Nel tracciare i possibili percorsi per il futuro della città, la prima riflessione a cui tutti noi, politici e tecnici, siamo chiamati è quella di non perdere tempo, di fare tutto il possibile, per avviare la ripresa.
Si staglia oggi un orizzonte nuovo in cui i preconcetti ideologici a cui siamo abituati perdono vigore, di fronte al compito primario che è quello di uscire il prima possibile dalla crisi dettata dalla pandemia. Senza passi indietro, ma con la capacità di muoversi in un nuovo spazio di collaborazione in cui contano la qualità e il coraggio delle decisioni, con la consapevolezza di dover mobilitare tutte le energie disponibili per la ripartenza.
Ce lo ha insegnato ancora di più la pandemia: solo unendo le forze migliori è stato possibile mettere in piedi i grandi centri vaccinali in pochi giorni e avviare la ripresa.
In questo contesto, spesso sono presenti forze che disgregano e altre che uniscono. Le prime portano a una politica a intermittenza, fatta di radicalismi e fazioni che si scontrano, conducendo a un allontanamento dai veri bisogni della città e della comunità che si rappresenta. Le seconde sono improntate a una collaborazione trasversale, nel perseguimento del bene comune soprattutto in un ambito comunale. È a queste ultime che guardo, per andare oltre i singoli schieramenti e proseguire il percorso di collaborazione tracciato in questi cinque anni.
Anni in cui Varese ha vissuto grandi cambiamenti, con la messa in opera di interventi attesi da decenni e all’avvio di nuovi progetti, per i quali sarà importante poter dare continuità, nell’interesse della stessa città, con il lavoro delle istituzioni e la fiducia dei cittadini verso di esse, attraverso la condivisione di valori.
Ed è questa la grande sfida alla quale anche Varese si trova davanti alla vigilia della ripartenza post pandemia, un periodo storico unico in cui, in linea con il PNRR su scala nazionale, serve attuare politiche precise sui grandi temi come sostenibilità, salute, sociale, competitività, cultura e turismo, portando a compimento i progetti avviati e colmando inefficienze frutto di decenni di immobilismo politico.
Poter avere una visione condivisa è anche alla base stessa del “Varese future – Recovery plan”, frutto del lavoro di squadra di tutti i settori dell’ente, per essere pronti a presentare i nostri progetti per il futuro della città e portare così risorse europee sul nostro territorio. I Comuni sono le istituzioni che hanno la possibilità di cogliere le esigenze principali e tradurre una volontà in fatti concreti in tempi rapidi. Sono convinto che per la prima volta i Comuni avranno la possibilità di far percepire ancora di più l’importanza dell’Europa attraverso la capacità di gestire queste risorse e far intendere concretamente cosa l’Europa può fare per i propri cittadini.
Ecco perché soprattutto oggi serve una capacità progettuale ampia, condivisa e ambiziosa, in cui il bene comune deve essere anteposto alle visioni di parte, mettendo in campo un impegno e un senso di responsabilità in grado di mantenere fede agli impegni presi.
Davide Galimberti sindaco di Varese
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