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Apologie Paradossali

IMPARDEMIA

COSTANTE PORTATADINO - 02/04/2021

assegno(S) Ne stanno succedendo di tutti colori, nel mondo ma soprattutto in Italia, così che penso che se la notizia strabiliante di un tizio che risorge dai morti, fosse di oggi e arrivasse sui giornali, in televisione o persino solo da un vituperato social medium, neppure l’ateo più incallito oserebbe qualificarla da subito come fake news.

(O) Sarebbe bello, davvero, dedicare il numero di Pasqua alla Pasqua e riflettere sulla paradossalità dell’evento che segna la svolta della civiltà in cui viviamo da venti secoli. Tutti gli altri avvenimenti che ti stupiscono tanto sono assai meno importanti, ma dobbiamo adempiere all’incarico di occuparci di queste cose e di spiegare perché cose apparentemente normali diventano così difficili da capire e da realizzare, che quando se ne vede all’orizzonte un barlume di possibilità ci pare di sognare.

(S) Allora vi faccio un elenco di notizie quasi incredibili, che voi cercherete di ‘normalizzare’, smontando le mie obiezioni. La PRIMA: è arrivato alla fase finale il disegno di legge relativo all’assegno unico per i figli. Dopo mesi e mesi di vana attesa (il primo ok della Camera risale all’estate 2020), finalmente il 30 marzo il Senato ha iniziato l’esame del disegno di legge del provvedimento che rivoluziona gli aiuti alle famiglie.

Dal 1° luglio 2021 tutte le famiglie che hanno un figlio fino a 21 anni a carico riceveranno fino a 250 euro al mese per ogni figlio, con una maggiorazione per i figli disabili. L’importo sarà modulato in base all’ISEE e diviso in parti uguali tra i genitori. Si tratta di una piccola rivoluzione che azzera tutti gli attuali benefici a favore delle famiglie e li fa convergere nel nuovo assegno a destinazione universale. Una riforma attesa da anni, già approvata dalla Camera all’unanimità, che arriva in un momento opportuno, perché, come ricordato proprio in questa rubrica, il calo delle nascite nello scorso anno si è ancor più accentuato, certamente a causa del covid19, ma soprattutto per una crescente crisi di fiducia nelle istituzioni e nel futuro economico dell’Italia.

Ma … in realtà non tutto è così semplice. Sia perché quella che viene approvata oggi è una legge delega, che affida quindi al governo il compito di approvare i decreti legislativi per attuare la riforma, sia perché, al momento, le risorse a disposizione non sono minimamente sufficienti per dare a tutti i 250 euro al mese promessi. Anzi, secondo alcune stime, 1,3 milioni di famiglie riceverebbero meno rispetto ai bonus attuali: a essere penalizzati potrebbero essere i lavoratori dipendenti. Dice il governo che nessuno che avesse oggi benefici superiori ci rimetterà, ma questo impegno rende ancora più gravoso quello di assicurare le risorse necessarie nel bilancio dello Stato. Insomma, c’è da temere che sia un’altra promessa da verificare nel tempo.

(C) Incassiamo un primo risultato, il riconoscimento di un principio. Tanto più importante in quanto supera un altro tabù: quello per cui alle famiglie dovrebbero essere forniti servizi collettivi a gestione statale, per esempio gli asili nido, e non anche una possibilità di spesa secondo i propri convincimenti educativi e le necessità o le opportunità contingenti di ciascuna famiglia.

(O) Già questa disponibilità di strutture di aiuto alla famiglia sarebbe stata una buona cosa, se ne sta convincendo persino Dacia Maraini, che nello stesso giorno impegna la propria rubrica sul Corriere per proporre gli asili nido aziendali, a supporto, direi anche giustamente, della madre lavoratrice.

(S) Non voglio parlare di argomenti che in questo momento possono apparire futili, come inventare accuse di assassinio nella vita di Leonardo o censurare, nella nuova traduzione olandese, Dante che mette Maometto all’inferno. Restando nelle cose più drammatiche, mi turba il fatto che certi clamorosi errori nella programmazione delle vaccinazioni non facciano nemmeno rumore, che dopo più di un anno non si sia trovata una cura efficace, che ci sia concorrenza e disaccordo tra gli Stati, anche all’interno dell’UE; insomma, non vedo reali soluzioni né ragioni di speranza.

(C) Lo scetticismo di Conformi non oscura il fatto che tra tutte le denunce di insufficienza nei confronti di questa o quella struttura pubblica o istituzione, Stato o Regione, risulta invece evidente che la vera risorsa che ci sta consentendo di superare la prova-covid19 è proprio la famiglia. Mi piace applicare ad essa un concetto interessante che ho trovato in un editoriale del Foglio: il covid19 come stress-test: “Tra i molti effetti collaterali prodotti dalla pandemia ce n’è uno importante che riguarda il modo in cui il Covid-19 si è trasformato in un incredibile stress test capace di mettere in luce tanto i vizi quanto le virtù del nostro paese. La pandemia, lo sappiamo, è stata uno stress test sull’organizzazione della nostra sanità, sulla flessibilità del nostro lavoro, sulla lungimiranza della nostra classe dirigente, sulla prontezza della nostra classe politica”. La famiglia è la realtà che ha meglio superato lo stress-test.

