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Libriamo

LA CHIESA BRUCIA

DEDO ROSSI - 04/06/2021

la-chiesa-brucia-di-andrea-riccardi“La Chiesa brucia. Crisi e futuro del Cristianesimo”. Questo libro di Andrea Riccardi, edito nella collana “Tempi nuovi” di Laterza, anno 2021, è forse l’analisi più precisa e più attuale sulla situazione della Chiesa Cattolica soprattutto in Europa.

Andrea Riccardi è considerato tra i più apprezzati studiosi di tematiche legate alla Chiesa Cattolica. Fondatore nel 1968 della Comunità di Sant’Egidio a Roma, professore ordinario di Storia Contemporanea, presidente della Società Dante Alighieri, è stato Ministro per la cooperazione internazionale e l’integrazione nel Governo Monti, dal 2011 al 2013. Il suo impegno per la pace, con la Comunità di Sant’Egidio da lui fondata, gli ha valso numerose onorificenze internazionali tra cui il prestigioso Premio Balzan per la Pace, la Légion d’Honneur della Repubblica francese a motivo del suo impegno “a favore degli esclusi e per la giusta causa della riconciliazione e della pace”, il Premio Carlo Magno. Era stato, già nel 1992, mediatore nelle trattative per la risoluzione del conflitto in Mozambico, sfociato in un trattato di pace firmato a Roma proprio nella sede della Comunità di S.Egidio. Numerose le sue pubblicazioni, tra queste: “Pio XII e Alcide De Gasperi: una storia segreta”, “L’inverno più lungo: Pio XII, gli ebrei e i nazisti a Roma”, “Il libro nero della condizione dei cristiani nel mondo”, “Il cristianesimo al tempo di Papa Francesco”. E decine di altri, fino ad arrivare a questo “La Chiesa brucia”.

La domanda che Riccardi rende pubblica e su cui ragiona, analizzando statistiche e situazioni, è una domanda inquietante, per un cristiano: la crisi attuale della Chiesa Cattolica è una delle tante crisi che il Cristianesimo ha vissuto nella sua lunga e travagliata storia oppure si tratta di un definitivo declino? In altre parole: siamo in una crisi in cui si stanno individuando gli strumenti e i modi per uscirne o siamo arrivati alla fine? Stiamo semplicemente sopravvivendo ancorati ai ricordi di un passato migliore oppure siamo in grado di capire quanto oggi sta succedendo e cogliere come affrontare la situazione attuale?

Partendo dall’incendio di Notre-Dame de Paris, il 15 e 16 aprile 2019, Riccardi legge in questo disastro un simbolo della crisi della Chiesa Cattolica. Analizza i numeri europei, nazione per nazione, e per un credente questi numeri sono drammatici, dalla Francia alla Spagna, alla Germania. E l’Italia non sta meglio. Il Cattolicesimo sta per morire, sembra emergere da una lettura neutra di questi numeri. Si assiste a una continua drammatica e rapida riduzione della pratica religiosa, ad un calo inquietante delle vocazioni, ad una assoluta marginalità della presenza cattolica nella vita pubblica. In altre parole: il Cristianesimo, e il Cattolicesimo in particolare, non sanno più dire verità agli uomini d’oggi. Questo libro ragiona partendo dai numeri ma ponendosi domande, per comprendere come queste cifre vengono lette e affrontate dai protagonisti del dibattito interno alla Chiesa, dai Papi ai Vescovi, dai teologi ai responsabili dei vari movimenti.

Il metodo di analisi con cui Riccardi affronta l’argomento è preciso e senza sconti. La domanda base del libro diventa ora: cosa si è rotto nel rapporto della gente con la Chiesa? Le risposte passano attraverso una dettagliata valutazione, stimolante e degna di riflessione. Non racconta un passato migliore e non illude su un futuro dalla facile soluzione. L’analisi ha un suo percorso, oltre i numeri, interessante in particolare quando Riccardi va “al cuore della crisi” (come intitola appunto il quarto capitolo). Qui affronta temi divisivi: la Chiesa di fronte alla crisi del maschi e alla realtà della donna, ad esempio. Affronta poi il tema della rottura della Chiesa con il “mondo”, la rottura della memoria, la fine del mondo rurale cristiano. Ma il punto centrale diventa l’osservare che la crisi della Chiesa viaggia sullo stesso binario della crisi del mondo: “L’uomo di oggi è orfano. Non ha radici fuori dallo spazio-tempo. Si sente perduto in un universo illuminista, discende dalla scimmia e va verso il nulla”, scrive in “Tre preghiere” Olivier Clément, scrittore approdato alla Chiesa Ortodossa dopo una lunga esperienza di ateismo.

