Widgetized Section

Go to Admin » Appearance » Widgets » and move Gabfire Widget: Social into that MastheadOverlay zone

Noterelle

PERCHÉ?

EMILIO CORBETTA - 05/03/2021

Movida sui Navigli

Movida sui Navigli

La vita è colma di misteri che noi, per ovvia necessità, dobbiamo cercare di svelare, di capire: cercare di comprendere questo vivere che ci prende tutto e tutti e affrontare affascinati il nostro essere in questa realtà piena costantemente di momenti sconosciuti, misteriosi appunto. È l’eterno quesito in cui si sono immerse le menti di filosofi, studiosi, saggi di tutte le civiltà fin dalla più remota antichità. Ed il quesito si rinnova ogni giorno.

Il grande amore tra due persone origina nuova vita: è legge naturale e una grande gioia accompagna questo fiorire dell’essere. L’esperienza ci dice però che talvolta, anche se è presente tanto affetto, il figlio non è voluto e allora può comparire la tragedia. Non più tripudio felice ma afflizione.

Spesso poi, purtroppo, ci si trova di colpo nel dramma quando la “nuova” vita scompare, specialmente quando resta coinvolto un giovane. La morte è sempre la più grande prova per noi: sempre. Anche questa è legge naturale ma come accettarla specialmente quando coinvolge una donna che sta cercando di dare origine ad una nuova esistenza? Anni fa era molto frequente la sciagura in questi momenti: morire per parto! Oggi lo è meno, ma ancora il pericolo incombe. Tante speranze e sogni, tanta bellezza e gioia si scontrano con la tragedia improvvisa. Evento grande, misterioso, determinato da tanti fattori che si uniscono in un unicum drammatico, come più ruscelli confluiscono in un torrente che si spezza poi in una cascata improvvisa o come, più crudamente, dei fili pieni di energia formano un cavo, improvvisamente spezzato dal lampo di un corto circuito.

Vita fragile che si sviluppa, sempre minacciata ad ogni momento dall’evento infausto troppo spesso incentivato dalla nostra ignoranza o peggio dalla nostra follia. Vita interrotta, che definiamo “disgrazia” quando il nostro non sapere cerca una giustificazione che la ragione non sa dare. Invece è la nostra non conoscenza della vita, delle sue componenti, dei misteri dell’esistere, come abbiamo detto, che ce la fa sembrare un procedere inesorabile su piste silenti, in un deserto abbagliante di cui non percepiamo i confini.

Noi abbiamo modi molto diversi di affrontare questo percorso, questo andare che ci sembra tanto facile talvolta ma più spesso irto di difficoltà e addirittura troppo pieno di sofferenze squarcianti.

Non è accettabile questo aspetto del vivere.

Abbiamo detto che l’umanità si ribella; deve farlo, per cui cerca di reagire e studiosi, scienziati eccelsi si sforzano di svelare tutto l’ignoto che ci circonda per superare gli impedimenti a un vivere migliore. In questa ricerca si commettono però anche gravi errori come, in questo periodo storico, ad esempio, l’uso eccessivo di energia, da cui deriva tanta tossicità che danneggia direttamente noi e l’ambiente, con la comparsa di patologie che ci affliggono. È una caccia al meglio, ma non sempre è così: manca in noi la capacità di non commettere errori. La storia ci mostra che nel nostro fare è troppo frequente l’incubo dell’errore, perpetrato specialmente con lo sfruttamento o addirittura l’aggressione degli altri, col rendere schiavi i fratelli.

Sono sconvolgenti le immagini di violenze commesse, di micidiali armi tecnologicamente perfette che vomitano morte, che versano tanto sangue e fanno soffrire intere popolazioni e che contrastano con immagini di strumenti particolari che permettono diagnosi perfette di malattie che riusciamo a debellare con altri fantastici strumenti o farmaci sempre più validi.

Come le immagini dei nastri dei proiettili che scivolano a caricare le mitragliatrici, purtroppo sempre roventi, contrastano con le immagini dei nastri di flaconi di vaccini usciti da complicati lucidi macchinari che sfornano migliaia di piccoli vasetti pieni di preziosa vita. Ma si resta perplessi anche davanti alle immagini di efficienti stampanti che buttano fuori lunghi nastri di fogli di banconote. Vien da pensare: “Ecco l’immagine del denaro sintesi del bene e del male presente nella umanità”. Denaro che potrebbe essere capace di salvare infanzia appena nata ma già morente, ma anche denaro troppo desiderato per cui diventa lui donatore di sofferenza.

Contrasti sparati davanti agli occhi della nostra psiche, del cuore potrebbe dire qualcuno. Viviamo nella realtà delle immagini, nella civiltà delle immagini che permettono veloce sintesi di pensieri, reazioni, sofferenze.

Altre immagini di contrasto: le fatue folle di gente che disprezza il pericolo della pandemia che stiamo vivendo per stupidi momenti di “sguaiatezza” e per contro le immagini delle corsie dove si soffre per insaziabile sete d’aria, dove si combatte la sofferenza, la morte mettendo a rischio la propria vita.

Si invoca la “movida”, tanti la pretendono come una necessità …. Si, proprio la movida, quel “particolare clima di vitalità sociale, culturale, artistico sorto in Spagna all’incirca negli anni ottanta in reazione al precedente periodo franchista”, come la definiscono i sociologi … Ma movida non può essere il sozzo lasciato sulle strade e piazze ed i frequenti atti di violenza che avvengono quando l’alcool ed altre droghe surriscaldano il clima. Qui siamo lontani dalla movida spagnola. Qui non c’è mistero, ma solo stupidità. Si crea danno a sé e danno agli altri; perché?

Facebooktwittergoogle_plusredditpinterestlinkedinmail

You must be logged in to post a comment Login