Scrive il ‘Foglio’: sui vaccini siamo all’impazzimento. Espressione overforte e tranchant. Però un click che fotografa la realtà. La storia d’Astrazeneca ha un profilo da stordimento. Si corre dietro la casualità della cronaca per prendere decisioni meritevoli di fredda storicizzazione. Risultato: caos, rabbia, paura. E campagna col pedale sul freno. Sbaglia la scienza, sbaglia la politica. La scienza (1) si contraddice: a livello d’Europa sentenzia che il Vaxzevria è okay per tutti, rischi infinitesimali come dimostrano milioni e milioni d’iniezioni. A livello d’Italia cambia parere (è l’ennesima volta) e ne autorizza l’uso solo agli over sessanta. Lo decide nel giorno in cui uno studio spiega che i rari effetti indesiderati sono maggiori per chi s’è messo in corpo altri vaccini. La politica (2) cede all’emozione, s’avvita in contorsioni impresentabili, semina sconcerto.
Non si fa così. È la delusione inattesa del governo Draghi. La prima, che peccato. Il premier sta facendo bene, ha pianificato tramite Figliuolo un’immunizzazione militaresca, lavora con competenza al Pnrr, riscuote fiducia in Europa e in America. Ma nella vicenda degli stop and go del punturismo -un singhiozzo spartito fra Cts e ministro della Salute- càpita l’intoppo, e a Chigi tocca rassicurare con imbarazzo sull’efficacia d’una seconda dose eterologa. Chiosa lo scrittore Paolo Giordano (a volte ne intuisce più la letteratura della scienza e della politica): “Vale ancora lo stesso principio scomodo che ci si è presentato davanti un anno e mezzo fa: non si sa tutto, si agisce al meglio in base a quello che si sa, ma non si agisce solo per sé stessi, né guardando solo a un ingannevole presente”.
E fin qui le istituzioni. Poi vengono i cittadini. Veniamo noi. Il decalage da zone rosse, arancioni, gialle e infine bianche scatena comportamenti di leggerezza, irresponsabilità, incoscienza. Viste scene orribili in tutt’Italia, protagonisti soprattutto i giovani, assembrati in massa ovunque possibile, menefreghisti su mascherine e distanziamento, sciaguratamente festanti come se ogni pericolo fosse ormai svanito, lontano, perduto nell’oblìo. Mentre il Covid resta, eccome, in agguato.
Non si fa così. Questa non è libertà. Questa è inciviltà. Il trionfo dell’egoismo, lo spregio degli altri, l’alterigia bullistica. Aiuta ai comportamenti sventurati il tam tam delle derive partitiche che, pur di recuperare consensi nel tempo della disaffezione popolare, diffonde messaggi demagogici, sbagliati e pericolosi. Aiuta la mancanza d’un rigoroso rispetto delle normative in alcuni esercizi pubblici, dove s’interpreta l’osservanza delle regole secondo singolari metri (centimetri) di valutazione. Aiuta il blando, e spesso inesistente, controllo da parte delle forze dell’ordine, in nome d’una tolleranza che non è sinonimo di convivenza pacifica, ma del suo contrario. Perché protrae la guerra col virus, anziché condurla a termine. Non si fa così.
ps
Intanto, all’impazzimento sui vaccini s’affianca quello dei prezzi. Protervia economica, scaricare sul consumatore le conseguenze dei lockdown da pandemia. L’inflazione ci sta aspettando. La pagheremo carissima. Qualcuno a Roma non crede che sia urgente vigilare, intervenire, raffreddare? Il buonsenso aspetta un ristoro. Sì, anche il buonsenso. Soprattutto il buonsenso.
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