Riguardo a una nuova escavazione della cava Italinerti di Cantello, spacciata per piano di recupero, ho ricevuto nelle scorse settimane una lettera da parte di ASL Varese che giustamente invita a tener conto del rispetto delle esigenze umane e una – molto preoccupante – di ARPA Varese che mi comunicava di non avere ricevuto un incarico ufficiale da parte della Regione Lombardia per svolgere un supplemento di indagini.
La lettera di ASL, datata 4 aprile, mi sembra affronti in maniera del tutto condivisibile (considerando i luoghi nella loro completezza e facendo un’analisi atecnica che sappia guardare anche alle aspettative sociali), la questione di tutela del sistema acque. Infatti, come già ho scritto in passato, occorre non solo considerare i pozzi attualmente utilizzati da parte di ASPEM, ma anche quelli che in futuro dovranno e potranno essere realizzati in una zona di riserva idrica quale proprio quella interessata dal piano di recupero.
ASL così scrive: “Rispetto ad altre problematiche, più strettamente correlate alla pianificazione della gestione del territorio, la ASL non può che sottolineare l’importanza di scelte che siano coerenti con uno sviluppo sostenibile e rispettoso per l’ambiente, privilegiando in maniera sistematica l’adozione di soluzioni attente agli obiettivi di promozione e tutela della salute pubblica, di igiene del territorio e dell’abitato. In tale prospettiva, pertanto, appare opportuno sottolineare come sia essenziale che lo sviluppo del territorio debba essere “guidato” da un approccio fondato anche su principi di tutela sanitaria della popolazione e di salvaguardia della stessa dai fattori di inquinamento, e sull’adozione di soluzioni che perseguano un concreto miglioramento dello stato di salute collettivo, non solo attraverso la promozione di comportamenti e stili di vita sani, ma anche mediante la disponibilità di risorse ambientali adeguate e di ambienti di vita salubrì”.
Il responsabile di ARPA Varese esattamente così scrive il 18 aprile: “Con riferimento alle note da lei inviale in data 6 aprile e 13 aprile, le comunico che al momento non risulta formulata da parte di Regione Lombardia ad ARPA alcuna richiesta di approfondimento in merito alla cava “Coppa” sita in comune di Cantello. Tale richiesta verrà comunque inoltrata dalla Regione direttamente alla Direzione Generale di ARPA e il coinvolgimento del dipartimento avverrà, secondo le procedure in uso. in stretto raccordo con i settori tecnico scientifici, come avvenuto anche in precedenza per il riscontro al quesito formulato dalla Dg Aer lo scorso autunno, predisposto congiuntamente con i Settori APC (Attività Produttive e Controlli) e TRRN (Tutela delle Risorse e dei Rischi Naturali).
Al momento questa agenzia è unicamente al corrente di quanto concluso dal Consiglio Regionale nella seduta del 3 aprile, quando è stalo approvato l’odg/0638, a firma dei Consiglieri Azzi e Puricelli, concernente “la verificazione tecnica di ARPA delle criticità indicale da Aspem SpA in merito all’ex cava Coppa, localizzala in comune di Camello, relativo alla proposta di atto amministrativo n. 26″, ripreso anche dalla stampa nei giorni immediatamente successivi.
Le modalità e i contenuti delle attività di Arapa a seguito di eventuale richiesta da parte della Regione, dipenderanno strettamente dalle tematiche che ci verrà chiesto di approfondire, sulla base di criteri di carattere tecnico/scientifico, tenendo conto anche della documentazione eventualmente già disponibile e da lei segnalala. Qualunque contributo di carattere tecnico sarà ben accolto per la predisposizione del parere di competenza, sottolineando ancora una volta che il ruolo di ARPA è esclusivamente di tipo tecnico”.
Ho quindi nuovamente scritto al Responsabile di ARPA Varese dicendomi incredulo che non fosse arrivato alcun comando dalla Regione Lombardia e speranzoso che prima del suo avvento non principiassero dei lavori, secondo la mia opinione, molto distruttivi e che rischiano di mettere a repentaglio la soddisfazione delle esigenze primarie della popolazione residente nel territorio varesino.
Confido infatti che ARPA voglia tenere conto del fatto che la Bevera è tutta una zona di riserva idrica (gli studi correlati trovansi pubblicati sul sito della Provincia di Varese alla voce piano d’ambito) che non può essere ulteriormente manomessa.
Mi sono reso disponibile a un incontro (con altri tecnici di settore), finalizzato a esporre le mie convinzioni rispetto al progetto di recupero ambientale della cava Italinerti di Cantello che manca di una qualsiasi causa e razionalità.
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