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In Confidenza

CORAGGIO

Don ERMINIO VILLA - 07/05/2021

preghieraDopo aver visto Gesù pregare da solo, i discepoli gli chiedono di insegnare a pregare. E Lui svela il “segreto” della sua preghiera, la chiave per entrare anche noi nel rapporto di dialogo confidenziale col Padre che ha accompagnato e sostenuto tutta la sua vita.

La preghiera cristiana è anzitutto fare posto a Dio, perché si manifesti la sua santità in noi e faccia avanzare il suo regno, esercitando la sua signoria d’amore nella nostra vita. Nel “Padre Nostro” tre domande esprimono le nostre necessità fondamentali: il pane, il perdono e l’aiuto nelle tentazioni.

Il pane che Gesù ci fa chiedere è quello necessario, non il superfluo; è il pane dei pellegrini, che non si accumula, non si spreca, e non appesantisce la nostra marcia. Il perdono è, prima di tutto, quello che noi stessi riceviamo da Dio: solo riconoscendoci peccatori perdonati dalla misericordia divina sappiamo poi fare concreti gesti di riconciliazione fraterna. Chi non prova la gioia di essere perdonato, farà fatica a perdonare. Consapevoli della nostra condizione di persone sempre esposte alle insidie del male e della corruzione, chiediamo poi di “non abbandonarci alla tentazione“, quantomai rischiosa!

A questo punto Gesù racconta due parabole, prendendo a modello l’atteggiamento di un tizio nei confronti di un amico e quello di un padre verso suo figlio. Entrambe ci vogliono insegnare ad avere piena fiducia in Dio, che è Padre. Egli conosce meglio di noi stessi le nostre necessità, ma vuole che gliele presentiamo con audacia e con insistenza, perché questo è il nostro modo di partecipare alla sua opera di salvezza. La preghiera è il principale “strumento di lavoro” nelle nostre mani! Insistere con Dio non serve a convincerlo, ma ad irrobustire la nostra fede e la nostra pazienza, cioè la capacità di lottare insieme a Dio per le cose importanti e necessarie.

Un uomo è uscito nella notte, ha camminato fino alla casa dell’amico, bussa e non chiede per sé, ma per un amico che a sua volta ha camminato nella notte. Siamo così: povera gente, ricca solo di amici, che per avere del pane, per avere ciò che fa vivere, trova nel proprio mondo di affetti il coraggio di uscire nel colmo della notte, di bussare a porte chiuse, di chiedere e tornare a chiedere. Nella notte, ma guidati dalla bussola del cuore. E non solo dalla mappa dei nostri bisogni. Il pane e gli amici sono necessari e sufficienti a vivere bene. E allora questo mondo e le sue notti si coprono di una rete di strade che ci portano da casa a casa, da cuore a cuore.

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