L’ex titolare della fu pregiata Ditta Umberto & Figli ha barbugliato che dei tanti soldi incamerati come rimborsi elettorali la Lega può farne ciò che vuole, anche buttarli dalla finestra. E senza danno, visto che in cassa gli resterebbero comunque tanti di quei milioni da far invidia persino al Fondo Monetario Internazionale. E non si può parlare di mazzette, perché i padani, a grande maggioranza, sono gente onesta. Ma allora è legittimo chiedersi: da dove arriva quella montagna di quattrini? I magistrati inquirenti sostengono che alcune contribuzioni sarebbero arrivate – è solo un esempio – da Giuseppe Orsi, presidente e amministratore delegato di Finmeccanica dato in quota Lega dal Corriere della Sera. Forse si spiega qui l’arcano, essendo noto che nell’intera Penisola la miriade di dirigenti, consiglieri e consulenti disseminati in quota Lega negli ospedali, nelle banche, nelle amministrazioni pubbliche e private, alla Rai, nelle Asl e in tutte le istituzioni “controllate” dalla politica, sono tenuti a versare periodicamente l’obolo – per grazia ricevuta – se non vogliono perdere il posto. Il giorno in cui davvero le camicie verdi lasciassero Roma ladrona ripudiando i lucrosi piazzamenti in quota Lega per ritirarsi nella mitica Padania, come ha “minacciato” Maroni, allora, e solo allora, si dimostrerebbe che la ramazza inalberata a Bergamo ha svolto bene la sua funzione.
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