“Canzone segreta” è il nuovo format, condotto da Serena Rossi, che Raiuno propone al venerdì sera in prima serata da metà marzo per fronteggiare l’agguerrita concorrenza Mediaset, la quale – come successo nei mesi scorsi – ha pensato bene di programmare due volte alla settimana lo stesso reality, nel caso di specie “L’isola dei Famosi” condotta da Ilary Blasi.
Il programma di Raiuno proviene dalla rete francese TF1, e l’idea su cui si regge è quella di chiamare una manciata di personaggi famosi – nella prima puntata erano sette, molto diversi tra loro: dall’attore Argentero all’ex calciatore Tardelli, dalla giornalista Leosini a Carlo Conti – facendoli accomodare uno alla volta al centro di uno studio immerso nella semioscurità. Una volta posizionati su una poltroncina circondata da telecamere e collocata davanti a un grande palcoscenico, i protagonisti assisteranno a uno breve spettacolo a sorpresa – allestito da amici, parenti e ballerini in proporzione variabile – costruito su una loro passione, un ricordo, un’emozione intensa e vede il momento culminante nell’esecuzione della canzone del cuore del vip protagonista. Nei casi più riusciti, un bel pianto commosso sanziona la performance.
Bizzarro l’esito d’ascolto della prima puntata, sulla quale fondiamo questa umile analisi: l’auditel ha premiato la novità in palinsesto e l’amabilità della conduttrice Serena Rossi, prestata allo show dalle fiction di successo alle quali ultimamente si è dedicata (notevole quella su Mia Martini) spingendo lo share fin quasi al 20%, una soglia di tutto rispetto. Molto diversi invece i pareri del pubblico comparsi sui social, che imputano al programma una certa ripetitività di costruzione (vero), un certo sfilacciamento dei tempi (vero) e soprattutto, un vago senso di déjà-vu. Tra i programmi richiamati alla memoria dei telespettatori c’è lo storico “Carràmba che sorpresa” (metà anni ’90), specializzato nel fare sorprese alla gente vip e nip, l’ancora più datato “Serata d’onore” di baudiana memoria (siamo alla fine degli ’80), il più recente “Senso della Vita” di Paolo Bonolis (anni 2000) ma anche l’attualissima rubrica “Il film della vita” inscenato ogni settimana da Barbara D’Urso nella sua trasmissione domenicale “Live”, in cui all’ospite di turno, fatto accomodare su un divano in una sorta di privée, viene mostrato un filmato di repertorio dai toni spiccatamente emozionali, con lo scopo dichiarato (e quasi sempre soddisfatto) di indurlo alle lacrime di commozione.
In “Canzone segreta” i toni sono garbati, eleganti: si ha più l’impressione di uno sforzo orientato a fare festa, più che a spingere al pianto, che comunque, qualche volta fa capolino negli insistiti primissimi piani dei protagonisti. Lo schema rigidamente ripetitivo, ma anche ritmato, lascia sospeso lo spettatore in quella particolare posizione di chi ha il dito sul tasto del telecomando sul punto di cambiare canale, ma non lo fa mai nella continua attesa di vedere la sorpresa che viene dopo: da questo punto di vista, l’obiettivo è centrato. Non si capisce però come possa accadere che idee così tenui, per di più non del tutto inedite sui nostri schermi, possano trovare spazio sulla rete ammiraglia della TV di stato solo come format acquistati a caro prezzo da produttori stranieri. Tra gli obiettivi del servizio pubblico dovrebbe forse esserci quello di sviluppare un’autonoma scuderia creativa: al costo di un programma d’importazione carino ma un po’ sciapo, magari si potrebbe produrre in casa idee molto gustose. Magari.
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