Dagli organi di informazione ho saputo che a Canegrate, Parabiago e dintorni c’è stato nell’Olona un proliferare di schiume che derivavano dalla presenza di tensioattivi nelle acque. Sono stati liberati inquinanti e non si conosce la loro provenienza.
Lo stesso accadimento che si è verificato ora è capitato ancora ed ancora in passato.
Ho detto a chi ha competenza ad agire di farlo e invito i cultori del corso d’acqua, come io sono, a non rassegnarsi e a protestare ancora una volta con maggiore forza del passato!
Non ritengo possibile che chi esegue un controllo, non riesca mai a identificare l’azienda causa degli sversamenti segnalati anche da molti cittadini.
Possibile che il furbo non venga mai identificato e possa sempre farla franca? Ho posto una lunga serie di domande all’Assessore Regionale al clima e all’ecologia.
Chi, dopo le varie segnalazioni, è intervenuto per accertamenti? Ho chiesto cortesemente, copia dei verbali redatti.
Chi è intervenuto ha potuto asportare una quantità sufficiente di schiume da poter analizzare?
Ha potuto prelevare della fauna morta o dei vegetali morti?
Ci sono stati cittadini incaricati della sorveglianza del fiume che sono intervenuti?
Avevano gli strumenti necessari?
A chi loro potranno consegnare eventuali attestazioni sulle condizioni del fiume?
Confido che l’Assessore regionale citato voglia occuparsi finalmente del problema che non si riesce più a risolvere come la Comunità Europea vorrebbe (ed io anche).
Ho pregato lo stesso di dare poteri, strumenti, capacità di operare ai volontari assieme ad Arpa e Alfa nonché a rendere loro partecipi di un’azione di tutela del fiume. Questo, ancora una volta, io consiglio venga attuato.
Leggo che la presenza di diversi sorveglianti del fiume, non essendo chiare quelle che possono essere le competenze di ciascuno, fa in modo che questi si ostacolino l’un l’altro, rendendo complicato fare l’opera di asporto dei pesci, eventualmente morti, ovvero degli inquinanti.
Sono intervenuto, l’anno scorso, sul tratto alto-milanese del fiume dopo la moria di pesci a Canegrate e Legnano, a proposito della quale a me era arrivata (dopo averla richiesta) una risposta di ARPA che mi diceva che, dopo l’analisi del pesce morto prelevato, non potevano rilevarsi le cause del suo decesso.
Quindi, non essendo accertabile la causa scatenante di questo, a nulla serviva l’asportazione dei pesci morti, se non per ragioni di igiene e ARPA dimostrava di non avere, secondo me, la competenza necessaria ovvero gli strumenti idonei.
Ho voluto anche sapere se sia conteggiabile la quantità e le specie del pesce morto (a valle del depuratore di Canegrate).
Dell’efficacia e buon funzionamento del depuratore ho chiesto cortesi garanzie da parte del responsabile della società Alfa s.r.l. e assicurazioni da parte del Sindaco del Comune di Canegrate che siano stati effettuati controlli a medesima finalità, dei quali chiedo anche le relazioni ricevute ed effettuate.
Ho domandato ancora ai due Sindaci se siano state svolte le pulizie di controllo (per esempio dei pozzetti) secondo indicazione mia e di ARPA medesima.
Ho chiesto ancora che lungo tutta l’asta del fiume in Provincia di Varese venga fatto e promosso da parte della Regione Lombardia un Accordo Quadro per il risanamento delle acque dell’Olona dove si possano coinvolgere adeguatamente sia le istituzioni che i cittadini.
Con questo, confido, si possa arrivare a dei risultati positivi e che non ci sia il solito refrain dopo ogni inquinamento del corso d’acqua, dove viene sempre detto dalle istituzioni competenti “noi non abbiamo alcuna responsabilità” e dagli organi di controllo “non è possibile trovare la causa degli inquinamenti”.
Dico ancora basta, confidando che tutti gli interessati vogliano agire come io propongo.
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