Mi rendo conto che a volte si rischia di diventare troppo polemici nel commentare le quotidiane vicende di Covid ma – come per tutti – è triste vivere nell’animo lo stillicidio continuo di amici che si ammalano e purtroppo di troppi che non ce la fanno.
Una epidemia lunga, pesante, impensabile un anno e mezzo fa, che ci impone di riflettere in noi stessi nel profondo e sulle nostre stesse priorità di vita.
Intanto il tempo scorre e le reazioni della politica mi sembrano però tardive in una corsa soprattutto a sottrarsi dalle proprie responsabilità.
Come commentare per esempio la vicenda di Domenico Arcuri? Chi mi segue sa che per mesi la mia piccola voce continuava a ripetere che i conti non quadravano, che non c’erano controlli soprattutto per gli acquisti cinesi.
Va dato atto che solo alcune fonti di informazione (“Report”, “La Verità”, Giletti su La7 ecc.) hanno dato spazio a queste inchieste, mentre tutto sembrava scivolar via sotto un sostanziale silenzio a livello mediatico.
Oggi lo capiscono e lo scrivono tutti, ma per quanti mesi Arcuri non ha risposto, eppure è rimasto lì – tutelato e difeso dal governo Conte 2 – apparentemente intoccabile, inossidabile e perfino coperto da una formale impunità?
Le indagini parlano ora di acquisti per 250 milioni di mascherine non a norma: a parte l’aspetto finanziario, ma quali sono e sono state le conseguenze nella diffusione della pandemia? Sono circostanze drammatiche che impongono risposte chiare per non alimentare la demagogia, ma anche pretendere una trasparenza che manca un po’ in tutto il settore della Protezione Civile e che troppe volte vengono nascoste sotto la coperta dell’urgenza e dell’emergenza.
Per esempio, come sono stati spesi i soldi della mega-sottoscrizione cui hanno contribuito l’anno scorso milioni di italiani? In passato personalmente – come ex parlamentare – ho potuto verificare che la Protezione Civile è “di manica larga” nelle spese: cosa è avvenuto questa volta, come sono stati impegnati i milioni di euro raccolti?
Credo che il Parlamento dovrebbe avviare una seria indagine conoscitiva per fare le opportune verifiche. anche perché quando le spese sono chiare e verificabili la gente è più propensa a donare, ma se le cose diventano grigie si riduce la credibilità di un dipartimento fondamentale per il paese.
La stessa trasparenza si impone per la gestione dei contratti europei: nessun colpevole per i ritardi nei vaccini, ma è mai possibile?
E si apre qui la questione del ministro Speranza che dopo un anno sicuramente difficile ha però il dovere di chiarire senza reticenze i rapporti del suo ministero con l’OMS (e relativa sparizione ed eventuale “taroccaggio” dei rapporti) mentre la sua equipe è sotto inchiesta a Bergamo.
Forse in TV anziché darci quotidianamente solo il numero di decessi e tamponi (oltre alla percentuale di positività che non significa molto, perché dipende da quanti tamponi si fanno) dovrebbero cominciare a far comprendere bene agli italiani lo “scostamento” tra promesse vaccinali e realtà, mentre corrono le settimane e passano i mesi.
Serietà e responsabilità: chi sbaglia paga, deve valere per tutti.
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