Anche l’analisi sul papato di Giovanni Paolo II è originale e già il titolo del capitolo “Giovanni Paolo II: eccezione o illusione” lo fa intuire. Segue, dopo un interessante intervento su Benedetto XVI e la sua discutibile rinuncia, arriva a Papa Francesco nel capitolo: “La grande crisi e il papa che viene da lontano”, in cui emerge il tema centrale di questo Pontefice. “Sulla scorta della parabola del giudizio finale di Matteo 25 in cui Gesù si identifica con il povero, Papa Francesco ha introdotto un accentuato significato cristologio della presenza del povero nel cuore della Chiesa. È un aspetto centrale della sua visione. I poveri per lui cambiano la Chies collocandola nelle periferie, realtà a lui cara”. Osserva Riccardi: “Le Chiese occidentali non hanno imboccato con entusiasmo la strada da lui proposta”.

Il libro non fa sconti, dicevamo. E ad ogni pagina sollecita riflessioni e suscita domande. Non è un libro che guarda al passato in una inutile nostalgia, ma neppure è un libro che guarda ad un futuro sognato in cui pochi soldati si rintanano nel loro fortino in attesa di soluzioni che prima o poi arriveranno. È un libro che inquieta e obbliga il credente a fermarsi per riflettere.

La storia del cristianesimo è una storia di entusiasmo” scriveva Ronald Knox nel suo “Illuminati e Carismatici”. La soluzione non viene da una riforma, ritiene Riccardi. “La crisi non è il declino. Nel declino, la Chiesa lavora solo alla sopravvivenza. La via che può sembrare una non soluzione è vivere evangelicamente nella crisi”. Questo è il centro del ragionamento: non comprendiamo i contorni e le soluzioni della crisi della Chiesa se non comprendiamo come questa sia parte della crisi del mondo.

Il ragionamento che Riccardi sviluppa da questa partenza ha un suo fascino. Ci interessa. Per i cristiani potrebbe essere facile ricavarsi uno spazio, non lottare: basta starsene quieti, marginali, chiusi nella propria nicchia. Si sarebbe tollerati e non si darebbe fastidio a nessuno. Ma è questa la risposta? “La crisi non è declino, o forse è declino dei modelli di ieri. Un cristianesimo dalla storia millenaria può essere tentato da una postura passatista, ma deve vivere nella proiezione verso il futuro. Altrimenti si finisce come le Chiese in Oriente, più che minoritarie nel mondo musulmano, che spesso si concentrano nel conservare quel che sono state”. E cita padre Man nel suo libro “Le Christianisme ne fait que commencer”, il cristianesimo non fa che ricominciare: “C’è tanto da vivere, da capire, da realizzare nel suo messaggio”.

E, dopo un ricordo di Padre Turoldo (“Signore, salvami dal colore grigio dell’uomo adulto (…) Ridonaci la capacità di piangere e di gioire; fa che il popolo ritorni a cantare nelle tue chiese”), Riccardi riprende: “Un popolo che torna a cantare nelle chiese e che ritrova nella crisi la capacità di gioire e di piangere non sta più nel cono d’ombra del tramonto, ma si sveglia alla fragile luce dell’aurora del giorno futuro. Chi crede, sa che la storia dei credenti non è solo la propria, ma è animata dallo Spirito. E tutto poi può cambiare”.

Un libro che sa dare uno sguardo acuto: la soluzione della crisi è vivere nella crisi. La Chiesa oggi è chiamata a una condizione di lotta non contro nemici esterni, ma contro l’indifferenza e il discredito.

Datemi retta: è un libro da leggere.

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