3 ottobre 2021
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