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Attualità

I NOSTRI ‘KENNEDIANI’

ROBERTO MOLINARI - 09/04/2021

schiranna

Alcuni giovani volontari alla Schiranna

Ci sono fatti o eventi che, più facilmente di altri, hanno la capacità di riportare ciascuno di noi ai miti che, magari, hanno colpito l’immaginario della propria crescita vocazionale o il percorso della maturità.

Ognuno di noi ha qualcosa da rispolverare nella propria vita. Un po’ come quei vecchi libri che hai letto quando avevi diciotto o venti anni e che, a distanza di due o tre decenni, decidi di tirare fuori dalla tua libreria e vedere se ti danno le stesse sensazioni di allora.

La generazione dei baby boomer, nati negli anni sessanta e figli del benessere economico raggiunto, è sicuramente quella che, nel suo guardare alle spalle, ha il maggior numero di miti.

Io appartengo a questa generazione e non sfuggo certo a questa caratteristica. Così i miei miti sono personaggi come Don Milani, Martin Luther King, i fratelli Kennedy e così via.

Nel suo primo anno di presidenza degli Stai Uniti d’America J. F. Kennedy con la capacità riconosciutagli di interpretare le idealità del mondo giovanile compì un atto che ai molti sembrò insignificante. Fondo i Peace Corps, i “corpi della pace”, una organizzazione che intendeva raccogliere la meglio gioventù americana e mandarla nei paesi in via di sviluppo al fine di aiutare su progetti concreti le popolazioni di quei paesi.

Ho avuto questo flash di ricordo vedendo come all’appello di un nostro giovane consigliere comunale, Giacomo Fisco, hanno risposto centinaia di giovani di Varese e della nostra provincia.

Siamo in un momento drammatico della nostra storia nazionale. Ormai da più di un anno la pandemia colpisce duramente e l’unico modo per uscirne, al di là di tutte le precauzioni, rimane solo e solamente quello di vaccinare nel più breve tempo possibile più persone. Così Fisco ha voluto mettersi in gioco e vedere se il guanto di sfida sarebbe stato raccolto anche da altri. Ha lanciato con alcuni amici “Ghe sem”, l’appello via social a mettersi a disposizione, da parte dei giovani, per dare una mano, un supporto alle necessità del centro vaccinale aperto proprio in questi giorni alla Schiranna e messo su a tempo di record dal nostro Esercito proprio per la campagna massiva d’immunizzazione.

Giacomo Fisco nell’arco di pochi giorni ha raccolto quasi trecento disponibilità di giovani a porsi al servizio della comunità varesina.

Nella storia italiana sono molti gli episodi di solidarietà e generosità che hanno visto per protagonisti i giovani. Pensiamo agli “angeli del fango” durante l’alluvione di Firenze, pensiamo ai terremoti, quello del Friuli, quello dell’Irpinia, per non parlare dei più recenti e delle altre tragedie italiche. In tutte abbiamo visto la generosità dei giovani pronti a mettersi in gioco e a dare una mano.

Ecco, in questi giorni vedendo le magliette rosa (almeno questo mi pare il colore) con la scritta “Ghe sem” alla Schiranna e vedendo tutte facce giovani accanto ai militari, ai volontari di Protezione Civile, a quelli della Croce Rossa o dei Carabinieri in congedo, ecco, vedendo tutti questi, insieme ai giovani che ad un appello social hanno risposto con generosità mi è venuto in mente quell’idea di Kennedy che allora, ai ben pensanti parve un azzardo se non altro.

Mi è venuta in mente quell’idea perché fu la lungimiranza di un Presidente che voleva dare spazio alle idealità dei giovani a mettere a disposizione uno strumento affinché quell’idealità non andasse persa o peggio relegata nella scatola delle buone intenzioni, ma mai attuate.

Senza cadere nella retorica e certamente facendo i distinguo del caso, io credo che noi si debba sempre avere la capacità di credere che la meglio gioventù è molto più numerosa di quanto si pensi e molto di più vicina a noi di quanto si creda.

La meglio gioventù che questo Paese ha è quella che ha la capacità di mobilitarsi con un semplice messaggio social e che si mette a disposizione con generosità per qualche ora, per qualche giorno, per qualche tempo spendendo il proprio tempo in un gesto di gratuità e lo fa in un momento drammatico, come questo e lo fa stupendo in meglio tutti gli scettici e i pessimisti sul nostro Paese e sulle sue giovani generazioni.

Ecco, io credo fermamente che, da sempre, da un male può nascere un bene. E credo che i ragazzi del “Ghe sem” siano proprio l’ennesima dimostrazione di questo banale pensiero.

Roberto Molinari, Assessore ai Servizi Sociali del Comune di Varese

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