Siamo tutti come alberi; abbiamo ricevuto i primi sacramenti e continuamente succhiamo la linfa vitale, l’acqua della vita. Quali frutti diamo? Se non ne vede, il padrone vorrebbe tagliare quell’albero, ma il contadino avanza una richiesta: “Lascialo ancora quest’anno, finché gli avrò zappato attorno e avrò messo il concime. Vedremo se porterà frutti per l’avvenire; se no, lo taglierai“.
C’è sempre speranza che anche un fico infruttuoso possa migliorare e cominci a produrre qualcosa di buono. Del resto quanta pazienza il Signore ha con noi…! Tante volte non trova frutti sui nostri rami e tuttavia aspetta, perché la sua grazia può sempre compiere un miracolo di rigenerazione, immettendo nuove energie per una fecondità che dia frutto di santità.
Come possiamo essere conformi alla volontà di Dio se non mettiamo in pratica anche noi gli uni verso gli altri la misericordia, cioè se non dimostriamo che, generati e sempre alimentati dall’amore misericordioso di Dio, dobbiamo anche noi avere con gli altri la stessa benevolenza e fiducia? Cerchiamo di coltivare l’attenzione, la bontà, lo spirito di sacrificio verso gli altri, per rimanere fedeli alla vocazione ricevuta, corrispondendo a ciò che Dio ha fatto per noi e si aspetta da noi.
Scriveva Papa Francesco nella Bolla per il Giubileo della misericordia: “La misericordia di Dio è una realtà concreta con cui Egli rivela il suo amore come quello di un padre e di una madre che si commuovono fino dal profondo delle viscere per il proprio figlio“. È questa una traccia di cammino di conversione continua e di santificazione.
Un amore non solo fatto di sentimento ma di profonda dedizione, un amore che dà tutto e non a misura. Quando si calcola, c’è sempre dietro un interesse egoistico; ma quando si è disposti a donare senza misura, lì c’è in atto l’amore che Dio ha effuso nei nostri cuori, che non guarda al merito e non fa distinzione di persona, perché in tutti vede un fratello, il proprio simile.
Quando non ci sentiamo amati dagli altri, ci dobbiamo chiedere: “Ma io amo?”. Mi aspetto che siano sempre loro ad amare per primi? Nell’amore non si può dire: amerò se mi sentirò amato, ma: amerò perché devo amare. Chi ama non deve fare calcoli e dare tanto quanto riceve. Se vuoi bene davvero, devi avere un cuore libero dall’egoismo, un cuore aperto, sempre disponibile a “dare di più”… È infatti un dono di grazia quello di potersi tutti i giorni dare agli altri vivendo insieme con bontà, benevolenza, prontezza, in un servizio reciproco che, anche se costa fatica, dà molta gioia!
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