‘Squadra che vince non si cambia’, un proverbio forgiato dal buonsenso popolare e scolpito a caratteri iridescenti sull’ingresso di ogni centro di produzione Rai: chi cambia muore, lo sanno tutti in quei corridoi ormai da decenni, forse da sempre… meglio la conservazione, talvolta la reazione, per arrivare sereni alla pensione d’oro.
Dalle parti di viale Mazzini a Roma, all’ombra del cavallo morente, questa nuova stagione TV 2021/22 sembra però che vada ad aprirsi costringendo forzosamente la dirigenza a congedare con onori adeguati due senatori del piccolo schermo, così tanto carichi di gloria, onori, denari, fama e… anni sulla schiena, da decidere di tirarsi indietro dai loro rispettivi, prestigiosi, ambitissimi set attuali, per tentare altre strade.
Parliamo di Terence Hill – alias don Matteo – e Giancarlo Magalli – alias mister ‘Fatti Vostri’. Molto diverse tuttavia le modalità con cui hanno deciso di farlo: chi avrà la pazienza di seguitare la lettura di qualche riga, ne sarà reso edotto, e ricaverà così spunti utili per le prossime conversazioni oziose sotto gli ombrelloni (ma mi raccomando: opportunamente distanziati!)
Terence Hill, dopo 255 episodi sparsi per 12 serie su 21 anni di messa in onda, del suo don Matteo sembra deciso ad appendere il turibolo al chiodo. Per ora non c’è nessuna conferma ufficiale, ma solo un’intervista al figlio dell’attore, Jess, nella quale il giovane ha spiegato che il padre – lungi dal volersi godere la meritata pensione a 82 anni – ha semplicemente voglia di dedicarsi a lavori meno impegnativi, che gli consentano di passare più tempo con la sua bella moglie.
Non una dichiarazione diretta del mitico “Trinità” (sia pure doppiata, com’è suo costume artistico da sempre), ma solo voci di corridoio si sono rincorse circa questa decisione, che certamente va a sfilare la chiave di volta da un prodotto Rai ad altissima reddività: ricordiamo che gli episodi di Don Matteo (che iniziò ad andare in onda quando ancora si pagava in lire e i Maneskin, vincitori di Sanremo 2021, erano nelle pance delle loro mamme, tanto per fare due esempi…) agganciano ancora oggi oltre sette milioni di spettatori ogni sera. La serie sopravviverà all’uscita di scena del suo beniamino dagli occhi azzurri? Gli sceneggiatori si giocano il tutto per tutto come consumati pokeristi nei casinò clandestini serbo/croati – dove chi perde viene dato in pasto ai cani – e hanno pensato bene di costruire uno “scivolo pensionistico” di raffinata malizia al caro Terence/Matteo: gli sarà infatti affiancato nelle sue ultime performance della tredicesima serie un nuovo sacerdote giovane e bello, cui presterà il volto Raoul Bova, reduce dal discreto successo della scorsa primavera, colto con “Buongiorno, mamma!” sulle reti Mediaset. Se al Bova riuscirà il miracolo di trasformarsi nel nuovo “vitello d’oro” della serie, la fiction proseguirà in letizia (e data l’età del nuovo protagonista, ce la porteremo avanti per un quarantennio!), altrimenti “pace e bene” e avanti un altro.
Staffetta rifiutata, e polemiche striscianti, invece, nella “piazza Italia” di Michele Guardì, quella dove dal lontanissimo 3 dicembre 1990 (con la sola interruzione di un anno) va in onda “I fatti vostri”. Da quella piazza (che riproduce fedelmente quella di Casteltermini, di cui è originario lo stesso Guardì) e dalla conduzione – iniziata nel 1991 e proseguita a strappi per ventun’anni, di cui gli ultimi sedici di fila per quattromila puntate consecutive – ha dichiarato di voler fare un passo indietro Giancarlo Magalli.
Il programma è salito agli onori delle cronache negli ultimi tempi più che per i colpi giornalistici e di spettacolo che riusciva a produrre, per le intemperanze caratteriali del conduttore, che ha preso col tempo il vizietto di ‘scartavetrare’ in diretta le proprie partner di scena: l’ultima in ordine di tempo è stata Adriana Volpe, ridotta in lacrime a suon di battute velenose sulla solidità del suo CV, ma anche di colei che prenderà il suo posto l’anno prossimo – Anna Falchi – lo stazzato anchorman è già riuscito a cesellare un elegantissimo: “Perché è stata scelta lei? Chiedetelo a chi l’ha scelta”… Anche su Salvo Sottile, valente giornalista ed erede designato in piazza, il Giancarlo Nazionale non ha resistito a cesellare una battuta delle sue: “Si vede che non ha trovato altro…”
Magalli – forse logorato dalla routine del programma – pare avesse proposto al dominus della piazza, alias “il Comitato”, alias “il Condominio”, alias Michele Guardì – una staffetta con Sottile, che avrebbe propiziato un suo graduale disimpegno (sempre ovviamente non per avviarsi alla pensione – avendo lui solo 74 anni – ma per potersi dedicare a nuovi progetti, nello specifico un quiz pomeridiano su Rai2, in partenza da settembre).
Il potente regista agrigentino (78 anni e ancora tanta voglia di fare tv) ha però declinato la proposta, preferendo uno stacco netto: forse nella “coppia di fatto” più celebre e rodata del daytime di Mamma Rai qualcosa si era rotto, come d’altra parte plasticamente raccontò la puntata del 20 marzo 2020, quando agli albori del primo lockdown pandemico, in una piazza televisiva svuotatasi come quelle reali, Magalli annunciò il congedo (per decisione della dirigenza Rai) anche dei residui orchestrali, dopo aver dovuto rinunciare qualche settimana prima al pubblico in studio, dichiarandosi apertamente “non tanto d’accordo” ma mettendosi nella posizione di “chi ubbidisce alle decisioni di chi decide”. Al risentimento del puntuto conduttore (che ricordiamo ai meno informati, fu l’inventore del mitico “Gioco dei fagioli” che fece la fortuna di “Pronto Raffaella?” con la Carrà nel 1983) fece da contraltare la sincera commozione di Guardì, che con voce rotta dal magone intervenne anch’egli nel congedare gli orchestrali, con un arrivederci che sembrò a tutti un biglietto del treno senza data di ritorno.
Dissidi a scena aperta in piazza, insomma, all’origine di una rottura della collaborazione che forse non a caso Magalli oggi si affretta a rivendicare come decisione propria, addirittura dichiarando di doversi “disintossicare” da questa maratona: l’ultima – per ora – delle sue uscite velenose, rivolte a un’esperienza professionale che nel bene e nel male gli ha assicurato visibilità, notorietà e un bel cachet, nell’età in cui normalmente la gente passa le giornate al parco a spingere i nipotini sull’altalena.
Insomma, se come si dice “i panni sporchi si lavano in famiglia”, è pur vero che il logo de “I Fatti Vostri” è composto da una serie panni appesi ad asciugare… forse si sapeva già, nel remoto 1990, che in piazza Italia sarebbero volati gli stracci?
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