Volentieri offriamo lo spazio di LETTERA ALLA CITTA’ a questo appello della Federazione Italiana Scuole Materne per la sottoscrizione di una petizione che ricordi al Parlamento la necessità e la convenienza di attuare pienamente la parità scolastica, a beneficio delle famiglie e dell’intero sistema educativo della prima infanzia.
Il 19 aprile 2021 è partita ufficialmente la mobilitazione educativa e sociale che la Federazione Italiana Scuole Materne (FISM) ha voluto promuovere per chiedere che la parità non stia solo nella legge ma si concretizzi in un sostegno economico da parte dello Stato.
Anche a Varese la FISM Provinciale si è mobilitata. “La partecipazione e l’interesse all’iniziativa è stata altissima” spiega Maria Chiara Moneta, Presidente Provinciale AVASM-FISM, “È da anni che si sta cercando di trovare la strada affinché le nostre scuole dell’infanzia possano continuare a svolgere il loro servizio eliminando la disparità di trattamento che colpisce le scuole paritarie. Il fatto di essere parte di un unico sistema di istruzione, voluto dalla Legge 62/2000, deve garantire al personale e alle famiglie che iscrivono i figli nelle scuole dell’infanzia paritarie gli stessi diritti e le stesse opportunità delle scuole statali che offrono un servizio gratuito. La libera scelta della scuola da parte delle famiglie non deve essere compromessa da motivi economici: le bambine e i bambini di tutta Italia sono uguali e devono poter godere degli stessi diritti”.
Ed ecco perché parte una mobilitazione nazionale, silenziosa ma preziosa, in contemporanea in tutte le scuole dell’infanzia italiane per chiedere a Governo, Parlamento, Regioni ed Enti locali “un piano di investimenti strutturale e adeguato nella dotazione che sostenga l’intero segmento educativo e scolastico zero-sei”. In questo periodo storico, più che mai, il trascinarsi della situazione generale, gravemente compromessa anche a causa della pandemia rende evidente la necessità di ottenere quel riconoscimento strutturale che garantisca la parità anche dal punto di vista economico.
Il mondo degli associati a FISM coinvolge quasi novemila realtà educative, oltre mezzo milione di bambine e bambini, oltre quarantamila persone fra insegnanti e collaboratori. Sono tutte scuole che fanno servizio pubblico, senza fini di lucro, per mezzo milione di bambini e che chiedono solo di poter svolgere il loro servizio a parità di costi per le famiglie.
Per questo motivo, gestori, educatori, maestre, genitori, sostenitori delle materne paritarie saranno impegnati a sostenere un’iniziativa nazionale che in questo settore non ha precedenti. Da lunedì 19 aprile 2021, tutte le scuole dell’infanzia e le strutture educative 0-3 associate a FISM, hanno affisso un manifesto, in modo ben visibile, per chiedere in maniera semplice la gratuità e la parità del servizio per tutti i cittadini italiani.
“Il permanere delle differenze nel sostegno pubblico tra la scuola statale e quella paritaria
gestita dal Terzo settore vanifica le ragioni stesse della Legge 62/2000 e non è più
tollerabile. Chiediamo solo che si attui il dettato costituzionale e legislativo, affinché siano
definitivamente eliminate le disparità di trattamento economico che le famiglie che
usufruiscono delle scuole paritarie devono subire. Garantire a ciascuna famiglia parità di
trattamento, nella libera scelta di una scuola dell’infanzia paritaria o statale è obiettivo
prioritario di questa mobilitazione”, ribadisce la FISM nella nota che comunica il coinvolgimento di tutte le sue sedi in ogni regione e provincia.
Attraverso la petizione che ha già raggiunto 50.000 firme nelle prime 24 ore, l’auspicio è quello che Parlamento e istituzioni giungano ad un intervento risolutivo che, anche a vantaggio della ripresa demografica del Paese e nell’ambito delle applicazioni del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, sostenga i necessari investimenti nell’intero segmento zero-sei senza più discriminazioni.
Non è tutto: “Le 9000 realtà educative della FISM sono pronte ad essere una leva di investimento di grande valore sociale. e sarebbero in grado di raddoppiare la loro offerta di posti, se adeguatamente finanziate, contribuendo a consentire uno sviluppo dei servizi educativi per i bambini in età zero-tre anni, di cui l’Italia è carente e garantendo il mantenimento del segmento tre- sei anni”, fanno sapere dalla FISM.
È quello che chiede la maggior parte delle giovani famiglie italiane che, grazie ad una fruizione gratuita delle scuole dell’infanzia, paritarie o statali che siano, potrebbe offrire un rilevante contributo alla ripresa generale del Paese. Nella petizione si chiarisce che è “una misura necessaria anche come argine alla crisi delle nascite attualmente sulla soglia delle 400.000 annue e a vantaggio della ripresa demografica del nostro Paese, al sostegno della genitorialità e della parità di genere, nel quadro più ampio di un intervento complessivo per tutta la scuola italiana: una scelta strategica a favore delle nuove generazioni, destinate a sostenere il peso della restituzione del debito italiano nei confronti dell’Unione europea; una grande manovra di investimento educativo, necessario a porre le condizioni sia per dare un futuro alle nuove generazioni, sia per gli innegabili riflessi positivi nella qualità dell’offerta formativa, dell’occupazione, dell’armonizzazione e conciliazione tra i tempi di lavoro, in particolare femminili e famigliari”.
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