“Nottilucente” è una parola composta di origine latina che indica qualcosa che brilla di notte. È il caso delle nubi nottilucenti, osservate sulla Terra a livello delle mesosfera a un’altitudine di circa 75-85 Km e visibili solo dopo il tramonto, quando vengono illuminate dal sole che si trova sotto la linea dell’orizzonte. Il fenomeno, sulla Terra, non è stato ancora ben spiegato, anche se un satellite svedese, l’Odin lanciato nel 2001, ha iniziato a studiarle. Tuttavia è certo che siano composte da cristalli di ghiaccio. Per uno strano caso, di recente sono apparse anche nell’atmosfera di un nostro stretto parente: Marte. Ma sarà davvero un caso? Non che sul Pianeta Rosso le nuvole non esistano ma sono localizzate all’equatore nel periodo più freddo dell’anno.
In maniera sorprendente, un anno marziano fa, che corrisponde a circa due anni terrestri, gli scienziati hanno notato delle nubi sopra il rover Curiosity prima del tempo, verso la fine di gennaio. Per questo motivo le hanno subito ribattezzate “early clouds”, accertando poi che si formano ad altitudini più elevate di quelle tipiche e appaiono come sbuffi vaporosi pieni di cristalli di ghiaccio che disperdono la luce dal Sole al tramonto, alcuni dei quali colorati e luccicanti, come spettacolari display. In effetti, il team di Curiosity ha già fatto una nuova scoperta: le nuvole “early” sono in realtà ad altitudini più elevate delle normali formazioni nuvolose marziane che si librano a non più di 37 miglia (60 chilometri) nel cielo e sono composte da ghiaccio d’acqua. Tuttavia le nuvole riprese dalle telecamere di Curiosity si trovano a un’altitudine più elevata, dove fa molto freddo. Probabilmente sono composte di anidride carbonica congelata, o ghiaccio secco. Gli scienziati cercano tenui indizi per stabilirne con esattezza la quota e procederanno ad accurate analisi per accertare quali delle recenti immagini di Curiosity mostrino nuvole di ghiaccio d’acqua e quali quelle di ghiaccio secco.
Le strutture sottili e increspate di queste nuvole sono più facili da vedere con le telecamere di navigazione in bianco e nero di Curiosity, ma è nelle immagini a colori della Mastcam, che se ne scopre la brillantezza. Subito dopo il tramonto, i loro cristalli di ghiaccio catturano la luce mentre svanisce, facendoli risplendere appena il cielo si oscura. Queste nubi crepuscolari “nottilucenti” accrescono la loro luminosità con l’aumentare dei cristalli, per poi scurirsi dopo che la posizione del Sole nel cielo non è più in grado di illuminarle. È questo un indizio utile agli scienziati per determinarne l’altitudine. Ancora più sorprendenti sono le nuvole iridescenti o madreperla. “Se vedete una nuvola con un luccicante set di colori pastello, è perché le particelle di nuvole sono tutte di dimensioni quasi identiche”, ha dichiarato Mark Lemmon, uno scienziato atmosferico di Boulder, Colorado. “Questo di solito accade subito dopo che le nuvole si sono formate e sono cresciute tutte allo stesso ritmo”. “Queste nuvole sono tra le cose più colorate del Pianeta Rosso”, ha aggiunto. “Se guardaste il cielo accanto a Curiosity, potreste vedere i colori a occhio nudo, anche se deboli”. Ha poi aggiunto Lemmon: “Mi meraviglio sempre dei colori che si presentano: rossi e verdi, blu e viola. È davvero bello vedere qualcosa di brillante e colorato su Marte”. Bé, che dire? Ogni giorno Marte ci riserva nuove sorprese. Andando avanti di questo passo non escludo che ben presto in qualche parte della sua superficie compaia inattesa, dopo le nuvole e l’acqua, anche l’aria…
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