Fa molta tristezza vedere il Varese dibattersi nelle posizioni di retroguardia della serie D, pensando che solo sei anni fa (era il 2015) la squadra biancorossa disputava ancora il campionato di serie B, l’ultimo di cinque consecutivi dopo il ritorno nella serie cadetta del 2010. E anche gli ex biancorossi cominciano a diradarsi nelle “alte sfere” di un calcio sempre più lontano dallo stadio dedicato alla memoria di Franco Ossola.
Beppe Marotta, amministratore delegato dell’Inter, appartiene ormai alla preistoria del Varese, che lasciò nel 1986, meno che trentenne, per scalare pian piano le vette dell’italico pallone sino a diventare il “numero uno” in club di livello internazionale; l’addio di Marotta al Varese coincise però con una doppia retrocessione, dalla serie B alla C2, che condusse poi in breve tempo al primo fallimento della società.
Anche Stefano Capozucca, oggi direttore sportivo del Cagliari, prese le mosse dal Varese, suo primo club di livello professionistico (aveva avviato la professione solo l’anno precedente a Corsico, in serie D); Capozucca fu protagonista del rilancio biancorosso verso la serie C1, all’epoca del tandem Milanese-Binda. La serie B, obiettivo allora più sperato che dichiarato, rimase però sempre una chimera.
In campo, sempre nella massima serie, resistono ancora a Parma Jasmin Kurtic, protagonista nella squadra che sotto la guida di Rolando Maran sfiorò la serie A nel 2012, e a Cagliari Leonardo Pavoletti, nel 2014 protagonista assoluto in serie B della salvezza della formazione varesina in una stagione da 24 reti in 38 partite.
Un gradino più sotto, in serie B, troviamo molte altre schegge biancorosse.
A Monza gioca Andrea Barberis, per due anni centrocampista in maglia biancorossa con prestazioni sempre un po’ controverse; la sua carriera, che lo ha visto poi anche in serie A con il Crotone (64 partite e due gol in due stagioni nella massima serie delle cinque trascorse in Calabria) testimonia comunque di un talento che a Varese si intravvide soltanto, allora sicuramente frenato dalla giovanissima età. E sempre sotto i colori biancorossi del club di Silvio Berlusconi troviamo altri due “ex”: Luca Righi è l’allenatore dei portieri mentre il dottor Fabio Francese è il medico sociale.
Anche al Cittadella, squadra in lizza per guadagnare un posto nei play off per la promozione in serie A, resiste qualche trascorso biancorosso. Manuel Iori, classe 1982 (ha compiuto 39 anni lo scorso 12 marzo) ha disputato solo due partite nel Varese, giovanissimo, nel campionato di C1 1999/2000, prima di proseguire una bellissima carriera che lo ha visto anche in serie A; a Cittadella ha collezionato oltre 300 partite con la maglia granata diventando il giocatore più assiduo del club della famiglia Gabrielli, mentre le sue presenze in campo da professionista sfiorano ormai quota 700! E a Cittadella, a proposito di fedeltà ai colori, troviamo anche Edoardo Gorini, per nove anni al Varese tra il 1994 e il 2003, del quale è il giocatore con il maggior numero di presenze: 253; Gorini è un fedelissimo anche del Cittadella, nel quale ha giocato dal 2007 al 2013 per poi diventare subito viceallenatore, ruolo che ancora ricopre.
In campo, in serie B, c’è anche Giuseppe De Luca, che milita nell’Entella, squadra ormai praticamente retrocessa in serie C. De Luca, classe 1991, attaccante di piccola taglia con uno spiccatissimo senso del gol, è un prodotto del settore giovanile del Varese, nel quale ha esordito in prima squadra in serie B nel campionato 2010/11 ed è diventato protagonista l’anno successivo (11 gol in 38 presenze) prima di essere ceduto all’Atalanta, nella quale ha giocato per due stagioni in serie A, segnando anche 6 reti; poi ha sempre militato in serie B, a Bari, Vicenza e Chiavari, prima di una breve puntata in Romania e del ritorno alla Virtus.
E nell’Entella troviamo anche Alessandro Capello, una meteora in biancorosso nella seconda metà del campionato di serie B 2014/15.
A proposito di meteore biancorosse, ecco Marco Rossi, difensore classe 1987, al Varese insieme con Capello da gennaio a giugno 2015 e ora difensore della Reggina.
Insistiamo con le meteore: Antonio Marino, al Varese con due sole presenze nel campionato 2012/13, è oggi un difensore del Venezia.
Ad Ascoli ci sono due ex biancorossi: il primo è Raffaele Pucino, classe 1991, per due anni al Varese da protagonista nelle più belle stagioni di serie B (2011/2013) e poi sempre nella serie cadetta, con una puntatina anche in serie A con la maglia del Sassuolo; e poi, solo da qualche settimana, ad Ascoli c’è anche Fabrizio Cacciatore, pure lui a Varese nel bel campionato 2011/12.
Nella Salernitana gioca Leonardo Capezzi, forse il più talentuoso giocatore del Varese retrocesso dalla serie B nel 2015, infatti poi in serie A con Crotone, Sampdoria ed Empoli.
A Empoli, invece, ecco Riccardo Fiamozzi, classe 1993, per tre anni al Varese in serie B con 83 presenze (2012/2015), per due campionati al Genoa in serie A ma poi scomparso un po’ dai radar in una serie di prestiti poco fortunati.
Ma non è finita. Su due panchine importantissime della serie B siedono altri due ex biancorossi. Alla Salernitana c’è Fabrizio Castori, che lotta per la promozione in serie A; a Castori è legata l’ultima bella stagione del Varese in serie B (campionato 2012/13), anche se per lui si concluse con un assurdo esonero nel finale, con la squadra in lotta per i playoff (lo avvicendò senza successo Andrea Agostinelli).
Infine, alla guida dell’Empoli che sta dominando il campionato e che difficilmente si lascerà sfuggire la promozione in serie A, c’è Alessio Dionisi; Dionisi, 41 anni, ha giocato per due stagioni nel Varese, in serie D e in C2, tra il 2005 e il 2007, ma alla nostra città è rimasto poi profondamente legato, visto che qui continua a risiedere e qui è nata la figlia Giorgia. In quel vittorioso campionato di serie D 2005/06 a Varese Dionisi ha giocato accanto a Paolo Cozzi, oggi suo vice a Empoli così come lo scorso anno a Venezia.
La carriera di allenatore Alessio Dionisi l’ha cominciata in serie D, alla Olginatese, poi, pur senza vincere alcun campionato, ha sempre ottenuto “promozioni personali”, a dimostrazione di qualità che club attenti hanno saputo riconoscere in lui. Ma “gettare via” la storia di Alessio Dionisi in poche righe sarebbe davvero un peccato: ne riparleremo diffusamente magari quando, tra qualche settimana, sarà approdato in serie A e il suo sarà diventato davvero uno splendido monumento alla gavetta…
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