Non ho mai creduto nella sanità pubblica siciliana, un po’ perché, fino a qualche anno fa si diceva che il miglior ospedale della Sicilia orientale era l’aeroporto di Fontanarossa, e un po’ perché, al contrario, abbiamo una sanità privata di assoluta eccellenza.
Basti pensare che una nostra struttura ha perfino ricevuto l’award for excellence di Confindustria, direttamente dalle mani di Luca Cordero di Montezemolo, a conclusione di un concorso nazionale.
Forte di tale convincimento, e supportato da un Fondo di assistenza sanitaria di primo livello, mi sono quasi sempre avvalso, per me e per i miei familiari, della sanità privata catanese, con risultati più che soddisfacenti.
Con tali convincimenti di scarsa fiducia verso la macchina sanitaria pubblica, ho atteso che si aprissero le prenotazioni per gli over 70 e ho provato ad accedere alla piattaforma digitale della regione.
Prima sorpresa: accesso riuscito a primo colpo. Nel gito di 4 minuti, con sms, mi è stato comunicato luogo giorno ed ora della vaccinazione, con facoltà di scelta fra tre siti nel raggio di pochi chilometri da casa mia.
Scelgo quello a 6 chilometri per la data del 7 Aprile. Era il 10 marzo.
Il 17 marzo la regione mi manda un sms e mi informa che, avendo riscontrato dalla mia posizione sanitaria che sono un soggetto “ estremamente vulnerabile (71 anni, infartuato e diabetico) mi hanno anticipato la vaccinazione al 29 marzo presso il policlinico universitario di Catania, fra le ore 10 e le 11.
Accetto con un po’ di preoccupazione per la logistica, considerato che il policlinico è vasto quanto un paese di 10.000 abitanti e aspetto che arrivi il giorno designato.
Lunedì 29 marzo alle ore 10,10 varco l’ingresso del policlinico assegnatomi (ce ne sono una decina). Segnaletica interna teutonica. Alle 10,15 parcheggio; alle 10,20, guidato da una gentilissima hostess, compro il tagliando, lo espongo sul cruscotto e vado a piedi al centro vaccinale.
I vigilantes mantengono un ordine perfetto, da Cantone dei Grigioni. Alle 10,30 vengo “accettato” col numero 101 e indirizzato alla zona vaccinazioni, dove mi accoglie una infermiera professionale che controlla tutta la modulistica.
Ore 10,35: scopro che davanti a me vi sono 16 persone da vaccinare. Tutte smaltite in 5 minuti.
Ore 10,45: anamnesi con un medico. Ore 10,49: vaccinato da una infermiera laureata. Ore 11: lascio il centro vaccinale con la prenotazione per il richiamo e tutte le istruzioni in caso di reazione avversa.
In 50 minuti entrato e uscito dal Policlinico. Non so come vada nelle altre regioni (ndr: in Lombardia non va affatto bene) ma, per quanto mi riguarda, posso affermare che in Sicilia ci si può fidare sia della Sanità sia della organizzazione.
Ve lo dice un nativo varesino, rientrato nella regione dei suoi avi molti anni fa, al tempo in cui stavo ancora frequentando il liceo classico. Auguri di buona vaccinazione ai miei vecchi amici di studi e di gioco. Soprattutto di buonumore e di scherzi.
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