Non avete mai avuto modo di potare un rampicante? Per esempio un glicine? Bellissimo vedere il percorso del suo svilupparsi, il suo aggrovigliarsi continuo obbedendo agli stimoli sensitivi (li possiamo chiamare così?) presenti nelle sue fibre, nelle sue cellule.
Ora invece, lontani dai volvoli, pensiamo a una linea retta verticale: può indicare l’incremento di valori di un fenomeno. Una linea retta orizzontale segna sempre un valore nullo, segna sempre valore “0” rispetto alla verticale, ma scandisce altri fattori nel suo percorrere: il tempo, il numero dei fenomeni considerati, o altro. Le linee rette nel nostro razionale di pensiero indicano l’ordine, la precisione, il raziocinio. Ma che bravi: abbiamo riscoperto gli assi cartesiani!
Con in mano appunto i frammenti dei rametti di glicine ho smesso di potare, son rimasto lì a rimirare quelle capricciose bellissime curve, quegli intrecci, lasciando andare i pensieri. Quale legge di natura li comanda, sia i grovigli, sia i pensieri? Il contrasto delle linee cosa può dire?
La bignonia, l’edera e altri rampicanti nel loro sviluppo si aggrappano alle pareti, agli altri fusti, agli altri rami con loro radicette di cui sono dotate, mentre la vite, ma meglio ancora il glicine, con le sue curve procede nello spazio strettamente avvinghiandosi ai supporti. Le due prime ispirano il pensiero parassita, il glicine il pensiero aggressivo del lottatore…. o il dolce sogno dell’innamorato?
Torniamo agli assi cartesiani, base dell’ordine, del razionale del pensiero scientifico-matematico che dovrebbe avere la ricerca. Le linee che troviamo tra le due rette spesso possono essere sintetizzate in una formula matematica. Le circonvoluzioni libere? Tutto un discorso molto più complicato: ci possiamo solo mettere dati rappresentati da punti, per cui lo spazio tra la retta orizzontale e quella verticale viene riempito da sciami di puntini, anche loro molto belli da vedere, simili ai voli di stornelli che nella luce dorata dei tramonti riempiono i cieli prima dì posarsi sui rami degli alberi per il pernottamento.
Non c’è più la formula matematica che sintetizza il fenomeno in modo da poterlo dominare, comprendere e sintetizzare? Il nostro cervello, pur ricco di miliardi di contatti ma lento di frazioni di secondo, non ce la fa, mentre le fredde intelligenze artificiali, con le loro immense memorie con contatti che sfiorano la velocità della luce ce la fanno.
Bellissimo, ma nello stesso tempo viene un sentimento di paura, una certa diffidenza. L’intelligenza artificiale può diagnosticare se il tuo pensare è simile a quello della parassita edera ((o/e bignonia)) oppure del vigoroso, affettuoso glicine, stupendo nelle sue cascate di fiori a grappolo quando arriva la primavera, sempre che tu l’abbia ben coltivato, ben potato.
L’intelligenza artificiale, molto usata ai nostri tempi in tante discipline, può essere applicata alla politica? Pare di sì, in molti modi. Per lei è più facile prevedere i comportamenti delle nazioni dove c’è “l’uomo unico ” che comanda, inevitabilmente influenzato dai suoi livelli culturali, dalle sue credenze, dalla sua furbizia e di conseguenza prevedere i comportamenti delle così dette forze dell’ordine da lui comandate, in contrasto con i comportamenti delle folle che manifestano.
Che caratteristiche hanno i cervelli di questi uomini unici? Che grovigli hanno dentro? Linee oneste, dolci e generose? o stormi di stornelli che volano ai tramonti? oppure addirittura minacciosi volteggi dei rapaci? L’intelligenza artificiale, ma in quel caso forse anche quella umana, nel gennaio scorso prevedeva anomali comportamenti del biondo leader statunitense uscente dalla Casa Bianca. Ingenuamente gli dettero fiducia e ci scapparono i morti.
Ma anche verso la fine del lungo periodo della nostra prima Repubblica, ecco farsi strada un famoso politico diabetico, dotato di atteggiamenti da “uomo unico”, abile ad impostare linee arruffate, sprecone, sostenute da molto dubbie sovvenzioni. Ed è successo l’irreparabile con il drammatico epilogo a tutti noi noto.
Nella tormentata politica del nostro paese i grovigli di linee sono veramente tanti. Prima di tutto ci siamo dentro noi, con le nostre idee o non idee, ci sono dentro i numerosi imitatori del personaggio sopra detto che cercano di insinuarsi nei punti deboli dei ”gruppi” di altri politici (è possibile definirli ancora partiti?) dirompendo, rottamando (che brutto termine!), nuovamente arraffando “poltrone” e potere, ma tutti lontani dal necessario servizio che noi, semplici cittadini, ci aspettiamo con tanto desiderio.
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