C’è una sequenza progressiva nell’insegnamento e più in generale nel ministero di Gesù; ma nella misura in cui la Buona Novella si afferma e la gente l’accetta, cresce anche la resistenza da parte dei suoi avversari. Il conflitto comincia a crescere e a segnare tutte le comunità. Per esempio, i parenti di Gesù pensavano che fosse diventato pazzo e gli scribi che erano venuti da Gerusalemme pensavano che fosse indemoniato.
Nel Vangelo di Marco, che è il più antico, si parla spesso del diavolo: l’avversario che si oppone a Gesù e contrasta l’opera di illuminazione delle menti e di guarigione dei cuori e dei corpi. Del resto se Gesù è venuto sulla terra, è per sconfiggere “il principe di questo mondo”, distruggendo il suo regno del male. Nel suo cammino di evangelizzazione Gesù non solo guariva i malati, ma scacciava pure tanti demoni dalle persone che incontrava per le vie della Palestina. E di contro, anziché ringraziarlo, molti lo accusano, vergognosamente, arrivando addirittura ad attribuire al demonio ciò che è evidentemente l’opera di Dio.
Gli scribi lo calunniano, ritenendolo posseduto dal demonio e che scaccia i demoni con l’aiuto di Belzebù, il principe dei demoni. Non per accertare la verità, ma per avversarlo apertamente nella speranza di poterlo prima o poi condannare, erano venuti da Gerusalemme, da oltre 120 chilometri di distanza; ormai da tempo tenevano sotto controllo le mosse di quello strano ‘Rabbì’. Volevano difendere la tradizione contro le novità che quel predicatore di strada insegnava alla gente. Pensavano che dicesse cose contrarie alla buona dottrina ricevuta dai loro padri e avevano paura di perdere la loro superiorità.
La risposta di Gesù è stata articolata. A cominciare dal paragone della famiglia divisa e del regno diviso con cui denuncia l’assurdità della calunnia. Dire che Gesù scaccia i demoni con l’aiuto del principe dei demoni è negare l’evidenza: sarebbe come dire che l’acqua è secca e che il sole è oscurità. I dottori di Gerusalemme calunniavano, perché non sapevano spiegare i benefici compiuti da Gesù a favore della gente.
Stupisce il modo di rispondere a chi gli rivolge accuse infamanti. Chi è senza umiltà è anche senza fede in Gesù e perciò è cieco nell’anima ed è un insipiente. Il Signore pazientemente argomenta contro affermazioni così strampalate che non meriterebbero neanche una risposta. Invece ogni occasione – anche le critiche, le polemiche, i trabocchetti – sono lo spunto per convincere, scuotere, far capire…
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