Lui, l’universo infinitamente grande, l’altro il virus infinitamente piccolo, invisibile, tanto che certi dicono che i virus non ci sono. In mezzo noi creature umane: è questa la situazione paradossale in cui viviamo.
Noi uomini alla età della pietra tiravamo i sassi, poi piano piano siamo riusciti a lanciare altri oggetti usando non l’energia delle nostre braccia ma quella di forze presenti nella natura tanto che ai nostri giorni lanciamo sugli altri pianeti di questo universo infinitamente grande oggetti sofisticatissimi che si muovono da soli, registrano immagini che poi ci mandano sulla terra, misurano temperatura del pianeta, cercano sostanze varie, individuano radiazioni, controllano se c’è atmosfera e così via.
L’oggetto è stato mandato là, sull’altro pianeta, ma noi invece siamo qua sulla terra nei pasticci, a litigare tra di noi, a penare perché fa troppo freddo o viceversa troppo caldo, a riprodurci o anche diventare incapaci di farlo, a misurarci nello stesso tempo con un sacco di altre faccende tra cui i virus, che non vediamo se non utilizzando i microscopi elettronici, e a contrastare i gravi dispetti che questi maledetti ci fanno.
E’ davvero una situazione a dir poco strana: dobbiamo arrangiarci a vivere tra un tutto troppo grande e un antitetico tutto troppo piccolo. Ci viene da dire: ” è un bel rebus ” dove ” bel ” ha significato ironico perché questo vivere è un enigma spesso drammatico
Ci vien da chiederci che significato abbia l’infinitamente grande, tutti quei più che numerosi mondi che si muovono nello spazio secondo leggi affascinanti e particolari che talvolta però vengono infrante e noi rischiamo di vederci cadere sulla testa dei sassoni che chiamano asteroidi, che possono sconvolgere tutto il vivere come forse è accaduto ai tempi dei mammut.
Ma anche l’infinitamente piccolo che significato ha? Perché spesso ci è veramente di vantaggio, come nel caso delle vitamine o di certi microbi, mentre altre volte (troppo spesso) ci rompe l’anima facendoci vivere le pene dell’inferno. Ci troviamo in situazioni più che soddisfacenti e poi improvvisamente questo mondo microscopico ci fa precipitare in lugubri momenti in cui rischiamo anche di lasciarci le penne (e ce le lasciamo) oppure almeno di fare una fatica enorme a campare.
Così è la vita, qualcuno ci dice; ” un corno ” vien da obiettare; non va bene così. Facciamo favolosità stupende, come mandare ” cosi ” su altri pianeti, e vediamo i sorci verdi per colpa degli infinitamente piccoli. Non siamo proprio capaci di trovare una via giusta per toglierci dalla peste? (tanto per usare un modo di dire coerente con la situazione odierna)
Non è un problema solo degli scienziati super intelligenti che con passione si dedicano a studiare per risolverlo: è un problema di tutti! Certo, ma se tra questi tutti ci sono quelli che non fanno ciò che il buon senso mostra essere necessario per rimediare, che si deve fare? Mettere in atto certe cose semplici, come non accumularci in certi siti, è così faticoso? Fare la ” movida ” è proprio indispensabile? Bere un bianchino gustando qualche golosità deve essere proprio fatto in modo pericoloso? Rischiare la pelle noi o altri per così poco? Il così poco che ha fatto arrabbiare la inflessibile Merkel prima di Natale? Ma non sappiamo trovare rimedi senza dover fare i monaci di clausura?
Per renderla più affascinante l’han chiamata in inglese, lockdown. Ma tutta qui la nostra inventiva? Saper incontrarci senza infettarci è così difficile? Perché nelle aule scolastiche al posto dei banchi a rotelle non si mettono purificatori d’aria? Estrarremo ossigeno dall’atmosfera rarefatta e irrespirabile di Marte e non siamo capaci di rendere sana quella terrestre? Banchi a rotelle nelle aule: perché allora non scrivanie a rotelle negli uffici? E in altri locali che fare? E nei negozi, in certi periodi di stress infettivo, perché non andare per appuntamento piuttosto che chiudere tutto per impedire l’affollamento? E perché questa voglia di violenza sia negli adolescenti che nei tifosi del calcio che sembrano contenti di farsi reciprocamente del male? Arrivano anche ad ammazzarsi! Che vantaggi portano alla nostra società, inesorabile vittima dei virus oltre che dei coltelli troppo spesso presenti tra la gente?
Viviamo vere antitesi pazzesche: immense opere astro-ingegneristiche, scoperte fantastiche sui virus, cure sempre più sicure sulle patologie e assoluta incapacità di usare il buon senso in certi aspetti della vita. E non parliamo poi della politica… anzi lasciamola proprio da parte perché sembra che il suo fine sia creare deficit a tutti (e si disprezzano “i tecnici”)-
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