Si sta giungendo al dunque per decidere come ristrutturare l’area della ex Aermacchi di Via Sanvito Silvestro a Varese.
Il Pgt approvato nel 2014 stabilisce che l’area non ha valore storico e di conseguenza approva la totale demolizione. La Commissione urbanistica, inoltre, si è già espressa votando che sull’area non esistono edifici storici.
Di questa questione ho parlato su RMFonline appena i privati proprietari hanno divulgato il loro progetto che consiste nell’abbattere tutto quanto costruito, trasformandolo in un’area per ospitare strutture sportive, negozi e case.
L’ordine degli architetti e l’Associazione Italia Nostra hanno voluto approfondire questa azione di recupero facendo disquisire numerosi tecnici che hanno ribadito la necessità, invece, di recuperare quanto possibile degli antichi spazi industriali. Quanto detto nel corso della videoconferenza mi ha convinto completamente e mi ha condotto a scrivere nuovamente al Sindaco.
La Giunta Comunale non ha però voluto tenere in conto quanto espresso nell’incontro. Non sono dell’idea che la priorità sia, come ha detto il Sindaco, soltanto “riappropriarsi di un luogo, come fatto in piazza Repubblica, dove è stato portato il mercato”. È importante che sia espresso e portato in avanti da parte del Sindaco qualcosa in più. Innanzitutto, un richiamo alla memoria dei luoghi e del nostro sapere, ma non necessariamente mantenendo un edificio. Lui giustamente sostiene che recuperare la storia di una città vasta non significa lasciare le cose ferme, com’è stato nell’ultimo ventennio. È necessario essere più propositivi e pronti a realizzare il compito della rigenerazione urbana.
Bisogna conservare allora il necessario e il Comune deve dimostrare ai suoi residenti di avere una precisa idea di cosa va fatto. Accettare quanto ora propongono gli attuali proprietari della area, è una prospettiva secondo me perdente per la città. Come è stato citato dall’architetto Paolo Cottino, di Italia Nostra, l’ente pubblico è chiamato a fare delle scelte e a non accontentarsi solo del recupero di un immobile attualmente dismesso, in qualunque modo ciò avvenga.
La Giunta comunale deve porsi come obiettivo primario di non subire le regole dei privati, ma di volere fissarne di nuove e di saper motivare il privato a trovare conveniente realizzare un’opera di valore anche sociale.
Un esempio di ciò è quanto è stato realizzato a Ferrara dove, come Cottino ha ricordato, la società Real Estate Ferrara ha iniziato la realizzazione dell’opera di rigenerazione, sviluppo e individuazione di nuove destinazioni utili alla comunità dei residenti dell’area in cui ha operato la distilleria Alc.Este: si tratta di 196.972 mq (equivalenti a circa 30 campi di calcio) a pochi passi dal centro di Ferrara.
Vorremmo, ha detto Massimo Pinardi, ad di questa società, rigenerare l’area, svilupparla, trovare della stessa nuove destinazioni utili alla comunità.
Da anni, egli ha detto, accompagniamo nell’area studenti di architettura, artisti, musicisti, fotografi, designer… tutti ne rimangono colpiti. C’è chi la vede come “palcoscenico” di un mondo industriale dismesso, tutti immaginano nuove vite per I’ Alc.Este. Nonostante queste sollecitazioni, ci troviamo davanti ad un mercato che non esprime una domanda chiara e adeguata all’importanza che quest’area riveste per la città. Ci siamo resi conto, ha ancora detto Pinardi, che serve un cambio di prospettiva, un nuovo punto di vista da cui vedere e affrontare il problema.
Se il mercato non esprime una domanda chiara ed esplicita, in grado di far tornare i conti, serve ridefinire, costruire la domanda coinvolgendo tutti coloro che in qualche modo esprimono interesse sull’area. Serve un cambio di paradigma da parte della Giunta comunale dell’approccio all’area.
Il Sindaco si attivi, ascoltando e responsabilizzando coloro che partecipano ai consigli di quartiere.
Questo cambio di obiettivo, ha da prendere forma in un percorso di co-progettazione, come ha fatto il Comune di Ferrara, per attivare spazi e momenti per ragionare assieme, pubblico e privato, per costruire relazioni forti tra chi esprime interessi sull’area e condividere scenari, problemi, soluzioni.
Auspico che, tramite sempre il Sindaco, la giunta comunale voglia il più possibile correggere quanto di nefasto appena deciso. Confido anche che la giunta voglia nominare lo stesso unico esecutore di quanto proposto. Spero che il Sindaco possa avere tutti i poteri per sottoscrivere con i privati (Tigros e Sam 2020 srl) un nuovo e buon documento preliminare alla presentazione di un piano attuativo nel quale si concordino i punti fondamentali del progetto. Trattandosi di un’area centrale per la città, non si fermi il dibattito sulle attività che dovrà ospitare (un supermercato, una piscina, un piccolo palazzetto dello sport e funzioni direzionali come proposto dalla proprietà, o altro?), ma sull’opportunità di conservare alcune strutture di valore testimoniale, come l’hangar costruito nel 1952 o l’aula bunker di cemento armato del 1941. Non vedere l’importanza di conservare questi edifici è, secondo me, segno della mancanza da parte degli amministratori di una cultura di base. Carenza che è fondamentale venga riparata in fretta e furia.
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