“Game of games – Gioco Loco” è il nuovo game-show condotto da Simona Ventura, proposto in prima serata il mercoledì su Raidue. Un format che vanta una mamma d’eccezione, la celeberrima anchor-woman statunitense Ellen De Genères (che lo ha ‘inventato’ nel 2017) e un’ascendenza che spazia da “Giochi senza frontiere” a “Mai dire Banzai”, da “Furore” a “Stasera tutto è possibile”, il più recente tra quelli citati, in onda proprio su Raidue fino a qualche settimana fa. I più attempati vi hanno altresì addirittura rivisto sembianti di “Duecento al secondo” o “Telematch”, echi in bianco e nero dell’Italietta del boom.
G.o.G. è in sostanza un’arena in cui una serie di vip di seconda fascia (nella puntata d’esordio c’erano tra gli altri Ignazio Moser, Max Rosolino, Raffaella Fico, Nicola Ventola…) si sfidano in sei giochi eliminatori riccamente scenografati (piramidi d’acqua saponata, cannoni spara-liquami, trabocchetti multipiano e pedane volanti), che si reggono su quiz di cultura spicciola e prevedono buffe punizioni corporali.
La sfida delle ‘celebrità’ ha lo scopo di far guadagnare al concorrente “NIP” a loro abbinato l’accesso al gioco finale, nel quale c’è in palio una somma (in gettoni d’oro, ovviamente) che in altri programmi del pre-serale sarebbe poco più che un deludente premio di consolazione: 15.000 euro.
Al centro di tutto c’è lei, Simona Ventura: ghigno stampato in volto, soliti modi spicci che sembrano voler dare corpo al corrosivo adagio “torinesi falsi e cortesi”, attitudine se possibile accentuata da un montaggio serrato, al limite dell’azzardato, che come prescrive il format – acquistato a caro prezzo dalla rete americana NBC – serve per stringere al massimo i tempi morti e dare l’idea di una corsa a perdifiato per due ore di divertimento senza tregua.
Ora, è vero che il maestro Hitchcock sentenziava che “Il cinema è la vita con le parti noiosi tagliate”, ma la TV senza pause è solo mal di testa assicurato.
L’intento del gioco, coerentemente con tutti i programmi a cui rubacchia qua e là le idee per le varie prove (non escluso l’ultimo, che vede coinvolti insieme VIP e NIP – “La botola” – letteralmente scippato al quiz “Caduta libera”, in onda fino a pochi giorni fa sulla rete concorrente, Canale5), è quello di far trapelare, trasudare, debordare divertimento. Tutto è carico, se non caricaturale (a parte uno studio così sobrio che sembra illuminato da un direttore della fotografia catapultato qui dal 1977), quasi nulla è realistico, nemmeno i balletti esagitati che concorrenti, vip e conduttrice devono mettere in scena tra uno snodo e l’altro dello spettacolo, praticamente ogni tre minuti d’orologio.
Simona Ventura è una che ci crede, e le va dato atto di spendersi con generosità quasi parossistica per la causa, a dispetto di ogni evidenza, anche del fatto che non è più una ventenne strappata al cubo di una discoteca ibizenca.
Il merito principale di questo nuovo programma è quello di voler ricreare per una sera un’atmosfera autenticamente pre-Covid: niente mascherine, niente distanze, niente titubanze da assembramento; anzi, in alcuni momenti (“la sedia musicale”) si vede l’intero cast ammassato in pochi metri quadri alla ricerca di uno sgabello che appare e scompare dalla pedana. Se ci si pensa, non è poco. Ma a quale prezzo si ottiene quest’effetto? A quello appunto di comprimere i tempi, annientare le pause, impedire allo spettatore di pensare. Ecco: questa è una tv che più che intrattenere, ti trattiene. Anzi: ti strattona.
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