(S) Invece nessuna delle istituzioni citate ha superato il test! E che dire dell’UE, dell’OMS, degli USA di Trump e delle reticenze della Cina, da cui tutto è partito e che oggi invece sembra molto più preoccupata di reprimere i democratici di Hong Kong e di dar manforte ai militari di Myanmar. E tornando all’Italia aggiungerei la scuola, in particolare quella statale, non nella dimensione didattica, dove magari con fatica e improvvisazione, gli insegnanti hanno comunque onorato la loro missione, come del resto la maggior parte degli operatori sanitari, ma nel complesso del sistema, che va dal trasporto degli alunni alla capienza delle aule, dalla sanificazione agli assembramenti degli studenti delle superiori. Che senso aveva la chiusura, di queste ultime, quando poi gli studenti si concentravano nella movida? Altrettanto negativo è risultato l’ampliamento della discriminazione economica a danno delle scuole paritarie, che hanno sicuramente subito più danni economici di quanti ristori potranno avere.

(C) L’editoriale del Foglio, tuttavia, aveva un altro bersaglio: la magistratura. L’occasione della critica è stata la richiesta da parte della ANM della corsia privilegiata per le vaccinazioni, come servizio pubblico essenziale; richiesta direi legittima, ma espressa in un modo che era parso inadeguato, accompagnato dalla velata minaccia di ritardare in caso contrario lo svolgimento delle attività istituzionali. Il chiarimento e quindi le scuse venute poi dall’ANM sono invece una novità ben superiore alla gaffe iniziale, potrebbero marcare una consapevolezza della natura e del limite dell’istituzione, come servizio essenziale, piuttosto che come ordine privilegiato. E se non bastava come un’altra forma di stress-test l’affare Palamara, si è or ora aggiunta una polemica apparentemente occasionale, in realtà significativa, causata dalla prefazione posto dall’arcinoto procuratore della Repubblica di Catanzaro Gratteri ad un libro complottista e negazionista in merito alla pandemia ed antiebraico nell’attribuirne la responsabilità. Tutto ciò, mentre conferma la gravità dei problemi che la nuova ministra Cartabia deve affrontare, potrebbe offrirle una carta importante per entrare con forza nei problemi ed avviare la riforma dell’intero sistema giudiziario.

(S) Ma ti rendi conto che stai facendo l’apologia della pandemia?

(C) Certo! È il bello del paradosso. Si deve imparare soprattutto dagli errori. Quando Galileo parlava dell’esperienza come origine della scienza e diceva che essa si scopre “provando e riprovando”, quel “riprovando” non significa “provare di nuovo”, ma “avere la conferma negativa (riprovazione)dell’ipotesi”. Ma la prova più importante che si può imparare dagli errori (forse alludeva a questo, Sebastiano, quando diceva che se ne vedono di tutti i colori) è il “Trattato mondiale sulle pandemie” proposto da UE e OMS, con l’immediata adesione dei Primi Ministri di svariati Stati, ma con le pesanti assenze, per ora, di Stati Uniti, Russia, Cina, India, Giappone e anche, ma forse solo per un ritardo di comunicazione, Italia.

Dopo tutto il disastro di mancate collaborazioni e di egoismi nazionali, di furberie e di minacce, di sequestri e di finte generosità usate come arma politica, sentite che cosa propongono: “Oggi chiediamo un Trattato internazionale sulle pandemie. La pandemia Covid-19 è davvero molto più di un ‘semplice problema di salute’. Ha interessato tutti i settori delle nostre società. Evidenziando i nostri punti di forza ed esponendo le nostre debolezze”. Lo ha dichiarato il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, in conferenza stampa con il direttore dell’Oms, Tedros Adhanom Ghebreyesus. “E soprattutto, ci ha insegnato una lezione brutale: nessun Paese, nessun Continente può sconfiggere una pandemia da solo. Richiede un approccio globale. Il “noi” piuttosto che il “me”. E un impegno collettivo al più alto livello politico. La prossima pandemia non è una questione di “se”, ma “quando”. (Da: Repubblica 30 marzo).

Non sono sicuro che tutti, persone, società, Stati, impareremo dai gravissimi errori compiuti in questa circostanza e meno ancora credo che ne trarremo un insegnamento di metodo, applicabile ad altre circostanze. Ma basterebbe che si capisse che nella definitività della globalizzazione è impossibile, anzi suicida, difendersi da soli, che si tratti di pandemia, o di cambiamento climatico, crisi economica, terrorismo e fanatismo politico-religioso, povertà alimentare, migrazioni inarrestabili..

Ben lungi dal chiuderci in una realtà virtuale, anzi fittizia e dal consolidare le interpretazioni ideologiche, care sia ai conservatori sia ai progressisti, il covid19 ci costringe bruscamente a fare i conti con la realtà. Lo dobbiamo a chi ci ha perso la vita e a tutti coloro che stanno ancora soffrendo e che soffriranno di dolori ben più gravi della perdita delle quattro chiacchiere intorno all’aperitivo, che sembrano stare tanto a cuore a qualche politico del risentimento.

(S) Sebastiano Conformi (O) Onirio Desti (C) Costante

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